Scritto da Mimmo Carratelli da la Repubblica Napoli, 22-06-2009 08:55 |
Si calvi chi può. Con questo incitamento se ne va l´uomo senza peli in testa e sulla lingua, l´assessore stagionale, l´ardente Claudio Petardi cui la lingua batte dove l´ardente vuole, l´autore della critica della Regione pura, l´uomo tutto d´un pazzo, l´arringa affumicata, il grillo parlante, il dimesso viaggiatore, l´uomo di cento strali, lo straliere di corte, che prendeva di mira questo e quello.
Il re mira della maggioranza. Non si è mai nascosto dietro un rito, il rito della politica-teatrino, il teatrino napoletano della politica, deciso a non fare buon viso a cattivo giogo, e ha menato fendenti a tutti, risparmiando solo l´ormai famoso leone della savana ma bersagliando tutti gli agnelli della catena di Sant´Antonio. Alle ultime elezioni ha preferito il mare minore non andando a votare, nonostante gli consigliassero vota così colà dove si puote e più non dire mare. L´ultima ribellione al carrozzone. Astenuto, libero e bullo. Stessa spiaggia, stesso mare (Capri?) disertando le urne. Qualcuno s´è offeso e gli ha intimato di dimettersi (il Capri espiatorio) perché era passato dalla Regione al torto. Si è dimesso liberando il posto di assessore al turismo (un tosto al sole) a favore di Riccardo Cuor di Marone, antico sodale del leone della savana. Si è divertito abbastanza a sparigliare la politica autoreferenziale conquistando simpatie con improvvise esternazioni (a qualcuno piace il calvo). Ha detto sempre quel che pensava, di uomini e Rose, rifiutandosi di fare il ponzio pelato. Claudio la peste non le mandava a dire all´intera maggioranza di centrosinistra, sindaco in testa (la Rosa sulle spine), salvando sempre il leone della savana. Del Savana Club faceva parte in disparte, voce dal Pd fuggita. Si è stancato di tirare frecce. Lasso di picche. E ha salutato tutti. Addio mia bella Napoli, addio savana. Ci mancherà.
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