APPELLO AL SINDACO DE MAGISTRIS: DIRITTO AL WELFARE ANCHE PER LE STRUTTURE CATTOLICHE — L’ALLARME DELL’UNEBA-NAPOLI
Natale senza strenne per i bambini dell’Ursi di
Forcella
Sarà un Natale davvero triste, per i bambini dei centri socio assistenziali di Napoli. L’amministrazione comunale quest’anno ha bloccato anche quei fondi che durante il periodo di dicembre venivano concessi a quegli istituti cattolici in cui centinaia di ragazzini a rischi, provenienti da realtà difficili della città, cercano di sottrarsi alle influenze negative della strada.
LEOLUCA ORLANDO presenta al gran Caffè Gambrinus “Le due Napoli” scritti di Domenico Pizzuti(e parla delle politiche sociali a Napoli)
Filed under: Presentazione del libro “LE DUE NAPOLI", politiche sociali
NAPOLI. OPERA DON GUANELLA FONDAZIONE E. FERNANDEZ INAUGURAZIONE ANNO SCOLASTICO
IN ATTESA DEL PIANO DI RIENTRO DAL DEBITO DI TUTTO IL TERZO SETTORE NAPOLETANO ATTRAVERSO LA CESSIONE DEL CREDITO (PRO SOLUTO) COME PROMESSO DAL SINDACO DE MAGISTRIS,DALL’ASSESSORE D’ANGELO E DALL’ASSESSORE REALFONSO
CONVEGNO DI STUDIO SULLA FIGURA DI DON LUIGI GUANELLA EDUCATORE:IL SINDACO DE MAGISTRIS ASSICURA UN PIANO DI RIENTRO DAL DEBITO PER IL TERZO SETTORE ATTRAVERSO LA CESSIONE DEL CREDITO (PRO SOLUTO)
Uneba Napoli in piazza con il Terzo settore per chiedere al Sindaco De Magistris di presentare entro fine ottobre un piano di rientro dal debito che il Comune ha con le organizzazioni del terzo settore, facendosi carico degli oneri finanziari dovuti alle banche
Uneba Napoli: contro i tagli, i servizi sociali e sociosanitari li facciamo in piazza Mercoledì 5 ottobre Uneba, Sam, La Rete, Il welfare non è un lusso protestano a Napoli contro i tagli al welfare del governo nazionale e chiedono a Regione, Comune e Asl di fare la loro parte.
Uneba Napoli e le altre organizzazioni chiedono
al sindaco di Napoli Luigi De Magistris:
- di presentare entro fine ottobre un piano di rientro dal debito che il Comune ha con le organizzazioni del terzo settore, facendosi carico degli oneri finanziari dovuti alle banche
- di aumentare la spesa sociale
- di rendere efficaci e certe le procedure amministrative per i pagamenti
- di chiarire il futuro dei progetti e dei servizi sociali che sono già sospesi o a breve chiuderanno
Mercoledì 5 ottobre protesta in piazza di Uneba Napoli
Nuova mobilitazione di Uneba Napoli, vittime degli enormi ritardi del Comune di Napoli nel versare quanto dovuto e sempre più in difficoltà nel portare avanti il loro impegno sociale a favore di minori ed anziani.
Questa volta si tratterà di una protesta congiunta di più realtà del terzo settore napoletano: con Uneba Napoli, rappresentata dal presidente Lucio Pirillo e dal segretario regionale Antonio Cicia anche il comitato Il welfare non è un lusso e la Legacoopsociali.
