INCHIESTA ARPAC: IMPEGNO, CHI HA FATTO QUELLE NOMINE?
Se le accuse della magistratura sulla vicenda Arpac sono vere, viene confermata l’esistenza, in Campania, di un sistema clientelare diffuso che coinvolge amministratori e funzionari nominati dal centrosinistra.
Mi chiedo: c’é o no una responsabilità politica di chi ha fatto le nomine?”.
Così il candidato della mozione Franceschini alla segreteria regionale del Pd Campania, Leonardo Impegno, che aggiunge:
“Non entro nel merito dei provvedimenti della magistratura, ma è evidente ci troviamo davanti all’ennesimo calcio nei denti a quelle decine di migliaia di ragazzi e ragazze competenti della nostra regione che, pur di lavorare, sono costrette ad emigrare per sottrarsi alle logiche della fedeltà a partiti e faccendieri.
Basta! Serve una svolta vera.
Bisogna costruire un Pd diverso, che faccia dell’etica, del rigore, della responsabilità e della trasparenza la base per una nuova primavera”.
fonte
ANSA
Bassolino presenta a New York il Forum della culture 2013
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Dalla Regione anche 1,5 milioni per un campus intorno al museo di Joe Petrosino-
rassegna stampa
fonte- la Repubblica Napoli
Il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e l´assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nicola Oddati hanno avviato, martedì sera a New York, il road show internazionale di presentazione del quarto Forum universale delle culture, che si svolgerà a Napoli dal 10 aprile al 21 luglio 2013.
Nell´Istituto italiano di cultura della Park Avenue, dopo la proiezione di un breve filmato introduttivo, Bassolino e Oddati hanno presentato al pubblico e alla stampa newyorkese le grandi linee dell´evento, dedicato a “La memoria del futuro”.
Il presidente della Regione ha insistito in particolare sul carattere plurimo delle culture che potranno confrontarsi apertamente al Forum partenopeo. «Napoli – ha ricordato – esprime il meglio di sé quando si apre e il peggio di sé quando si chiude in se stessa». Bassolino ha anche spiegato che con la manifestazione in calendario nel 2013 verrà completamente trasformata e riqualificata l´area occidentale della città, tra cui quella dell´ex stabilimento Italsider di Bagnoli. Oddati si è poi soffermato sui quattro grandi temi del Forum: pace, sviluppo sostenibile, conoscenza e diversità culturale.
Bassolino ha anche partecipato alle celebrazioni del Columbus Day dedicato alla scoperta dell´America e all´orgoglio italo-americano.
In serata ha partecipato a un doppio evento a Brooklyn, in una scuola media di uno dei quartieri storici italiani di New York, Bensonhurst.
Insieme con Nicola Trombetta, presidente della Federazione delle associazioni della Campania negli Usa, Bassolino ha consegnato a un tenente italo-americano della polizia di New York, Mark Torre della “Bomb Squad”, un premio in memoria di Joe Petrosino, il più famoso dei poliziotti antimafia italo-americani, originario di Padula, in provincia di Salerno, e ucciso 100 anni fa a Palermo dalla “mano nera”.
Bassolino ha poi siglato un protocollo d´intesa con Giovanni Alliegro, sindaco di Padula, per la realizzazione attorno alla casa-museo di Petrosino di un campus rivolto al mondo giovanile, con percorsi di studio dedicati alla legalità e alla cittadinanza attiva.
Per l´iniziativa è previsto un investimento regionale di oltre 1,5 milioni. «Petrosino è stato un grande eroe civile – ha detto Bassolino – come Falcone, Borsellino, Chinnici e Terranova, che capirono che la lotta contro le mafie si conduce non solo sul fronte italiano ma anche su quello americano».
Installazione di Natale al Plebiscito «Stanziati 500mila euro al Madre»
Rassegna Stampa
il Mattino
«Con il Barocco campano continua il diluvio di fondi europei». Sergio Fedele, presidente dell’associazione «Napoli punto e a capo», si scaglia contro la delibera della giunta regionale (la 1495 del 25 settembre) che stanzia per la mostra (itinerante in tutta la Campania) ben 10 milioni di euro.
