CONFUSIONE:’laRete’,Leoluca Orlando,la Primavera di Palermo,il ruolo dei Padri Gesuiti e il Movimento “Napoli per Napoli”

Febbraio 7, 2011 by admin · Comment
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Gentile Direttore del corriere del mezzogiorno (Napoli),
leggiamo
con meraviglia che “la costruzione della “rete” napoletana è appena
iniziata. Il giovane giornalista che Domenica 6 Febbraio sul‘Corriere
del Mezzogiorno’ ha evocato, gratuitamente e con giudizi impropri,
‘laRete’ , Leoluca Orlando, la Primavera di Palermo e il ruolo dei
Padri Gesuiti non ricorda che il Movimento de “la Rete” è stato
presente a Napoli in tre consiliature comunali, ha avuto in Campania
quattro parlamentari nazionali e poi assessori e consiglieri comunali,
come in ogni Regione d’Italia.

In pubblicazioni recenti sugli anni ’
90 ci si è dimenticati, anche da parte di autorevoli Autori, di
sottolineare il ruolo de “la Rete” in quegli anni. E, invece, negli
anni ’90 quasi quotidianamente la cronaca cittadina (vedi, tra l’altro,
“Napoli anno zero” ed. Intra Moenia) ne riportava l’attività politica
certamente non gradita al tempo dai massimi responsabili dei Partiti,
che, dopo 18 anni, hanno prodotto elementi che, simili a loro, citando
Max Weber, “non hanno avuto, oggettivamente e di fatto, nel senso più
intimo la vocazione per la politica”, come dimostra il panorama
politico di oggi.

E’ assolutamente improprio ricordare un’esperienza
di altissima qualità, un’iniziativa di rinnovamento della politica di
livello nazionale per presentare un Movimento “Napoli per Napoli”,
appena apparso in una manifestazione cittadina pre-elettorale e al quale
auguriamo di ben lavorare. Del resto, lo stesso Movimento neonato
limita il proprio impegno all’ambito cittadino, come risulta dalla
sigla; nasce in un altro contesto storico e non si richiama né potrebbe
richiamarsi alla “Rete” di Leoluca Orlando e quindi stupisce l’
accostamento proposto e il tentativo di operare paragoni.

E poi “la Rete” di Orlando,
Galasso,
Dalla Chiesa,
Fava,
Novelli,
Mancuso,
Caponnetto
non era un movimento di cattolici,
né di cattolici integralisti.
Lo dimostra il lavoro in tre Legislature.
La laicità, propria del cristianesimo e dei cattolici,
veniva vissuta dai cristiani
presenti come grande valore.

Resta, in alcuni ex ed attuali dorotei
ed in ex ed attuali inciucisti,
democristiani e comunisti,
una grande…
invidia per una storia, che andrebbe semplicemente esaminata e
rispettata per ciò che ha espresso, per chi la ha rappresentata e
vissuta, per la sua laicità e per il suo rigore etico, per come si è
sviluppata e per come ha deciso di terminare…una straordinaria
esperienza di lievito culturale, in una realtà, quella di sinistra e di
destra, troppe volte affaristica, incolta e provinciale.
Non solo al Sud.

Noi consigliamo, in futuro, di scegliere un termine di paragone
qualitativamente diverso .
Il richiamo evocato esporrebbe “Napoli per Napoli” a brutte figure.

Con cordialità,
Arnaldo Capezzuto, già coordinatore cittadino di Napoli
Francesco de Notaris, già coordinatore regionale e Senatore
Lucio Pirillo, già Consigliere Comunale e
Assessore prima Giunta Bassolino

I cattolici rompono gli indugi, è pronta la «Rete» napoletana di Gimmo Cuomo

Febbraio 6, 2011 by admin · Comment
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rassegna stampa -
6 febbraio 2011
il Corriere del Mezzogiorno

A differenza di quella palermitana, caratterizzata dall’esasperato giacobinismo in salsa gesuitica, la «Primavera napoletana» potrebbe assumere le sembianze più rassicuranti dei volontari, cattolici e non, disposti, finalmente, a compiere il balzo dal, pur utile, impegno prepolitico a quello politico vero e proprio, mettendo in preventivo la possibilità di «sporcarsi» le mani all’interno delle istituzioni.

