Gulag : Solovki,isole delle lacrime 2/4
Gulag : Solovki,isole delle lacrime 2/4
Napoli –I Salesiani sfiduciano De Magistris e il candidato arancione D’Angelo,ex assessore al sociale
(amarissimo grido di dolore lanciato da don Mario Delpiano, direttore del Don Bosco di Napoli)
Il terzo settore muore, abbandonato come un senza tetto
Il terzo settore a Napoli sta morendo. E sta morendo nell’indifferenza delle istituzioni, come è morto nell’indifferenza dei passanti il senzatetto trovato a fine gennario in Galleria Umberto, pieno centro città, solo, abbandonato, senza vita.
E’ l’amarissimo paragone, è l’amarissimo grido di dolore lanciato da don Mario Delpiano, direttore del Don Bosco di Napoli, ente associato Uneba, gestito dai Salesiani, che si dedica alla formazione professionale e all’inserimento nel mondo del lavoro.
Un grido ancora più amaro perché lanciato proprio il 31 gennaio, giorno in cui si ricorda San Giovanni Bosco e la sua vita spesa a dare un futuro e una speranza ai giovani.
“Sono costretto – scrive il direttore del Don Bosco – alla presa di coscienza di una situazione disastrosa, non solo sul piano economico, ma soprattutto sul piano delle scelte politiche.
Mi trovo di fronte un’amministrazione sorda e cieca al grido di dolore dei suoi figli più deboli. (…)
E ciò senza che la stessa società civile, e più ancora le Istituzioni, le rappresentanze dei cittadini, i partiti, se ne rendano conto. (…) Oggi, festa annuale del suo Santo fondatore, il “Don Bosco” sta morendo.
Ma i continuatori della mission, coloro che hanno accettato la scommessa sui giovani come luogo di rinascita della società, sono vivi, eccome!
Auguro a me e a tutta la città di riposizionare l’attenzione al bene comune nella difesa dei diritti di chi non ha voce, per costruire una società più giusta e una città a misura d’uomo”.
il testo integrale della lettera di Delpiano.
S.O.S: Il “DON BOSCO” della Doganella muore come il senzatetto della galleria
Speravo davvero che tra una riunione e l’altra, tra un tavolo tecnico e l’altro, tra una manifestazione e l’altra, il Sindaco della grande, bella e tragica, città di Napoli
si degnasse
di incontrare e ascoltare le voci disperate dei rappresentanti di enti, associazioni, cooperative, istituti religiosi che, proprio come il senzatetto morto qualche giorno fa tra l’indifferenza dei passanti sotto la galleria, stanno chiudendo, uno dopo l’altro, il loro servizio verso gli ultimi e i più bisognosi della città, tra la completa indifferenza delle istituzioni, malgrado le grandi affermazioni di principio e le rivoluzioni civili.
Anche il sottoscritto, da calabrese d’adozione, aveva gioito quando il dott. De Magistris, dopo che aveva aperto gli armadi e fatto affiorare gli scheletri del sistema politico-massonico-‘ndranghetista, aveva scelto con coraggio di spendersi nell’impegno civile e politico in una città sommersa dall’immondizia e gestita per decenni dai poteri clientelari di turno.
Aveva “regalato” a me e a tanti come me, la possibilità di cambiamento.
Oggi, che vivo a Napoli con la responsabilità di condurre ed animare un Ente non profit che svolge da decenni un servizio educativo di prevenzione primaria e secondaria verso le nuove generazioni, ottenendo riconoscimenti e consenso da ogni fronte di impegno della città: il glorioso “don Bosco di Napoli“.
Convinto che l’attenzione al welfare sociale fosse un capitolo prioritario delle politiche comunali, sono costretto alla presa di coscienza di una situazione disastrosa, non solo sul piano economico, ma soprattutto sul piano delle scelte politiche.
Mi trovo di fronte un’amministrazione sorda e cieca al grido di dolore dei suoi figli più deboli.
Di fronte alla città dei grandi eventi,
della pista ciclabile,
del mito dell’apparire più che dell’essere,
il welfare, punto di forza della “rivoluzione arancione”
è ormai scaricato
alla buona volontà e al senso civico della tante istituzioni del terzo settore, che, con professionalità e senso del dovere, continuano ad assicurare accoglienza, educazione, prevenzione e promozione dei ragazzi e ragazze assegnati dai Servizi Sociali, dalle famiglie in difficoltà.