Ma, in particolare, si scaglia contro i «500mila euro destinati all’installazione di piazza del Plebiscito. Senza che si sappia nemmeno chi è l’artista». «Ancora una volta – attacca – fondi europei che si sbriciolano in mille direzioni senza dare efficacia al rilancio del territorio ma con l’unico obiettivo di soddisfare singoli orticelli.
Ci chiediamo e chiediamo all’assessore al Turismo come sia possibile procedere in tale direzione e come soprattutto si possano deliberare questi finanziamenti senza conoscere nel dettaglio i progetti dei soggetti beneficiari».
In totale 42 voci di spesa da un massimo di 2 milioni e 350mila euro (per il Polo museale che però organizza il grande evento) ai singoli comuni, passando per gli Ept. Compreso quello di Napoli a cui viene assegnata la stessa cifra del Polo.
Trecentomila euro dei quali, però, per organizzare un evento che con il Barocco non sembra c’entrare nulla: il 14esimo festival film festival Capri-Hollywood. «Ci soffermiamo anche sui 500mila euro – continua Fedele – finanziati alla Fondazione Donnaregina per l’opera in Piazza del Plebiscito.
Non vorremmo che si trattasse di un metodo di finanziare una struttura in continua perdita. Per questo, visto che non conosciamo ancora il progetto, proponiamo di evitare la spesa relativa a un’opera di arte costosissima e sempre fonte di polemiche.
Facciamo invece un albero di Natale al centro della piazza addobbato con le cartelle della Tarsu di 1000 famiglie più bisognose che saranno pagate dalle istituzioni locali».
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Legge elettorale la Corte Costituzionale deciderà a dicembre
(da il Mattino)
È stata anticipata al 15 dicembre prossimo dalla Corte Costituzionale l’udienza di discussione sulla legittimità della nuova legge elettorale regionale.
L’udienza era stata precedentemente fissata per il 13 aprile. È stata così accolta dalla Consulta la richiesta della Regione. Nei giorni scorsi, ricordiamo, il governatore Antonio Bassolino aveva scritto al presidente della Corte Costituzionale e al presidente del Consiglio per evidenziare i problemi che sarebbero potuti derivare da una sentenza della Consulta sulla legge elettorale emessa in un periodo successivo alle elezioni che presumibilmente si terranno il 21 e 22 marzo 2010.
Ieri la Consulta ha deciso di anticipare l’udienza.
«Esprimo il mio più forte apprezzamento – ha detto Bassolino – per la decisione della Corte Costituzionale».
Il governo, ricordiamo, ha impugnato la parte della legge elettorale relativa alla doppia preferenza, prevista dal testo ma solo se con la seconda si vota una donna. Se sulla scheda si scrivono i nomi di due candidati dello stesso genere, il secondo nome è da considerarsi nullo. Fu Forza Italia, che premeva per il mantenimento del listino, a chiedere che la legge fosse impugnata.
Richiesta di sostegno e chiarimenti sulla situazione di un monastero buddhista in Vietnam
Lettera di appello ai rappresentanti politici (senatori, deputati, assessori regionali e comunali, sindaci ecc.)
(Luogo), 28 settembre 2009
OGGETTO: Richiesta di sostegno e chiarimenti sulla situazione di un monastero buddhista in Vietnam
Gentile Senatore / Onorevole …, (trovate il nome e informazioni sui siti web del Parlamento, del Senato ecc.)
Le scriviamo per richiamare la Sua attenzione su una drammatica situazione sorta in Vietnam che ci sta particolarmente a cuore. Chiediamo il Suo consiglio e sostegno nella forma di una richiesta di chiarimenti rivolta al Governo vietnamita, a proposito di quanto segue.
