NAPOLI,Preghiera sacerdoti di Scampia in questo preoccupante frangente
Carissimi/e,
noi sacerdoti di Scampia sentiamo forte il desiderio di luce. Dov’è il buio, che io doni la luce; dov’è l’odio, che io doni l’amore; dov’è guerra, che io doni la pace. Chiediamo al Signore, che chiamò Matteo dal banco di coloro che opprimevano i poveri ad essere Suo discepolo, di vivere una vita onesta e attenta alle sofferenze degli ultimi.
Chiediamo al Signore, che perdonò sulla croce i Suoi uccisori perché non sapevano cosa facessero, di aiutarci a sperare nella conversione dei camorristi.
Chiediamo al Signore, che diede luce agli occhi dei ciechi, di mostrare agli amministratori e ai politici che ci rappresentano quanto sia bello e affascinate adoperarsi per un mondo più giusto e sano, anche a costo di sacrifici non piccoli.
Tutto questo noi ti chiediamo, in un momento di buio per gli abitanti di Scampia. Ti chiediamo luce per accorgerci delle storture in una vita, la nostra, che non riesce più ad essere normale, per prendere distanza da ogni forma oscura che mina la nostra libertà: ad esempio confidare troppo nella magia del denaro che può far perdere la dignità quando si cede all’illegalità o al gioco d’azzardo; o al contrario conservare le proprie sostanze senza investire in modo intelligente nemmeno un centesimo per coprire le nudità dei più poveri.
Vogliamo una vita alla luce del sole, senza nubi pregne di sostanze tossiche; vogliamo una vita in cui si respiri aria nuova, che spazzi via ogni ricordo che toglie la speranza e l’amicizia sincera.
Basta con i morti ammazzati che oscurano le strade di Scampia fino ad arrivare addirittura nelle scuole; basta con le complicità ai sistemi che finanziano le realtà di morte.
“Tu, Madre della Speranza prega per noi!
Aiutaci a diventare veri discepoli del Signore.
Veglia sulle nostre persone e sul nostro quartiere,
non permettere che il male si radichi tra noi,
fa’ che crediamo sempre nella forza del bene,
accompagnaci ogni giorno fino alla meta definitiva
dove speriamo di trovarti
ed essere per sempre con te”.
(Stralcio dell’Atto di affidamento a Maria del rione Scampia di Giovanni Paolo II, il 10 novembre 1990).
Missione Scampia di Fabrizio Valletti
Gesuita della comunità di Scampia (Na)
La scommessa del Concilio (e di Napoli)
rassegna stampa-fonte-www.popoli
Rivivere la gioia del Concilio.
Per chi ha vissuto quegli anni di fermento e di ricerca, la ricorrenza significa riaccendere la speranza. I 50 anni di distanza nella vita del mondo e della «Chiesa nel mondo» significano profondi cambiamenti ed è su questa scommessa che ritroviamo l’attualità di quando i padri conciliari e gli esperti convenuti a Roma si sono confrontati, scontrati, intesi.
La lettura dei documenti conciliari è un’esperienza che ancora e sempre di più può illuminare l’odierno cammino. Molto importante è cogliere il lavoro difficile e tormentato che durante le sessioni, prima sotto la guida di Giovanni XXIII e poi di Paolo VI, ha portato a ribaltare quanto proposto nella preparazione dei lavori conciliari. Il carattere «pastorale» della ricerca e i messaggi che i documenti propongono sono motivo di perplessità per chi attende dalla Chiesa definizioni e certezze.
Per chi è immerso nell’evolversi rapido delle vicende culturali e sociali, le indicazioni che emergono dal dibattito dei padri conciliari sono piste da percorrere con coraggio, nell’esperienza del dialogo, nella condivisione di responsabilità, nella scoperta dei «segni dei tempi» lungo il cammino che accomuna persone e popoli interi alla ricerca di libertà e di un nuovo umanesimo fondato sul diritto e sulla pace.
È una provocazione anche per la nostra Chiesa e per le comunità di Scampia, sofferenti per le tante contraddizioni e ingiustizie. Lo spirito del Concilio, ripreso dall’anno giubilare della Chiesa napoletana, risuona comunque e fra le tante sollecitazioni sembra esemplare l’invito a una nuova «missionarietà» che il cardinale Crescenzio Sepe rivolge ai cristiani nella recente lettera pastorale:
«Non serve una fede che sa di sagrestia, che si chiude in un ristretto orizzonte esistenziale, che si tinge di devozionismo e di ritualità ripetitiva».
E fra le vicende della vita in cui «rinascere» indica l’attenzione al bene comune, che «non riguarda ovviamente il bene particolare di qualcuno e non coincide neppure con i soli interessi della comunità ecclesiale, ma è un bene che non esclude alcuna persona (…) perché tutti, senza alcuna preclusione in ragione della religione, della razza e della cultura, hanno il diritto di sentirsi ed essere protagonisti e beneficiari del bene comune realizzato».