Tutti gli Associati ad UNEBA-NAPOLI sono pregati di contattare la segreteria provinciale di Napoli
http://www.uneba.org/mercoled-5-ottobre-protesta-in-piazza-di-uneba-napoli/
UNEBA Napoli, grave crisi dei servizi alle persone le Amministrazioni locali non rispettano gli impegni
Politiche sociali: il 5 ottobre giornata di mobilitazione generale
Le chiavi dei servizi socio-assistenziali saranno consegnate simbolicamente al Prefetto, a de Magistris e Caldoro. E intanto chiudono le Educative territoriali, i semi-convitti per i minori e le case famiglia per i malati di Aids
Napoli – I servizi sociali e socio-sanitari a Napoli e in Campania stanno chiudendo. Le uniche due case famiglia nella regione per malati di Aids già non accolgono più pazienti, mentre a Napoli le educative territoriali per i bambini sono ferme, le ludoteche sono chiuse, i semi-convitti sono in gravissime difficoltà. A lanciare l’allarme oggi in conferenza stampa congiunta i rappresentanti del comitato Il welfare non è un lusso Giovanni Laino, Antonio D’Andrea e Pasquale Calemme, Giacomo Smarrazzo responsabile di Legacoopsociali Campania, il presidente dell’Uneba Lucio Pirillo e il segretario regionale Antonio Cicia. Tutti, in rappresentanza di centinaia di associazioni e cooperative sociali laiche e cattoliche, hanno denunciato il mancato rispetto degli impegni da parte di Comune di Napoli, Regione Campania e Asl Napoli 1 dopo quattro anni di mobilitazione: nessun tavolo di confronto è stato aperto con le organizzazioni sociali nonostante le promesse in tal senso dalla Regione, che non ha neanche sbloccato i fondi per il sociale né avviato le procedure per la fine del Commissariamento dell’ambito Napoli, come pure non ha nominato i sub commissari della Asl Napoli 1, che si stima abbia un debito di almeno 20 milioni di euro per i servizi socio-sanitari gestiti dal terzo settore. Il Comune di Napoli, che sconta il deficit delle amministrazioni precedenti, ha ancora un debito di 200 milioni con coop e associazioni e ha investito appena 56 milioni nella spesa sociale, anche a causa dei tagli al fondo sociale da parte del Governo e dei minori trasferimenti ai comuni.
I rappresentanti delle organizzazioni sociali hanno annunciato che il 5 ottobre prossimo in piazza del Gesù terranno una giornata di mobilitazione cittadina in cui saranno coinvolti gli operatori sociali, le suore e i religiosi che operano nei servizi socio-assistenziali e tutti i beneficiari dei servizi (bambini, anziani, persone disabili, sofferenti psichici, ex tossicodipendenti, immigrati, malati di Aids e di Alzheimer) con le loro famiglie, e saranno consegnate simbolicamente al Prefetto di Napoli Andrea De Martino, al sindaco Luigi de Magistris e al presidente della Regione Campania Stefano Caldoro le chiavi dei servizi che stanno chiudendo.
«Stiamo subendo uno stillicidio quotidiano – ha detto Giovanni Laino – di perdite di operatori sociali che non vengono pagati e di sevizi che vengono chiusi. Ci sono organizzazioni che dopo vent’anni di lavoro si trovano oggi ad avere il problema di come pagare le utenze». «Chiediamo chiarezza sul futuro dei progetti – ha concluso Laino – del Comune di Napoli, e un piano di rientro del debito, serio e corretto sulla programmazione». È di oggi la notizia che l’ente locale non ha rifinanziato le educative territoriali, vale a dire i servizi di accoglienza dei minori a rischio dislocati su tutto il territorio cittadino: 33 in tutto, che accolgono da un minimo di 30 a un massimo di 60 bambini tra i 7 e i 13 anni, per un totale di circa 2mila minori.
Quello dei servizi per i bambini e gli adolescenti è il settore più critico: l’Uneba denuncia che già 300 bambini sono senza assistenza perché 3 semi-convitti hanno già chiuso. «La crisi riguarda tutti – spiega il presidente dell’Uneba Lucio Pirillo – stanno chiudendo anche le strutture religiose».
Il mancato rispetto degli impegni da parte della Regione Campania e della Asl Napoli 1 sta comportando anche la chiusura delle uniche due case famiglia per malati di Aids della regione: la Masseria Raucci aperta nel 2005 gestita dalla cooperativa sociale Il Millepiedi, e la Riario Sforza gestita dall’opera Don Guanella e aperta nel 2003 dalla Caritas, ora non accettano più utenti. «In Campania non sono neanche sufficienti a coprire la domanda di accoglienza delle persone affette da Hiv – denuncia Pasquale Calemme – perché possono ospitare complessivamente 30 persone su una domanda di almeno un centinaio. La Asl ha debiti per 600mila euro con le due strutture, e non paga nonostante esista un “fondo Aids” dedicato».