Un gruppo di 400 giovani monaci e monache, studenti del Maestro zen Thich Nhat Hanh (figura nota in tutto il mondo, candidato da Martin Luther King al Premio Nobel per la Pace), residenti nel monastero di Bat Nha (Bao Loc, provincia di Lam Dong), a partire dal 27 giugno scorso sono stati privati di acqua corrente, elettricità e comunicazioni con l’esterno. I monaci hanno anche subito gravi molestie, senza che gli ufficiali e i poliziotti governativi intervenissero per fermare queste azioni. Un gruppo di monaci anziani e di sostenitori, venuti a visitare i monaci e a verificarne le condizioni sono stati cacciati via violentemente.
Nella giornata di ieri, 27 settembre 2009, la situazione è drammaticamente precipitata: una folla di agitatori e di poliziotti in borghese ha fatto irruzione nel monastero, sfondando porte e finestre. I monaci e le monache, che non hanno opposto alcuna resistenza, sono stati trascinati all’aperto, picchiati e lasciati a lungo sotto la pioggia, quindi caricati su automobili e furgoni e portati via non si sa dove.
Nell’ultimo anno il Governo aveva fatto pressioni sui monaci e le monache affinché lasciassero il monastero di Bat Nha. All’inizio dell’estate il monastero è stato attaccato da una folla violenta, che ha distrutto edifici e danneggiato cose. In seguito, il 13 agosto 2009, il portavoce del Ministero degli Affari Esteri del Vietnam, il sig. Le Dung, ha fatto sapere che questi giovani monaci e monache avrebbero dovuto lasciare il monastero entro il 2 settembre. Essi però non hanno alcun luogo dove andare per poter continuare a praticare insieme come comunità.
La nostra richiesta primaria è che il Governo del Vietnam si faccia garante della sicurezza e dell’integrità dei monaci che ieri sono stati così violentemente prelevati dal monastero, e che si attivi affinché essi siano rilasciati al più presto.
Chiediamo, in secondo luogo, che il Governo vietnamita consenta ai giovani monaci e monache di Bat Nha con cittadinanza vietnamita di rimanere nel monastero, come il Governo stesso ha consentito loro fin dal 2005.
In questi mesi si è registrata una crescente risposta internazionale da parte di sostenitori del monastero, e appelli urgenti sono stati rivolti alle Ambasciate e Consolati vietnamiti di numerosi Paesi.
Le scriviamo oggi per chiederLe di voler scrivere al Governo vietnamita una lettera nella quale esprima la Sua preoccupazione per la sicurezza e il rispetto dei diritti umani dei monaci, e richieda chiarimenti riguardo ai fatti verificatisi a Bat Nha negli scorsi mesi. È nostra convinzione che questo incoraggerà il Governo vietnamita a risolvere la situazione in un modo che sia rispettoso dei diritti umani e della libertà religiosa di questi giovani cittadini vietnamiti.
Con i migliori saluti,
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Bassolino e San Gennaro
Rassegna Stampa
di Fabio Ciaramelli da il Corriere del Mezzogiorno
Se le indicazioni della Curia napoletana non cambieranno, anche oggi la teca contenente il sangue di San Gennaro, ad avvenuta liquefazione, sarà offerta al bacio dei devoti. E tra costoro ci sarà per l’ennesima volta Bassolino, sempre puntuale da più di quindici anni all’appuntamento con San Gennaro, come ha ricordato egli stesso qualche giorno fa.
Nessuno ci avrebbe più fatto caso, se non ci fosse stata la paura dell’influenza A e il conseguente dibattito sui rischi di contagio attraverso il bacio di massa alle sacre reliquie.
In effetti, la partecipazione di Bassolino alla manifestazione più tradizionale della religiosità popolare napoletana è un fatto assodato, e ormai certamente metabolizzato dall’opinione pubblica cittadina e nazionale. C’è tuttavia una notevolissima differenza di significato tra il gesto compiuto una quindicina d’anni fa, tra lo stupore generale, da un sindaco post-comunista e la sua ripetizione odierna.