E tutto ciò avviene tra le impossibili condizioni in cui l’Amministrazione Pubblica ci ha lasciati:
stipendi a singhiozzo per i dipendenti e collaboratori, operatori dell’Educativa in attesa di essere retribuiti a progetto finito, fatture di utenze e di fornitori ‘cassettate’, in attesa di liquidità, nonostante l’ente da me guidato vanti un credito nei confronti del Comune di Napoli che supera il milione di euro.
E poi vivere lo spasmodico inseguimento dei Durc, l’ossessione di non cadere nel circolo vizioso: “Non sono in regola perché il Comune non mi paga da anni, e pertanto, non essendo in regola, il Comune non può pagare”. E se poi ti rimetti in regola col Durc, stai tranquillo che il Comune non paga lo stesso!
E’ arrivato davvero il capolinea per tutti!
Anche per il Sindaco?
Per noi quasi certamente.
Lo Stato muore per governo e mal governo, e con sé trascina i cittadini che dovrebbe servire! Il modo di gestire il “welfare” produce “malessere” tra i cittadini. Facendo memoria al famoso piano Beveridge: “Dalla culla alla bara!” ,
qui, signor sindaco,
“Siamo direttamente nella bara”!
E ciò senza che la stessa società civile, e più ancora le Istituzioni, le rappresentanze dei cittadini, i partiti, assordati dai proclami autoreferenziali, e immunizzati dalla tossicità di una campagna elettorale assurda, se ne rendano conto.
Questa città non ha più bisogno di parole e proclami,
ma di atti concreti,
di una politica che, per dirla con don Milani, sia un modo per uscire insieme dai problemi.
Oggi, festa annuale del suo Santo fondatore, il “Don Bosco” sta morendo.
Ma i continuatori della mission, coloro che hanno accettato la scommessa sui giovani come luogo di rinascita della società, sono vivi, eccome!
Auguro a me e a tutta la città di riposizionare l’attenzione al bene comune nella difesa dei diritti di chi non ha voce, per costruire una società più giusta e una città a misura d’uomo.
Mi auguro che la politica ritrovi la sua verità nel porsi esclusivamente come “servizio” per il bene della collettività, e per questo a partire da una attenzione privilegiata verso gli ultimi.
E questo non con le parole, solo con i fatti.
Come don Bosco vogliamo continuare a credere e a sognare per questi ragazzi la costruzione di una “nuova cittadinanza”, che sappia riconoscere nell’educazione la via più efficace del cambiamento; sì, essa è la via, unica e stretta, di una “vera rivoluzione”.
Don Mario Delpiano (Direttore del Don Bosco di Napoli)
FONTE
http://www.uneba.org/napoli-il-terzo-settore-muore-abbandonato-come-un-senza-tetto/
BOLLETTINO DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI VIA CUPA PERILLO. E’ IL N. 32 DELLA SERIE DI DENUNCIE ED IL DEGRADO E’ DEVASTANTE, INTOLLERABILE E VERGONOSO PARTICOLARMENTE NEL VERSANTE DESTRO DEL CAMPO.
BOLLETTINO DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI VIA CUPA
PERILLO. E’ IL N. 32 DELLA SERIE DI DENUNCIE ED IL DEGRADO E’
DEVASTANTE, INTOLLERABILE E VERGONOSO PARTICOLARMENTE NEL VERSANTE
DESTRO DEL CAMPO.
In attesa della convocazione da Lei proposta già nel mese di
novembre, in seguito a mia richiesta a nome del Comitato “Cittadini
e Rom insieme”, giovedì 31 alle ore 18.30 ho appuntamento con il
Prefetto di Napoli in merito alla realizzazione del progetto di
sistemazione abitativa del Campo nomadi di Via Cupa Perillo avviata
dal Comune di Napoli e che tarda a realizzarsi.