Una prospettiva che dona speranza e sollecita la creatività culturale, sociale e anche apostolica!
WELFARE:UNEBA;ISTITUTI VERSO CHIUSURA, VERTICE CON PREFETTO
- NAPOLI, 31 OTT - Chiederanno un incontro urgente al
prefetto di Napoli per dire che migliaia di ragazzi rischiano di
finire per strada. I vertici dell’Uneba - gli istituti di
assistenza e beneficenza sia religiosi che laici - dicono che la
chiusura delle strutture e’ prossima (entro la seconda decade di
novembre) perche’ sono in gravi difficolta’ finanziare. Non
ricevono da anni i soldi delle rette - tra i maggiori creditori
c’e’ anche il Comune di Napoli - ed ora, denuncia il presidente
di Uneba Campania, Lucio Pirillo, ‘non ci sono i soldi per
pagare gli stipendi ai dipendenti e per far fronte alle
necessita’ dei ragazzi’.
Non e’ servita la clamorosa protesta inscenata la scorsa
settimana da alcune suore che si sono incatenate dinanzi palazzo
San Giacomo, sede del Comune di Napoli.
In questi giorni era atteso un atto amministrativo da parte
dell’amministrazione de Magistris ‘che pero’ non c’e’ stato.
Ormai siamo stanchi e senza risorse. E questo lo ribadiremo al
prefetto di Napoli’.
Gli istituti operano in alcuni quartieri difficili, come
Scampia. In queste zone garantiscono ai ragazzi di svolgere
attivita’ pomeridiane, di essere sottratti alle insidie della
strada. Se pero’ gli istituti chiuderanno circa duemila ragazzi
di Napoli e della provincia saranno lasciati completamente
soli.
ANSA
La Chiesa sola a combattere nella terra dei fuochi !
Sono almeno quattro anni che i cittadini della provincia di Napoli e Caserta videodenunciano i fumi tossici; è stata istituita una task force di super esperti del Ministero e dell’Istituto Superiore della Sanità e del Comando dei Carabinieri del Nas che saranno presto in missione nelle terre dei fuochi di Napoli e Caserta. La squadra speciale voluta dal Ministro della Salute Renato Balduzzi con un decreto avrà il compito di verificare se l’incidenza della mortalità per tumore, come risulta dalla ricerca dell’Istituto Pascale di Napoli, dipenda da fattori ambientali, in particolare dai fumi tossici sprigionati dai roghi dell’hinterland napoletano e casertano. La ricerca parla di incrementi di morte del 47 % negli uomini e del 40 % nelle donne a Napoli, mentre del 28,4 e del 32,7 per cento a Caserta. I Comitati di cittadini che da anni denunciano i roghi tossici sono stati convocati in Prefettura a Napoli. La task force di esperti dovrà presentare una relazione al Ministro entro il 28 settembre. Anche la Chiesa è scesa in campo al fianco della società civile che vive nelle aree dei Fuochi. Tra questi don Maurizio Patriciello della Parrocchia del Parco verde di Caivano.
Chiesa italiana e Mezzogiorno
( OLTRE I BALLOTTAGGI ) BOLLETTINO N. 19 DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI SCAMPIA: INIZIO RACCOLTA DIVERSI GENERI RIFIUTI, ESISTE BOMBA ECOLOGICA PER TUTTO L’AMBIENTE.
Questa mattina, alle ore 10, recandomi al campo nomadi di via Cupa
Perillo, ho intravisto ruspe e camion ASIA al lavoro all’inizio della
salita in corrispondenza dell’accesso al campo alle spalle della
scuola rosa, che più volte avevo segnalato. Mi auguro he la raccolta
prosegua per la salita dove sulla sinistra da mesi si accumulano
detriti di varia natura, anche “speciali” come gomme di autoveicoli,
ecc.
La situazione è davvero preoccupante per la salute degli abitanti
non solo del campo, perchè alla rotonda, da settimane se non mesi
come segnalato dai vari miei bollettini, si allarga un mare di
immondizie contornato da acqua stagnante che impedisce il traffico di
pedoni ed automezzi. Voglio sperare che la raccolta liberi anche
questa bomba ecologica, per una normalità della gestione dei rifiuti
anche su questo campo, mentre è iniziata nel quartiere la raccolta
differenziata.
In questa prospettiva un tavolo di partecipazione con rappresentanti
delle famiglie e delle associazioni che ivi lavorano sarebbe
opportuno, e per questo come Comitato “Cittadini, Associazioni e rom
insieme” siamo disponibili a collaborare.
Possiamo sperare in una normalità dei servizi pubblici ai cittadini,
indigeni o allogeni che siano?
La vigilanza civile continua.
Domenico Pizzuti, Comitato “Cittadini, Associazioni e rom insieme”
Napoli, 20 maggio 2011