Il clima in città è pesante, dunque astrattamente favorevole agli azzardi calcolati. Le condizioni ci sono tutte. I partiti sono in piena crisi: il Pd è dilaniato da un’antica faida interna, il Pdl altrettanto è spaccato e incapace di esprimere il candidato a sindaco;

il cardinale Crescenzio Sepe, che spesso, di fronte alla delegittimazione delle istituzioni, ha svolto un utile ruolo di supplenza, in occasione dell’apertura del Giubileo per Napoli ha sottolineato «l’esigenza diffusa di una stagione di rinascita» non solo religiosa ma anche «civile e sociale».

Sulla scorta di questo appello alla mobilitazione, pochi giorni fa il movimento «Napoli per Napoli» ha gettato la maschera, non escludendo la possibilità di una partecipazione diretta al prossimo confronto elettorale per palazzo San Giacomo.

A guidarlo non c’è un leader carismatico, ma non immune dagli eccessi populisti come l’allora cinquantenne Leoluca Orlando,
ma tre personalità flemmatiche molto conosciute e stimate in città:
Sergio Sciarelli, economista di chiara fama e presidente del cda del teatro Mercadante,
Mario Di Costanzo ex consigliere nazionale dell’azione cattolica, attualmente impegnato a guidare la Consulta dei laici della Curia napoletana e
Gian Paolo Leonetti dei conti di Santo Janni, sovrintendente del Pio Monte della Misericordia.

Una settimana fa la prima uscita pubblica al Circolo artistico politecnico in Piazza Triste e Trento.

«Ma — assicura Di Costanzo — ci saranno presto altri incontri anche nelle periferie perché non si pensi che il nostro movimento è uno dei tanti salotti della Napoli bene».
Va ricordato che un legame tra il movimento e le gerarchie ecclesiastiche non esiste.
Nessun ecclesiastico, infatti, ha finora (e probabilmente non lo farà nemmeno in futuro) assunto il ruolo di ufficiale di collegamento tra i laici e la Chiesa.
Una cosa è certa: la volontà dei promotori del movimento di orientare e non subire l’offerta politica dei partiti, senza escludere anche le opzioni più estreme.
«Siamo un cantiere aperto»,
spiega Di Costanzo:
«L’unico punto fermo è rappresentato dal rifiuto di pacchetti preconfezionati.
Per esempio, potremmo impegnarci in favore di quel candidato a sindaco che
annuncerà la squadra di governo prima delle elezioni.

So bene che si tratta di una provocazione e che difficilmente un aspirante primo cittadino deciderà di scontentare prima del voto tutti quelli che nutrono aspettative.
Appunto non escludiamo nemmeno la possibilità della lista civica».
Già la lista civica, l’ipotesi estrema.
Nel movimento si ragiona anche di altro.
Per esempio della possibilità di chiedere ai partiti l’impegno su punti programmatici ritenuti fondamentali e un’adeguata rappresentanza che possa garantire il rispetto dei patti.
Ma ogni opzione ha le sue controindicazioni.
L’ipotesi della lista civica dovrebbe fare i conti col sistema elettorale.
E pur vero che quello per il Comune, modulato su due turni, prevede la possibilità di apparentamenti. Ma è altrettanto vero che, in caso di ballottaggio, la scelta di sostenere l’uno o l’altro candidato rischierebbe di mandare in frantumi l’unità del movimento costruito sulla base della pluralità culturale.

Se, viceversa, prevalesse l’idea di inserire candidati nelle liste già in campo, si correrebbe il rischio di risultare esclusivamente portatori d’acqua, destinati a soccombere nel confronto con i grandi collettori di preferenze.
Ma il movimento cresce, e sta stabilendo rapporti con altri soggetti della società napoletana a cominciare dalla Cisl, guidata in Campania da Lina Lucci che già ha auspicato che le forze sociali partecipassero alla stesura dei programmi.
«Ho molto apprezzato le parole di Lina alla nostra assemblea», conclude De Costanzo:
«allo stesso tempo do atto alla Cisl nazionale di aver dimostrato grande coraggio nell’assumere posizioni che l’hanno esposta a critiche». E poi ci sono le altre associazioni, i comitati, tutti quei soggetti che sono ancora una volta tentati di varcare la soglia della politica.

La costruzione della «rete» napoletana è appena iniziata.