Ma prima di ogni altra denuncia sul degrado specialmente nel
versante destro del campo, è necessaria una premessa circa la denuncia
e vigilanza o meno da parte dei cittadini di Scampia sul degrado
continuo se non crescente per rifiuti non raccolti da anni. Rimango
veramente perplesso per non dire altro, perché, i miei Bollettini di
vigilanza degrado campo nomadi di via Cupa Perillo, giunto al n. 32, a
nome del Comitato “Cittadini e Rom insieme”, ritengo siano autentiche
denuncie di cittadini e non messagini tra amici…Inoltre i Bollettini
sono raccolti fino al n. 15 nel volume “Le due Napoli. Scritti di
Domenico Pizzuti,”, a cura di Lucio Pirillo, Giannini Editore, Napoli
2011, pp. 297-312., e nello stesso volume a pag. 300 è riportata una
denuncia alla Procura della Repubblica di Napoli in data 21 luglio
2010 riguardante il Comune di Napoli e l’ASIA per omissione di
servizio pubblico in rapporto all’emergenza rifiuti nel predetto
campo. Tali Bollettini sono stati continuamente riportati dal Portale
“Mondo cattolico Napoli”, oltre che indirizzati ad Ansa Napoli. Se non
vogliamo giocare o manifestare in tal modo la volontà per non o non
poter intervenire, non facciamo ricorso a tale argomento che è
offensivo dell’ intelligenza dei cittadini ed anche del sottoscrittto.
Anche se certo non si riscontra sensibilità diffusa tra i cittadini
su questo versante, che non si indignano come dovrebbero.
Domenica 27 gennaio alle ore 16.30 mi sono recato per un’
ispezione volontaria al campo nomadi, ed ho riscontrato specialmente
nell’anello della rotonda “montoni” di rifiuti solidi e non, non
raccolti da mesi e la mancanza di contenitori per i rifiuti umidi. Ciò
che offende non solo la vita, l’umanità, la terra, è sul versante
destro il “mare” autentico (definito così anche da altri) di rifiuti
solidi che dal bordo della strada degradano verso le baracche che
sono state mangiate ed abbandonate per questo marea di rifiuti non
raccolti da anni, come più volte da me riportato nei Bollettini. E’
noto che la grandissima maggioranza di questi rifiuti sono sversati
illegalmente non solo nottetempo da automezzi provenienti
dall’esterno, per cui il Comitato a suo tempo (9 novembre 2009) in un
documento per l’eliminazione dei roghi tossici inviato a tutte le
istituzioni interessate aveva chiesto una serie di misure di
vigilanza e sanzione per questi comportamenti illegali. Consta da una
testimonianza da me raccolta da una famiglia che poco prima avevo
visitato che domenica 27 gennaio alle ore 17 un camion targato
ASIA sversava tranquillamente rifiuti di edilizia (pietre, calce,
cemento, ec
Mi auguro che possa aver luogo l’incontro previsto, per discutere
sulle reali misure da adottare per non rinunciare alla dignità umana
ed alla prestazione dei servizi essenziali da parte di una comunit
civile a tutti gli umani abitanti sul nostro suolo.
Possa questa comunicazione, inviata anche alla stampa, sortire
qualche effetto per non aver scritto e vissuto invano in quel di
Napoli. A meno di non ricorrere per denuncia di questa situazione
intollerabile alla trasmissione televisiva “Piazza Pulita”
Domenico Pizzuti, “Cittadini, Associazioni e Rom insieme”
Gulag : Solovki,isole delle lacrime - 1/4
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Il Concilio Vaticano II - 1/8
Napoli - De Magistris ricorda il giudice Albano (19.01.13)
“In direzione ostinata e contraria. Diritti, politica e giustizia sociale”, è stato il titolo dell’iniziativa per ricordare la figura del giudice scomparso nel dicembre 2011.
A commemorare il magistrato, che si è distinto per il forte impegno contro la criminalità organizzata: il magistrato Raffaello Magi, il professore di diritto Costituzionale Carlo Amirante,
il giornalista Dario Stefano Dell’Aquila e
Mario Barone dell’associazione Antigone Campania.
A introdurre la giornata il sindaco De Magistris, a moderare Rita Pennarola della rivista ‘La Voce delle Voci’. L’appuntamento si è tenuto sabato 19 gennaio, alle 10, nel complesso monumentale di Santa Maria La Nova.
BOLLETTINO DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI VIA CUPA PERILLO.E’ LA DENUNCIA N. 31 DELL’ ANNO DI GRAZIA (PER CHI?) 2012 ED I “MONTONI” DEI RIFIUTI CRESCONO ED ENTRANO NELL’ANNO 2013.
