Cattolici e politica l’anno zero della metropoli

Marzo 2, 2009 by admin · Comment
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IL MATTINO DOMENICA 1 MARZO 2009

UN LIBRO DI CORRADO CASTIGLIONE

Cattolici e politica l’anno zero della metropoli

SANTA DI SALVO

IN PARTE intervista, in parte riflessione specu­1are’ in parte autobiografia che, come ricor­dano i due conversatori citando i gesuiti, è una forma secolarizzata di confessione. Il libro di Corrado Castiglione Napoli anno zero (Intramoenia, pagg. 212, euro 12) ha come sottotitolo «Cattolici e politica dal ‘68 ai giorni della spazzatura», tanto per chiari­re che la materia è vasta e le questioni sollevate da maneggiare con cura. Castiglio­ne, attento cronista politico e cattolico impegnato nel processo di rinnovamento civile e sociale, ha preferito la forma della conversazione metropolitana (in senso let­terale, visto che il testo si snoda in un viaggio di tredici stazioni fino al terminale di Scampia) con Lucio Pirillo, anche lui giornalista, presidente provinciale delle Acli, ex assessore comunale. Una presenza forte nella città e dunque l’interlocutore ideale di un confronto in cui sollecitare la memoria per ridefinire la questione cattoli­ca a Napoli, visto che proprio le esperienze comuni sono il lievito di un ricordo ricco e molto dettagliato.

Napoli è una città senza sole, ripete Castiglione in premessa. Immemore come una vecchia signora che ricorda la gioventù lontana ma non quello che ha mangiato ieri, la città continua nel suo stanco copio­ne di ex capitale europea, autocitandosi e dimenticando che appena sedici anni fa, nel ‘93, la giunta comunale fu sciolta per

. incapacità amministrativa (prefetto Impro­ta, ministro degli interni Mancino), mentre l’acqua marrone usciva dai rubinetti e la città era in emergenza sanitaria. Non solo «monnezza», dunque. L’emergenza rifiuti è solo il terminale simbolico di. una classe dirigente giunta al collasso. E la città si allontana sempre più dall’Europa.

Che ruolo hanno avuto i cattolici in questo sistema altamente imperfetto? Attra-


 

Dal ‘68 all’emergenza ‘rifiuti Un dialogo con Lucio Pirillo per ridefinire la questione

verso gli anni il racconto torna al magistero del cardinale Ursi e della sua pastorale della tenda e della strada, poi si dirige verso l’evangelizzazione della famiglia voluta dal cardinale Giordano, infine alla ri -organizza­zione della speranza su cui punta il cardina­le Sepe, grande organizzatore e alto prelato della Curia romana. Napoli senza sole non è una metafora disfatti sta. È anzi un forte richiamo a una. possibile palingenesi che faccia esplodere la bolla di immobilismo del sistema politico, segnato dal malaffare e dall’assenza di ricambio della classe diri­gente.

Sfilano, nelle memorie di Lucio Pirillo ’stimolato da Castiglione, i protagonisti de­gli anni di piombo e i politici della vecchia Dc, i giovani del mondo cattolico risveglia­tosi con il vento innovato re del Concilio e la successiva fase di delusione, con il totale ripiegamento nella’ Chiesa del silenzio. E tanta solitudine, rispetto a una realtà eccle­siale lontana dalla vita e dalle responsabili­tà pubbliche. Un quadro desolante, quello di un nuovo sistema di potere «molto più chiuso di quello della Prima Repubblica».

Castiglione e Pirillo fanno sempre nomi e cognomi, l’analisi è impietosa e perciò particolarmente efficace. Nel diluvio di te­sti su Napoli, questo libro colpisce al cuore perchè riesce ad essere tagliente e persino feroce nell’ apparente mitezza di tono. «Pen­so che il ceto politico campano debba confessarsi nel senso agostiniano - dice Pirillo - Cioè riconoscere le responsabilità della sua storia di governo, alle quali risale gran parte del mancato sviluppo culturale e civile della città. C’è un filo che lega destra e sinistra, il notabilato tradizionale e progres­si sta di Gava e Valenzi e il compromesso di sistema costruito da Bassolino e Iervolino». Piacerebbe ache a noi, come conclude l’intervistato, che in questa specie di notte artificiale si intravedesse un’aurora dalla quale ripartire.