Dopo aver letto P.Pizzuti S.J. di Francesco Denotaris

Febbraio 6, 2011 by admin · Comment
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Caro Padre, Lei ne avrà viste tante di Associazioni allo
“statu nascenti”! E’ un buon testimone, non di quelli che si comprano
in tribunale per qualsiasi testimonianza. Me ne accorgo dai giudizi,
dalle osservazioni, che pone in occasione della presentazione del
Movimento di opinione “Napoli per Napoli”. I promotori sono
personalità degne di stima e che motivano ogni attenzione.
Nascono, talvolta, questi Movimenti in occasione di elezioni perchè cittadini
pensosi e insoddisfatti mettono insieme idee, convincimenti comuni,
desiderio di respirare aria nuova e cercano consenso per iniziative
comuni.
Non sempre, purtroppo, “salgono” in politica (non si scende in
politica…) e si offrono al giudizio degli elettori. E’ anche vero
che ognuno ha una vocazione, ha sensibilità, ha aspirazioni tali da
giocarle in ambiti che non sempre sono quelli classici di una
competizione elettorale. Ed è giusto che sia così perchè ognuno deve
offrire il proprio contributo rispettando la propria vocazione.
Come Lei osserva, i partecipanti appartenevano a “categorie della borghesia
di stampo professionale, imprenditoriale, accademico…” insofferenti
e insoddisfatti per “i mali e la gestione della città“.

Ritengo che queste aggregazioni siano un arricchimento per la nostra Città e
certamente non vanno etichettate, come accade troppo spesso, ed ancora
una volta concordo con Lei nel dire “non corretta la definizione data
dalla stampa del movimento come espressione del volontariato civile e
cattolico”.
Se così fosse saremmo in presenza di un depauperamento
della potenzialità che il Movimento ha e che, comunque, ha
intercettato già tanti concittadini, direi anche non cattolici.
Sommessamente Le confesso che non si contano i concittadini
giustamente critici che, al momento del voto, rinforzano i peggiori.

Caro Padre, ho letto il Suo intervento e ci sarebbe molto da dire
anche sulla domanda che Ella pone in conclusione.
Ma come entrare nella modernità?
Mi permetta dire una banalità; se non riportiamo i bambini a scuola,
tutti a scuola, se non compiamo un grande sforzo per
risanare il nostro patrimonio edilizio, se non daremo un lavoro
dignitoso e vero a tutti, se non daremo una casa a chi non la ha, se
non garantiremo salute e assistenza a chi ne
ha diritto, se tutti insieme non ci libereremo dalla mentalit
camorristica (vedi discorso di Benedetto XVI in Piazza del Plebiscito)
sarà sempre più difficile, forse impossibile parlare di Napoli “nel
contesto europeo”. E dico di Napoli, della Città tutta intera con i
suoi abitanti.

VOCI DELLA SOCIETA’ CIVILE: PER QUALE CITTA ? Di Domenico Pizzuti

Febbraio 6, 2011 by admin · Comment
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Con un aplomb quasi britannico nell’elegante salone del Circolo Artistico Politecnico Sergio Sciarelli, docente di economia e promotore insieme con Gianpaolo Leonetti e Mario Di Costanzo del movimento di opinione “Napoli per Napoli” ha presentato all’assemblea pubblica di cittadini interessati gli obiettivi, le richieste, le attese di questo movimento nei confronti dei candidati alle prossime elezioni comunali di maggio per un cambiamento politico-amministrativo ineludibile.

Clima di attenzione e consapevolezza, pacato e signorile, da gentiluomini senza alzare troppo la voce anche nel denunciare i guasti ed i mali della città, con qualche autocritica per non aver controllato l’agire degli amministratori eletti.

Complessa la società civile napoletana, da analizzare nelle sue diverse componenti virtuose o meno, che nel volgere di poche settimane in quarantamila partecipa alle primarie per il candidato sindaco del PD con le dilacerazioni che ne sono seguite, ed in 300 si raccoglie nel salone del Circolo Artistico Politecnico per esprimere sofferenza e insoddisfazione per i mali e la gestione della città.
Voice nel senso di protesta?
No, direi denuncia di strati professionali e borghesi, diversamente acculturati politicamente e socialmente collocati in ruoli di responsabilità.

Nel corso del 2008 per l’emergenza rifiuti – un ossimoro – abbiamo partecipato a ben altre infuocate assemblee con la presenza degli amministratori responsabili.

Più che entrare nel merito delle analisi e delle proposte formulate, riteniamo più opportuno riflettere sul clima e sulle caratteristiche sociali dei promotori del movimento e dei partecipanti all’assemblea che da un punto di vista sociologico rivelano gli interessi ed i condizionamenti delle stesse formulazioni di pensiero.