SOS SOS SOS DISCARICA A
CIELO APERTO
A: raffaele.delgiudice@asianapoli.it
In riferimento alla sua risposta in data 4 novembre
c.a. alla mia indignata esternazione in merito al degrado del campo
Rom di via Cupa Perillo con il BOLLETTINO DI VIGILANZA
CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI VIA CUPA PERILLIO n. 30
in data 3 novembre c.a., in cui faceva riferimento al suo
impegno di vita ambientalista ed alle difficoltà incontrate per la
rimozione dei rifiuti accumulatisi nella via di accesso al
campo nomadi e da anni sulla versante destra, devo far presente
che questa sera alle ore 18.00 dopo la celebrazione della
S. Messa nella Rettoria “S.Maria della Speranza”, mi sono recato
per un ispezione volontaria sullo stato della raccolta dei
rifiuti nel predetto campo nomadi. Nella via di accesso, eccetto
un ristrettissimo spazio pulito in corrispondenza della
Ludoteca condotta dalle Suore della Provvidenza, sono stati solo
messi da parte sulla destra i rifiuti speciali di ogni
specie che assumono progressivamente la forma di montagne o
“montoni” che nella vicinanza del c. Bar Nino impediscono quasi il
passaggio. Per non dire del mare di rifiuti accumulatisi da anni
sul versante destro che incombono sulle baracche, su cui
qualche pulizia è stata effettuata da abitanti del c.d. “Campo
rosa”.
Quid faciendum? Giustamente nella citata sua risposta
distingue le difficoltà della raccolta dei rifiuti speciali che
necessitano di certificazione della Provincia (sono
pervenute?) e le misure di prevenzione e repressione dei reati di
sversamenti illeciti, facendo anche appello ad una vigilanza
volontaria dei cittadini, i cui Comitati si sono già spesi
nel passato con documenti e proposte che non hanno avuto
esito. In vista del proposto incontro operativo presso il nuovo
prefetto di Napoli per affrontare la questione dei permessi,
della prevenzione, vedasi telecamere, per la repressione dei reati,
di cui sono disposto a farmi promotore con il Comitato, può
essere utile un primo passaggio con Lei per fare il punto della
situazione. Perchè le proposte non passino nel
dimenticatoio, dopo il 2 gennaio 2013 mi farò sentire per fissare un
appuntamento per questo incontro con alcuni componenti del
Comitato.
Non me voglia per questo disturbo nel tempo natalizio, ma
al di là delle attività sociali e culturali delle varie
Associazioni occorre certo coinvolgere anche la cittadinanza.
Con auguri di un miglior anno 2013
P. Domenico Pizzuti s,j,, Comitato Cittadini e Rom in insieme
NAPOLI,Preghiera sacerdoti di Scampia in questo preoccupante frangente
Carissimi/e,
noi sacerdoti di Scampia sentiamo forte il desiderio di luce. Dov’è il buio, che io doni la luce; dov’è l’odio, che io doni l’amore; dov’è guerra, che io doni la pace. Chiediamo al Signore, che chiamò Matteo dal banco di coloro che opprimevano i poveri ad essere Suo discepolo, di vivere una vita onesta e attenta alle sofferenze degli ultimi.
Chiediamo al Signore, che perdonò sulla croce i Suoi uccisori perché non sapevano cosa facessero, di aiutarci a sperare nella conversione dei camorristi.
Chiediamo al Signore, che diede luce agli occhi dei ciechi, di mostrare agli amministratori e ai politici che ci rappresentano quanto sia bello e affascinate adoperarsi per un mondo più giusto e sano, anche a costo di sacrifici non piccoli.
Tutto questo noi ti chiediamo, in un momento di buio per gli abitanti di Scampia. Ti chiediamo luce per accorgerci delle storture in una vita, la nostra, che non riesce più ad essere normale, per prendere distanza da ogni forma oscura che mina la nostra libertà: ad esempio confidare troppo nella magia del denaro che può far perdere la dignità quando si cede all’illegalità o al gioco d’azzardo; o al contrario conservare le proprie sostanze senza investire in modo intelligente nemmeno un centesimo per coprire le nudità dei più poveri.
Vogliamo una vita alla luce del sole, senza nubi pregne di sostanze tossiche; vogliamo una vita in cui si respiri aria nuova, che spazzi via ogni ricordo che toglie la speranza e l’amicizia sincera.