Non c’è dubbio che, allora come ora, quell’omaggio a una tradizione estranea alla propria storia costituisca da parte di Bassolino un segnale e un messaggio lanciati alla città. Ma in questi lunghi anni d’esercizio e consolidamento d’un capillare sistema di potere sono proprio il valore di quel segnale e il contenuto di quel messaggio ad essere profondamente mutati.
Il Bassolino della prima ora che baciava l’ampolla di San Gennaro (o che baldanzosamente saliva i tanti gradini della scala dei pompieri per portare i fiori alla statua dell’Immacolata a piazza del Gesù) era un leader politico che sceglieva di andare incontro ai sentimenti, all’emotività, alle passioni di vasti settori cittadini, individuando, con una semplificazione senz’altro eccessiva, le tradizioni religiose come costitutive dell’identità popolare.
Non tutti i collaboratori e sostenitori di Bassolino ne erano entusiasti; alcuni manifestarono perplessità e dissenso. Ma il messaggio era chiaro: il bacio a San Gennaro da parte di Bassolino era un segnale o un tentativo di unificazione delle diverse parti o anime di Napoli.
Je so pazz’
A Napoli Non Piove Mai…………….
Si bloccano metro e Cumana, allagamenti in periferia e nell’hinterland Sotto accusa la mancata manutenzione dei tombini e delle fognature
di Gioia Bettoschi da la Discussione
Questa volta era stato tutto previsto. Diversamente dagli anni passati non ci sono stati i soliti acquazzoni di fine agosto e così, per le prime piogge torrenziali si è dovuto attendere fino al 14 settembre.
Puntuali con le prime gocce di pioggia si sono registrati ieri allagamenti e disagi in tutta la provincia anche a causa della cattiva, per non dire inesistente, manutenzione dei tombini.
«Come ogni anno – ha spiegato Michele Buonomo presidente regionale di Legambiente – la pioggia di settembre mette ko la città. Possiamo dire con tragica ironia che c’è un appuntamento da calendizzare. Oggi si paga con gli interessi quello che ieri abbiamo trascurato. Una corretta manutenzione ordinaria del territorio della città a partire dal sistema fognario. Anni e anni di trascuratezza e mancata cultura della gestione del territorio i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti».
Situazione critica in diversi quartieri di Napoli in particolare nella zona del sottopassaggio nei pressi dello stadio San Paolo dove sono dovuti intervenire i vigili del Fuoco. E’ rimasta bloccata per ore a causa degli allagamenti anche la linea due della metropolitana che collega Gianturco a Pozzuoli. In tilt anche i treni della linea Cumana che collegano Napoli a Torregaveta. Allagamenti anche nella zona di Acerra, Afragola , Pianura e Cardito dove ci sono diverse persone bloccate in auto a causa della pioggia.
Il temporale ha creato scompiglio anche in via Arenaccia, dove a causa del mancato funzionamento dell’impianto fognario, l’acqua non riesce a defluire regolarmente allagando la strada, inondando i locali a piano terra e creando enormi disagi e danni agli esercenti delle attività commerciali.
«Nonostante le ripetute richieste di intervento che i commercianti hanno inoltrato, sia al Comune che alla Municipalità – ha spiegato il capogruppo del Movimento civico al Comune di Napoli Ciro Monaco – continuano a restare inascoltati ed a subire le inclemenze del tempo per le palesi inefficienze dell’amministrazione locale».
Caos e disagi che potevano anzi, dovevano, essere evitati. La pulizia delle caditoie infatti è iniziata solo i primi del mese, con notevole ritardo quindi considerato che settembre è da sempre il mese in cui a Napoli si registrano il maggior numero ci precipitazioni.
A rischio allagamento ben 280 chilometri di strade cittadine dove, nonostante gli interventi di ristrutturazione, è totalmente assente la manutenzione. «i grandi piani di ristrutturazione – ha aggiunto il presidente regionale di Legambiente – senza la manutenzione restano una chimera». Come se non bastasse, a fronteggiare una simile emergenza è stata schierata una pattuglia di fognatori non proprio giovanissimi.