A questo proposito – a nostro avviso - riteniamo non corretta la definizione data dalla stampa del movimento come espressione del volontariato civile e cattolico, che sembra invece voler significare cittadini che, fuori delle aggregazioni politiche o partitiche, volontariamente si protendono nell’arena pubblica in occasione di elezioni amministrative con loro richieste e proposte dopo un certo silenzio ed assenza nel dibattito pubblico.

Una contraddizione con lo statuto della cittadinanza attiva e responsabile che non si esaurisce certo con la partecipazione al voto fino alla prossima tornata elettorale.

I promotori ed i partecipanti all’assemblea certo appartengono a categorie della borghesia di stampo professionale, imprenditoriale, accademico, e questa appartenza può spiegare l’insoddisfazione e l’attesa più volte ribadita di una città normale, che funzioni nei servizi essenziali e nella pubblica amministrazione, garantisca la sicurezza ed il civile svolgimento delle varie attività, assicuri il decoro urbano, trasparenza e partecipazione dei cittadini secondo esperienze sperimentate in altre città.

In questo contesto di stili di vita, si è fatto ripetutamente richiamo alle qualità dei pubblici amministratori, specialmente sotto il profilo della competenza che certo non guasta perché si tratta di gestire la macchina comunale con i suoi 13.000 dipendenti, ma non basta se manca una qualità ed una visione politica della mission di una città.

Una prima osservazione riguarda l’altra e maggioritaria parte della città che non è rappresentata, formata da un ceto medio in difficoltà per la crisi economica, dalle famiglie con lavori saltuari e precari, con numerosi figli a carico, dai pensionati poveri, dai giovani in cerca di lavoro, dai numerosi iscritti al casellario giudiziario, cioè da quella che è stata definita la “pancia” della città che non si conosce e con cui non si dialoga.
Chi rappresenta chi?
Amato Lamberti, sul filo di un’ analisi statistica delle stratificazioni sociali ha potuto dire che l’Amministrazione comunale garantisce solo il 10% dei cittadini, quelli appunto di stampo borghese.
Quali compiti, secondo le competenze comunali, si pongono per un’ integrazione nella modernità economica, sociale e civile di questi strati popolari e che non sia la riproduzione di misure assistenzialistiche che non risolvono le situazioni?

Una seconda osservazione, in questa prima presentazione del movimento si è insistito molto sulle qualità dei candidati a sindaco e della sua squadra funzionale ad un’ eventuale lista civica se i candidati presentati dai partiti non risponderanno alle attese, ma non è emersa quale città si prefigura, quale mission di Napoli nel contesto europeo, mediterraneo e di globalizzazione non solo economica.

Quando i social network facilitano ben altre proteste per il pane e la democrazia sulla rive africane del Mediterraneo e configurano secondo il linguaggio di M. Castells <> che reagiscono ad oppressioni prolungate che si vogliono scrollare.

Dopo la lista delle attese sulle qualità dei candidati alle prossime elezioni comunali, la domanda che si può porre, e che formulerei se fossi un candidato,
“Voi benemeriti cittadini che cosa ci mettete” per realizzare il cambiamento atteso in termini di partecipazione, responsabilità, attivazione di risorse, ed in questo caso di programmi con progetti di fattibilità.

E con qualche sacrificio per migliorare la condizioni dei ceti meno privilegiati della città.

Dio salvi Napoli, tutta Napoli!

Venerdì 21 assemblea di Uneba Napoli-

Gennaio 20, 2011 by admin · Comment
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Come forma estrema di protesta per i mancati pagamenti gli enti potrebbero decidere la sospensione delle attività per minori e anziani da lunedì 24.

E’ convocata l’assemblea generale degli enti associati a Uneba Napoli. Si svolge venerdì 21 alle 16 presso la sala teatro dell’istituto Don Guanella in via Don Guanella 20 a Napoli, qui.

L’assemblea dovrà esaminare la gravissima situazione del contenzioso con il Comune di Napoli (per il quale è già stato proclamato lo stato di agitazione), anche a seguito dell’incontro con l’assessore al sociale di Napoli Giulio Riccio previsto per venerdì 21 mattina, e per decidere l’eventuale sospensione delle attività dalla prossima settimana.

Qui di seguito il comunicato stampa sul tema diffuso da Uneba Napoli.