Basta con i morti ammazzati che oscurano le strade di Scampia fino ad arrivare addirittura nelle scuole; basta con le complicità ai sistemi che finanziano le realtà di morte.
“Tu, Madre della Speranza prega per noi!
Aiutaci a diventare veri discepoli del Signore.
Veglia sulle nostre persone e sul nostro quartiere,
non permettere che il male si radichi tra noi,
fa’ che crediamo sempre nella forza del bene,
accompagnaci ogni giorno fino alla meta definitiva
dove speriamo di trovarti
ed essere per sempre con te”.
(Stralcio dell’Atto di affidamento a Maria del rione Scampia di Giovanni Paolo II, il 10 novembre 1990).
Don Enzo Bugea Nobile, Superiore della Comuntà guanelliana di Napoli eletto Vice - Presidente Nazionale dell’UNEBA
Il consiglio nazionale dell’ Uneba, riunito a Roma il 1° dicembre ha eletto per acclamazione Don Enzo Bugea Nobile, Superiore della Comuntà guanelliana di Napoli Vice - Presidente Nazionale dell’UNEBA
Un appello ai semiconvitti e alle Case Albergo di Napoli è stato rivolto da DON ENZO affinchè sia consolidato un ruolo di contrasto alle diseguaglianze e che si esprima a sostegno di una assistenza più prossima ai bisogni delle persone anziani e minori. Una rete ed una realtà che segue l’evoluzione rispetto ai bisogni di oggi delle famiglie. Opere che agiscono laddove il sistema pubblico delle garanzie fatica a raggiungere le persone più svantaggiate, i gruppi più emarginati, potremmo dire gli ultimi del Vangelo! E in questo senso, le opere ci appaiono come una sorta di baluardo e di riscatto dei valori fondativi dello stato sociale: Valori questi che stanno alla base del sistema di welfare e ne giustificano, in qualche misura, l’esistenza.
- Le risposte si sono adeguate ai tempi e diversificate:
all’opera caritatevole dei religiosi e dei volontari si sono affiancato quella di tanti operatori qualificati, di educatori professionali, di psicologi, assistenti sociali…
I semiconvitti e le Case Albergo, radicati nei quartieri, nei vicoli di Napoli, restano un punto di riferimento fondamentale per le famiglie, specialmente quelle più colpite dalle difficoltà.
Sono luoghi dove si trovano persone di provata fiducia e competenza cui affidare per buona parte della giornata bambini che altrimenti resterebbero soli, o, peggio, in balia della strada e delle facili lusinghe di adulti senza scrupoli.
Anche per gli anziani ospiti nelle Case albergo (tutte completamente ristrutturate in ottemperanza ai regolamenti regionali, con sacrifici enormi da parte degli enti), sono davvero quelli più poveri ed abbandonati, che i servizi sociali dei comuni indirizzano a noi perché non hanno nessun parente che li accoglie.
In tal senso - ha concluso il vice-Presidente Nazionale UNEBA, Don Enzo -dovremo continuare l’impegno e lavorare sul territorio per sviluppare a Napoli e nel Mezzogiorno una strategia che superi le difficoltà che incontrano gli enti territoriali a garantire interventi e servizi sociali di welfare capaci di soddisfare pratiche partecipative, modelli innovativi di assistenza, facendo attenzione alla qualità dei servizi che sono erogati.
Le Rsa in Italia – Rette da 43 a 64 euro al giorno
L’Auser (associazione costituita dalla Cgil) ha presentato mercoledì 21 novembre i risultati della sua indagine nazionale sulle rsa.
Ecco alcuni spunti:
•in Italia ci sono 240 mila posti residenziali e semiresidenziali rispetto a un bisogno di 496 mila stimato nel 2007
•gli anziani non autosufficienti sono 3,5 milioni
•circa il 2% di ultra65enni sono ricoverati in strutture residenziali, l’1,8% in rsa; circa il 3,6% sono seguiti con l’assistenza domiciliare integrata. Siamo lontani dalle medie europee (dei Paesi nord occidentali) del 5% di ricoverati e 7% di assistiti al domicilio.
http://www.uneba.org/le-rsa-in-italia-rette-da-43-a-64-euro-al-giorno/