Ciao miei cari e affezionati lettori, oggi prima di annotarvi una cronaca voglio raccontarvi una storiella un pochino divertente ed un pochino massima. Buona lettura amici!
Una storia Sufi
Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo.
Non si era fatto male, ma non poteva più uscirne.
L’asino continuò a ragliare sonoramente per ore, mentre il proprietario pensava al da farsi.
Finalmente il contadino prese una decisione crudele: concluse che l’asino era ormai molto vecchio e che non serviva più a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo.
Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare fuori l’animale dal pozzo.
Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo l’asino.
Ognuno di loro prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo.
L’asino non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo con lui e pianse disperatamente.
Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino rimase quieto.
Il contadino alla fine guardò verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide.
Ad ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l’asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa, facendola cadere e salendoci sopra.
In questo modo, in poco tempo, tutti videro come l’asino riuscì ad arrivare fino all’imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne trottando.
La vita andrà a buttarti addosso molta terra, ogni tipo di terra.
Principalmente se sarai dentro un pozzo.
Il segreto per uscire dal pozzo consiste semplicemente nello scuotersi di dosso la terra che si riceve e nel salirci sopra.
Ricorda le cinque regole per essere felice:
1- Libera il tuo cuore dall’odio e dalla rabbia
2- Libera la tua mente dalle preoccupazioni.
3- Semplifica la tua vita.
4- Da’di più e aspettati meno.
5- Ama di più e… accetta la terra che ti tirano addosso, poiché essa può costituire la soluzione e non il problema.
da Repubblica
Sementa schiaffeggia cronista
I lettori: “Chieda scusa ma vada avanti”
Il popolo del web si divide sul “caso Sementa”. C’è chi condanna e chi assolve, chi giustifica e chi pensa a una trappola organizzata ad arte. Ma proprio dal web arriva una richiesta forte e chiara: «Il generale chieda scusa per lo schiaffo e vada avanti per la sua strada». Sul nostro sono arrivati 63 commenti in meno di 12 ore, un vero boom. «Quando si scrive o si commenta, bisogna sapere che si ha a che fare con un uomo e con la sua dignità… non mi meraviglio se non è il funzionario che ha reagito (con denunce defatiganti) ma l’uomo con un atto seppur riprovevole ma comprensivo di quel clima di meschina insinuazione », scrive Scirocco58 (ogni utente deve registrasi con nome e cognome sul blog di Repubblica, ma viene pubblicato solo il nickname). Che aggiunge: «In altri tempi l’a vrebbe sfidato a duello e si sarebbe salvato l’onore, adesso ci sarebbe da ridere al solo parlare di onore. Credo che sia il momento per Sementa di chiarire e giustificare il gesto con un non comprensibile ma più che umanamente giustificato crollo di nervi».Stessa linea per Faiello: «Il generale quando era carabiniere e quando ha esordito ha dato prova di essere un uomo d’azione in contrapposto agli scaldasedia. Questo suo carattere è il motivo della scelta dell’incarico ma questo potrebbe essere il suo grosso limite. Personalmente gli consiglio di sulta che lo abbia fatto?». A Vilas risponde Antonello02: «Caro Vilas, purtroppo no. Probabilmente Sementa pensa che sia meglio lasciare decantare le acque. Sementa evidentemente non capisce che, così facendo, sta creando un caso che va molto oltre la sua reale portata e che, andando avanti così, si macchierà indelebilmente la reputazione. Forse dovrebbe chiedere pubblicamene scusa e andare avanti per la propria strada. La realtà dimostra che è la strategia migliore». Molti commenti si schierano nettamente contro la «giustizia fai da te» e lo scatto di «nervi» di un uomo in divisa, ma il blog si allarga anche alla discussione sulla sicurezza in città e al comportamento delle forze dell’ordine rispetto ai cittadini, dai casi della scuola Diaz a Genova, fino al pestaggio dell’e xtracomunitario da una pattuglia di vigili a Parma.
E alla fine c’è anche chi sposta l’attenzione dal comandante dei vigili all’altro protagonista di questa storia, il cronista de “Il Napoli”: «Ancora di più ha sbagliato il giornalista. Analizziamo il danno in assoluto che i due gesti hanno avuto — ragiona Piecece — L’ uno ha screditato una divisa (pur con tutte le attenuanti umane che ho spiegato secondo me) l’altro ha messo in pericolo una famiglia stupidamente e non riesco a capire per quali fini. Chi deve maggiori spiegazioni secondo me è il giornalista »