CIO’ CHE NON SI RECUPERA
Salve miei cari amici, molte volte l’impulsività ci fa commettere errori irrecuperabili, voglio raccontarvi una storiella per farvi riflettere un pochino:
COSE CHE NON SI RECUPERANO! Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d’attesa di ungrande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decisedi comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c’era la sedia con i biscotti e dall’altro lato un signore che stava leggendo il giornale. Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l’uomo ne prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro Tra lei e lei pensò “ma tu guarda se soloavessi un po’ più di coraggio gli avrei già dato un pugno…” Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l’uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva una anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò “ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!!” L’uomo prima che lei prendesse l’ultimo biscotto lo divise a metà! “Ah, questo è troppo” penso e cominciò a sbuffare e indignata si prese le sue cose, il libro e lasua borsa e si incamminò verso l’uscita della sala d’attesa.
Quando si sentì un po’meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non
attirare troppo l’attenzione ed evitare altri dispiaceri. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando…. nell’aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno.
Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscottiuguale al suo era di quell’ uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o
superiore al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva feritanell’orgoglio.
Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensare male delle persone, guarda attentamente le cose, molto spesso nonsono come sembrano!!!!
Esistono 5 cose nella vita che non si RECUPERANO:
Una pietra dopo averla lanciata;
Una parola dopo averla detta;
Un’opportunità dopo averla persa;
Il tempo dopo esser passato;
L’amore per chi non lotta.
Statali, spunta il blocco delle liquidazioni per chi ha 40 anni di contributi
ROMA (3 aprile) - Obbligati ad andare subito in pensione, e per di più senza liquidazione. E’ il destino che potrebbe toccare almeno 100 mila dipendenti pubblici che hanno raggiunto i 40 anni di contributi. Il governo aveva già stabilito, con un decreto tuttora in vigore, che da quest’anno le amministrazioni possono mandare a riposo i loro dipendenti più anziani, volenti o nolenti. Quella norma però era stata successivamente corretta dal Parlamento, che ne aveva limitato la portata: il limite di 40 anni – si specificava con questa modifica – va inteso come numero di anni effettivamente lavorati, senza includere nel conto i contributi figurativi (come gli anni della laurea o del servizio militare). In questo modo la platea degli interessati è stata ridotta notevolmente. Adesso però il governo torna alla carica. Presentando un altro articolo di legge, che stabilisce due cose. Primo, che per il calcolo dei 40 anni si deve tornare al meccanismo iniziale, dunque può essere mandato in pensione anche chi supera la soglia solo per via dei contributi figurativi. Secondo, che tutti quanti i prepensionati in questione dovranno aspettare qualche anno prima di vedere la buonuscita (così si chiama la liquidazione nel pubblico impiego).
L’articolo bocciato. Questo articolo è stato presentato all’interno di un testo in via di approvazione in questi giorni a Montecitorio. Per la precisione all’interno del decreto anticrisi, quello che prevede aiuti e incentivi per le industrie. Fra le tante righe del maxiemendamento scritto dal governo, c’era anche un articolo 5 ter dedicato appunto ai dipendenti da mandare in pensione. Questo articolo tuttavia non potrà essere votato, essendo stato respinto dal presidente della Camera Gianfranco Fini,perché estraneo alla materia del decreto: che c’entra il pensionamento dei dipendenti pubblici con gli incentivi alle auto? Tutto lascia pensare però che l’articolo sarà presto ripresentato in qualche altra forma. Anche perché non si tratta del primo tentativo: già a gennaio era stata scritta la bozza di una misura analoga che il Consiglio dei ministri avrebbe dovuto approvare per decreto, ma poi l’iniziativa è stata rinviata.
I risparmi e le liquidazioni. La vera novità di questo emendamento (per ora) sfumato sta nel rinvio delle liquidazioni. Chi viene mandato in pensione per raggiunti limiti d’età contributiva non vedrebbe un euro prima del 2013. Il provvedimento ha una sua logica: solo così i prepensionamenti portano allo Stato qualche risparmio reale. Mandando a casa un dipendente pubblico non si ottengono grandi riduzioni di spesa, visto che a quel dipendente lo Stato continuerà a pagare la pensione. Anzi, il primo anno si avrebbe persino un aggravio delle uscite, per via appunto delle liquidazioni. Ecco perché qualcuno al ministero dell’Economia ha pensato al congelamento delle buonuscite. Solo in questo modo si raggiune l’obiettivo di risparmiare, ovviamente a condizione che il dipendente prepensionato non venga sostituito con una nuova assunzione.
Gli interessati. Le persone che si vedrebbero bloccare la liquidazione sono tantissime. Il presidente dell’Inpdap ha calcolato che nel solo 2009 i dipendenti che potrebbero andare in pensione forzata avendo raggiunto i 40 anni di contributi sono 60-70 mila. E la norma avrebbe effetto anche nei prossimi anni. Si può dunque stimare che gli interessati siano almeno 100 mila persone, forse 200 mila.
I sindacati. L’iniziativa sulle liquidazioni è stata denunciata ieri dalla Cgil, che ha invitato Renato Schifani a respingere, come ha fatto Fini, un eventuale nuovo emendamento qualora venisse presentato al Senato. Il segretario della Cgil-Funzione pubblica Carlo Podda definisce questa norma “un’ingiustizia incommentabile”. Per la Cisl il segretario confederale Gianni Baratta parla di “una misura inaccettabile” ed elogia Fini per averla rigettata.
fonte: ilmattino
Cos’è il mobbing?
Che cosa è il mobbing per sommi capi lo sappiamo tutti, ma forse non tutti sappiamo che la definizioni di mobbing dipende dalle cause che possono portare al crearsi del mobbing e gli effetti che esso provoca, sulla vittima e nell’azienda (ambiente di lavoro).
Iniziamo a descrivere quindi i vari tipi di mobbing:
Tipi di mobbing |
Mobbing dal basso o down-up: Mobbing dall’alto: Bossing o mobbing strategico: Mobbing tra pari o orizzontale: Doppio mobbing: |