Niente mi sfugge
Eccomi- Salmo 39
Sublime canto di pentimento e di fiduciosa speranza nel perdono di Dio.
L’uomo è un nulla davanti a Dio
[1] Al maestro del coro, Iditun. Salmo. Di Davide.
[2] Ho detto: “Veglierò sulla mia condotta
per non peccare con la mia lingua;
porrò un freno alla mia bocca
mentre l’empio mi sta dinanzi”.
[3] Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene,
la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.
[4] Ardeva il cuore nel mio petto,
al ripensarci è divampato il fuoco;
allora ho parlato:
[5] “Rivelami, Signore, la mia fine;
quale sia la misura dei miei giorni
e saprò quanto è breve la mia vita”.
[6] Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni
e la mia esistenza davanti a te è un nulla.
Solo un soffio è ogni uomo che vive,
[7] come ombra è l’uomo che passa;
solo un soffio che si agita,
accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.
[8] Ora, che attendo, Signore?
In te la mia speranza.
[9] Liberami da tutte le mie colpe,
non rendermi scherno dello stolto.
[10] Sto in silenzio, non apro bocca,
perché sei tu che agisci.
[11] Allontana da me i tuoi colpi:
sono distrutto sotto il peso della tua mano.
[12] Castigando il suo peccato tu correggi l’uomo,
corrodi come tarlo i suoi tesori.
Ogni uomo non è che un soffio.
[13] Ascolta la mia preghiera, Signore,
porgi l’orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime,
poiché io sono un forestiero,
uno straniero come tutti i miei padri.
[14] Distogli il tuo sguardo, che io respiri,
prima che me ne vada e più non sia.
NAPOLI ANNO ZERO….
Dunque ,amici lettori,“vorrei ..parlare con voi tra dieci anni..
Se allora,come purtroppo devo temere per tutta una serie di motivi,sarà sopravvenuta da lungo tempo l’epoca della reazione;se di ciò che certamente molti di voi e anch’io,come dichiaro apertamente,abbiamo desiderato e sperato,si sarà realizzato poco,forse non proprio nulla,ma almeno apparentemente qualcosa – è assai probabile che ciò non mi lascerà affranto,ma saperlo costituisce certamente un peso interiore - allora mi piacerebbe davvero vedere che cosa ne è stato di quelli di voi che adesso si sentono autentici “politici…” e partecipano all’ubriacatura che questa rivoluzione rappresenta.
Vorrei davvero vedere che cosa è “ divenuto “ di costoro nel senso interiore della parola:sarebbe di certo bello se si potesse allora dire con i versetti del sonetto 102 di Shakespeare:
il nostro amore era giovane,appena nella sua primavera,
allor ch’io solevo salutarlo co’mieicanti,
simile a Filomena che in sul cominciare dell’estate canta
ma tace al sopraggiungere della stagione inoltrata.
Ma le cose non stanno così. Non abbiamo davanti a noi la fioritura dell’estate,ma in primo luogo una notte polare di gelida tenebra e di stenti,quale che sia il gruppo che ora risulterà esteriormente vittorioso….E infatti,dove vi è il nulla,non soltanto l’imperatore ma anche il proletario ha perduto i suoi diritti.
Quando questa notte sarà lentamente trascorsa chi sarà ancora vivo di coloro la cui primavera ha ora avuto una fioritura apparentemente cosi rigogliosa? E che cosa sarà allora divenuto interiormente di tutti loro? Amarezza o filisteismo …?….In ognuno di questi casi io trarrò questa conseguenza: costoro non sono stati all’altezza del proprio agire,non sono stati all’altezza nemmeno del mondo quale è realmente né della sua quotidianità:non hanno avuto,oggettivamente e di fatto,nel senso più intimo la vocazione per la politica che ritenevano invece di avere in se stessi .
( Max Weber La politica come professione )
Da “NAPOLI ANNO ZERO”
La Rosa Bianca Sophie Scholl
ED ORA…..SI PREPARANO….TUTTI A CASA……
partita a scacchi con la morte
LA TRANSIZIONE.
(Ludwig van Beethoven Symphonie Nr. 5)
Scoperta l´isola del tesoretto
(di Mimmo Carratelli da la Repubblica Napoli)
Stavolta è Lucio Dalla che canta: È la sera dei miracoli fai attenzione, a Palazzo San Giacomo sotto il tetto qualcuno ha trovato un Tesoretto. Giubilo e meraviglia in città. Scoperti improvvisamente tre milioni di euro da spendere. In quale delle 816 stanze, dei dieci corridoi e dei 48 balconi del Palazzo erano nascosti? Chi è stato il Diogene che, cercando l´uomo delle pulizie (è un´amministrazione trasparente), ha trovato invece il Tesoretto?
In principio fu il Tesoretto di Brunetto Latini, notaio fiorentino esperto in settenari a rima baciata (”Lo Tesoro comenza al tempo di Fiorenza”). Poi, venne il Tesoretto di Padoa-Schioppa, luminare di economia e ministro di Prodi che, nella Finanziaria del 2007, scoprì una inaspettata risorsa di euro da spendere.
Ora c´è il Tesoretto del Comune di Napoli. L´isola del tesoretto di Palazzo San Giacomo. Il tesoretto della sierra madre di piazza Municipio. Il Comune piange miseria, non incassa le multe e aumenta le tasse, poi scopre che gli avanza un bel po´ di soldi.
Dov´è il trucco? Giambattista Basile non c´è più, ma è necessario rifare lo cunto de li cunti. Al Comune vige lo trattenemiento de peccerille e i conti non quadrano.
Il deficit aumenta, c´è un nuovo riassetto, Rosetta si tormenta ma scopre un Tesoretto. Soldi di stagione. Quanti altri milioni di euro giacciono negli anfratti, nei soppalchi, nelle sopraelevazioni, nelle scale a chiocciola, nei lavandini e negli abat-jour di Palazzo San Giacomo? Coraggio, cerchiamo ancora.
Cerchiamo nella borsetta del sindaco, nel ciuffo di Santangelo, nel naso grande di Guida, sotto la cravatta rosa di Nuzzolo e il pizzetto di Oddati, tra i lunghi capelli di Valeria Valente, nella barba di Realfonzo. L´assessore al disdoro urbano impiegherà il Tesoretto per tappare le buche stradali.
In settanta giorni. È il tempo dei miracoli. Applausi a schiera.