NAPOLI – GLI ENTI DI ASSISTENZA PER MINORI ED ANZIANI POTREBBERO SOSPENDERE LE ATTIVITA’ DA LUNEDI’ 24

Potrebbero sospendere le attività già da lunedì 24 gennaio gli enti di assistenza religiosi e laici di Napoli, aderenti a Uneba, organizzazione di categoria di ispirazione cattolica.

La clamorosa decisione potrebbe essere adottata come forma estrema di protesta contro il mancato pagamento, da parte del Comune di Napoli, delle rette di mantenimento agli istituti da oltre 2 anni. Si tratta di circa 20 milioni di cui il Comune è debitore, mettendo, come più volte denunciato, in gravissima difficoltà gestionale gli enti.

Venerdì 21 la delegazione di Uneba Napoli, con il presidente Lucio Pirillo, avrà un ultimo decisivo incontro con l’assessore ai servizi sociali di Napoli Giulio Riccio, dopo aver già rivolto, nei giorni scorsi, un pubblico appello al senso di responsabilità del sindaco Rosa Russo Jervolino e di tutta la classe politica cittadina.

La decisione sulla sospensione delle attività sarà presa da Uneba Napoli nel corso dell’assemblea generale degli associati di venerdì 21 alle 16 presso la sala teatro dell’Istituto Don Guanella in via Don Guanella 20 a Napoli. “Invitiamo a partecipare all’assemblea – dice Pirillo – tutti i cittadini ed in particolare i politici interessati”.

Se si deciderà per la sospensione delle attività, da lunedì i 3000 ragazzi, in gran parte provenienti da quartieri disagiati e situazioni sociali a rischio, troveranno chiuse le porte dei centri in cui solitamente trascorrono gran parte della giornata.

Le famiglie dei ragazzi e degli anziani assistiti, nel corso delle assemblee svolte presso gli enti, sono già stati avvertite della situazione. Molti, spiega Pirillo, hanno espresso solidarietà con gli enti Uneba e sono pronti a scendere in piazza assieme a loro.

Proprio a causa della gravissima situazione del contenzioso con il Comune, già da lunedì 17 gli enti aderenti ad Uneba Napoli sono in stato di agitazione.

Per domenica 23 è in programma un volantinaggio Uneba fuori dalle chiese di Napoli.

Inoltre Uneba Napoli continua a contattare e sensibilizzare sul tema i consiglieri delle Municipalità del Comune di Napoli.

BOLLETTINO N 14 DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI SCAMPIA

Gennaio 20, 2011 by admin · Comment
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Nel compito volontario di polizia o vigilanza ambientale, ieri
alle ore 17.00 mi sono recato
al campo nomadi di via Cupa Perillo, ho constatato con soddisfazione
che era stata liberata da detriti ed immondizie l’entrata al c.d.
“campo dei musulmani” che avevo segnalato nel precedente Bollettino n.
13. Inoltre nella salita e nella rotonda soprastante le varie
immondizie erano state raccolte in cumuli in modo da liberare la
strada e lo spettacolo della “monnezza” dilagante. Ho appreso pure che
per l’installazione della videosorveglinaza era venuti la scorsa
settimana i tecnici dei vari enti interessati per procedere alla sua
realizzazione.

Mi auguro pertanto che queste operazioni possano essere portate a
compimento con la raccolta di tutta la spazzatura e l’installazione
della videosorveglianza, in modo che si possano collocare capaci
cassonetti e sensibilizzare gli abitanti del campo al deposito dei
sacchetti delle immondizie. Anche al fine della raccolta differenziata
secondo progetto esistente da implementare.

Come osservatore non particolaristico, devo far presente che in
questi giorni nella circonvallazione esterna nella zona di Melito ho
notato a più riprese grandi cumuli di immondizie che si elevano sotto
alberi o muri di case che certo non fanno bene alla salute degli
abitanti.

Domenico Pizzuti, Comitato “Cittadini, Associazioni e Rom insieme”

Napoli, 20 gennaio 2011

Il Forum delle culture sta diventando una specie di festa dell’Unità

Gennaio 6, 2011 by admin · Comment
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Forum, Velardi demolisce Oddati
di Anna Trieste
fonte-
il Giornale di Napoli
6 gennaio 2011

L’eco dell’esito a dir poco disastroso dei concerti”alternativi” al Plebiscito, organizzati a Capodanno dal Forum delle Culture assieme al Comune, varca i confini di Napoli e attraverso la rete raggiunge velocemente gli occhi e le orecchie di altre città. E siccome di orecchie particolarmente “sensibili” ai fatti partenopei se ne trovano parecchie anche a Roma, tra queste non possono non essere annoverate quelle di Claudio Velardi, l’ex assessore regionale al Turismo che durante le ultime elezioni ha fatto da spin-doctor per il candidato governatore del centrosinistra Enzo De Luca.