«Stiamo affrontando il problema – ha spiegato l’assessore competente Agostino Nuzzolo -Posso dire che abbiamo reperito i mezzi per spostare i fognatori sul territorio cittadino e ci siamo dotati di autoespurgatori. Certo bisogna tenere conto dell’età dei fognatori e poi questo compito deve essere affidato alle Municipalità». In realtà tutto è fermo da due anni, quando cioè la ditta Global service avrebbe dovuto avere in gestione il 40 per cento della manutenzione delle strade e con esse tombini e caditoie, mentre la restante parte sarebbe dovuta andare in carico alle Municipalità.
Ad oggi, però, il Global service è oggetto di un procedimento giudiziario ed il passaggio di consegne con le Municipalità non c’è stato.
fonte-http://www.napolionline-
Lo storico Paolo Macry. Napoli, il rito e un mondo a sé
Rassegna Stampa
di Mario Porqueddu da il Corriere della Sera
«Io non so se questa pratica sia pericolosa. Però mi sembra che, dagli Stati Uniti fino al nostro ministero della Sanità, dappertutto ci sia un atteggiamento di grande prudenza. Napoli, come sempre, tende a essere un mondo a sé». E il problema, assicura il professor Paolo Macry, ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università di Napoli Federico II, non è rappresentato dal culto religioso, né da San Gennaro, e neppure dalle sue reliquie. «Piuttosto, quello che emerge da una vicenda del genere, è il singolare rapporto tra l’autorità religiosa e il popolo napoletano: nella decisione del cardinale mi pare di vedere la paura di disgustare il suo popolo». Non che le autorità civili si comportino in modo diverso, aggiunge subito lo storico: «Quella teca — ricorda — viene baciata platealmente dalle autorità amministrative locali, dal presidente Bassolino al sindaco Iervolino, e sempre per questa specie di propensione verso una categoria che io, anche se non sono sicuro che esista davvero, chiamo ‘popolo napoletano’.
Intendiamoci: che in alcuni segmenti della cultura partenopea si avvertano ancora fortemente riti che hanno valore mantico e previsionale non c’è dubbio. E lo scioglimento della reliquia, oltre che un fenomeno antico, è appunto un auspicio». Ma è soprattutto l’atteggiamento nei confronti del «popolo come categoria ideologico-culturale» a colpire il professore: «Mi tornano alla mente lontani studi sull’estrazione del Lotto, che era di origine genovese ma si è poi radicata a Napoli.
Anche in quel caso, le autorità non derogavano mai dalle regole, non modificavano mai in nulla la ritualità, si attenevano alla norma del ‘no lime tangere’ . Non andavano toccati i confini tra presente e futuro, tra fortuna e sfortuna…
Mi pare sia questo, anche oggi, l’unico motivo culturale per spiegare quello che accade». E tutto ciò dev’essere sul serio un aspetto dell’«eccezione napoletana», ragiona Macry, se è vero che a Salerno, dove il 21 settembre per tradizione i fedeli baciano il braccio di San Matteo, i vertici ecclesiastici, su invito della Asl, hanno vietato la pratica a causa dell’influenza.
«Se il divieto a Salerno rimanesse, allora questa storia individuerebbe i confini di un territorio specifico, tutto interno a Napoli». Antonio Bassolino, che quel territorio l’ha governato a lungo, ha già annunciato che bacerà la teca. «Spesso — conclude Macry — capita che siano proprio le autorità, molto più dei fedeli, a compiere quel gesto. Anzi, io escluderei la presenza di folle di persone a rendere omaggio e prendere auspici dalla teca. Perciò, in realtà, il no del cardinale ha un valore più simbolico che reale.
È un discorso, a forte tasso ideologico, che può significare: ‘Io rappresento una pratica religiosa che ha una sua radice popolare, non mi importa quanto attuale, e la difendo al di là delle preoccupazioni mondane’.
Insomma, a Napoli c’è sempre grande cautela da parte delle autorità civili e religiose nei confronti di una cultura popolare da non disgustare».
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