Allora Velardi, ha visto anche lei su YouTube le immagini delle piazze vuote a Scampia e al Mercato?
«Beh, sì. Era impossibile non vederle».

E qual è la sua opinione in proposito?
«Io credo che organizzare quei due concerti sia stata una colossale sciocchezza visto che a Capodanno i napoletani tradizionalmente si radunano a piazza del Plebiscito. Non solo, questo è il segno di uno stato mentale del tutto confusionale e minoritario da parte degli organizzatori».

Che cosa intende per stato mentale minoritario?
«Mi riferisco alla “sindrome del perdente”. La sinistra ha perso alla Provincia e alla Regione e ora pensa di difendersi così, arroccandosi nelle sue stanze, parlando solo alle sue truppe, senza comprendere che questo e esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare».

E cioè?
«Dovrebbe aprirsi alla gente vera invece di organizzare eventi come questi».

Se questa è la sua opinione sui concerti di Capodanno, visto che ad organizzarli sono state le stesse persone cui è affidato il Forum delle Culture, lei conferma il giudizio non proprio benevolo che espresse tempo fa, quando era ancora assessore?
«Certo. Avevo ragione. Come predissi, il Forum sta diventando una specie di festa dell’Unità, ma non gigantesca bensì periferica da un punto di vista culturale. Anzi, dico di più. Se il Forum verrà impostato con la stessa mentalità con cui sono stati messi su gli eventi di Capodanno allora sarà un flop micidiale».

E che cosa si dovrebbe fare per evitare l’ecatombe?
«Gli esponenti della sinistra napoletana dovrebbero avere la forza e il coraggio di aprirsi alla gente. E invece questi piccoli “soloni” si ostinano a chiudersi in sé stessi, storcendo il naso davanti a manifestazioni più popolari».

Si spieghi.
«Mi riferisco ai neomelodici, per esempio. Perché fare gli snob inventandosi chissà quali installazioni artistiche quando sono loro ad incontrare l’apprezzamento popolare?»

Velardi, dal momento che nonostante la residenza romana lei continua a seguire con apprensione le faccende partenopee, avrà saputo che tra rifiuti e polemiche nel Natale napoletano ci sono state più ombre che luci. Che ne pensa?
«Penso che il problema più grande del Comune è che non ha una lira. Finché c’era il grande capo (Antonio Bassolino, ndr) pagava lui per tutti, ma adesso che alla Regione c’e il centrodestra è finito tutto.
Al Forum poi non ne parliamo, lì non hanno nemmeno gli occhi per piangere».

COSA HANNO DETTO PRIMA…………


Schifone: “Caro Bonito Oliva, la cultura non è sinonimo di corte”

Dicembre 30, 2010 by admin · Comment
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“Cicero pro amici suoi”. Lo sottolinea Luciano Schifone il consigliere regionale del Pdl e delegato dal presidente Caldoro, allo spettacolo ed al Tavolo del Partenariato Economico e Sociale, in merito alle dichiarazioni rilasciate alla stampa questa mattina da Achille Bonito Oliva, presidente della Fondazione del Museo Madre e, soprattutto, bassoliniano doc.
“Siamo sinceri – continua – da una persona di cultura, come lui, ci si aspetterebbe valutazioni ponderate, piuttosto che generalizzazioni indiscriminate ed accuse assolutamente immotivate, perché non corroborate da alcuna motivazione specifica ed esplicitata”.
“Il solo dire – aggiunge – che la destra non si occupa di cultura e che questa è patrimonio della sinistra, significa delegittimare la cultura che per essere veramente tale, non deve avere colore politico.
Affermare il contrario è la conferma della concezione manichea di cultura cara alla sinistra.
Una sorta di torre eburnea laddove si può essere ammessi solo se si appartiene alla corte del “potente” di turno.
Sicchè, non basta essere di sinistra per essere considerato artista o uomo di cultura, ma è necessario soprattutto accettare la logica dell’asservimento.
Ed è proprio questo metodo, instaurato alla Regione Campania, da Bassolino e supportato ed avvalorato da suoi cortigiani, fra cui un ruolo non secondario hanno rivestito proprio Eduardo Cicelyn ed Achille Bonito Oliva, che l’attuale giunta sta cercando di superare, facendo spazio, invece, alla logica della meritocrazia anche nella cultura e nell’arte, indipendentemente dalle appartenenze politiche dei singoli”.
“Del resto – prosegue - come ho avuto già modo di sottolineare, in altra occasione, la responsabilità di tutto quello che sta succedendo è da ascrivere a chi ha tentato, dopo aver condizionato il presente della regione Campania, anche di mettere le mani sul suo futuro prorogando le scadenze dei mandati dirigenziali di tutte le strutture regionali, dai parchi ai teatri, dai musei alle partecipate, provando a costruire un sistema di controllo politico della cosa pubblica rigido, inattaccabile ed inviolabile e che rispondesse ancora e soltanto a lui, anche quando lui non avrebbe più “abitato” a palazzo Santa Lucia.

E il riferimento a “Bassolino Amici e compagni” e tuttaltro che casuale”.

“Oltretutto – conclude Schifone – se gli artisti napoletani sono stati, ingiustamente, esclusi dal Festival di Sanremo probabilmente lo si deve al fatto che i primi a delegittimare la tradizione musicale partenopea siamo noi.
Vedi il rifiuto di Nino D’Angelo alla trasformazione del “Trianon-Viviani” in Teatro della musica classica napoletana ”.

Roghi di immondizie a Scampia

Dicembre 30, 2010 by admin · Comment
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29/12/2010 ore 20:39
DICHIARAZIONE DI P. DOMENICO PIZZUTI
In questo momento, alle ore 20, 35, dal mio balcone
vedo nella sottostante Viale della Resistenza,
nella parte che costeggia le “Case dei puffi”, fiamme
appiccate a mucchi di immondizie che crescono da giorni,
mentre i cassonetti sono stati svuotati. I mucchi laterali non sono
stati
eliminati per mancanza di raccoglitori, mi è stato
detto. Anche in altre strade ho constatato
che sono stati bruciati immondizie giacenti. Atti di
volgare vandalismo, o protesta per i giacimenti
di immondizie non raccolti, Devono i cittadini, privati
di servizi essenziali, provvedere alla
raccolta inddifferenziata. Ci dobbiamo vergognare di
essere una comunità cittadina che non sa
provvedere ad eliminare i rifiuti? Paradossalmente, per
un intreccio di fattori o poteri forti, questa
situazione è riuscita a farla al Presidente Berlusconi
che continua ad annunciare la risoluzione
di un emergenza che si annuncia peggiore di quella del
2008.
Buona fine finalmente per l’eliminazione dei
rifiuti. Si può sperare per l’anno nuovo forse
con un esercito di volontari!

NAPOLI,SOLO ANDATA;BOLLETTINO N 12 DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI SCAMPIA:

Dicembre 9, 2010 by admin · Comment
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La monnezza non raccolta da mesi un’autentica bomba
ecologica.
Dice una abitante del campo
<< Se mi ammalo io, ti ammali anche tu!>>.

Il mare di immondizie non raccolte da mesi e che si
innalza per metri al cielo grigio e dilaga sempre più
ostruendo il passaggio a macchine e pedoni costituisce
un’autentica BOMBA ECOLOGICA per la salute
degli abitanti del campo e degli abitati circostanti. La
situazione è altamente pericolosa e richiede interventi
immediati anche con la collaborazione degli abitanti del
campo. Di fronte a questo triste spettacolo
una abitante mi diceva: < tu!>>. Il miglior rimedio è la prevenzione.
Se si possono adottare provvedimenti di urgenza di
contenimento coinvolgendo gli abitanti, siamo disponibili
per la collaborazione. Altrimenti sarà di nuovo coinvolta la
Procura della Repubblica di Napoli per attentato
alla salute pubblica.
La pazienza non è infinita e la salute dei cittadini è in
pericolo. Dobbiamo forse invocare la Madonna perchè
ci liberi da questo male? Non è certo il caso, ma esprime
un’ invocazione estrema ad un pericolo estremo.

Domenico Pizzuti, Comitato “Cittadini, Associazioni e Rom
insieme”
Napoli, 8 dicembre 2010

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