Eccomi- Salmo 39

Agosto 22, 2009 by admin · Comment
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Sublime canto di pentimento e di fiduciosa speranza nel perdono di Dio.

L’uomo è un nulla davanti a Dio

[1] Al maestro del coro, Iditun. Salmo. Di Davide.

[2] Ho detto: “Veglierò sulla mia condotta
per non peccare con la mia lingua;
porrò un freno alla mia bocca
mentre l’empio mi sta dinanzi”.

[3] Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene,
la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.

[4] Ardeva il cuore nel mio petto,
al ripensarci è divampato il fuoco;
allora ho parlato:

[5] “Rivelami, Signore, la mia fine;
quale sia la misura dei miei giorni
e saprò quanto è breve la mia vita”.

[6] Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni
e la mia esistenza davanti a te è un nulla.
Solo un soffio è ogni uomo che vive,

[7] come ombra è l’uomo che passa;
solo un soffio che si agita,
accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.

[8] Ora, che attendo, Signore?
In te la mia speranza.

[9] Liberami da tutte le mie colpe,
non rendermi scherno dello stolto.

[10] Sto in silenzio, non apro bocca,
perché sei tu che agisci.

[11] Allontana da me i tuoi colpi:
sono distrutto sotto il peso della tua mano.

[12] Castigando il suo peccato tu correggi l’uomo,
corrodi come tarlo i suoi tesori.
Ogni uomo non è che un soffio.

[13] Ascolta la mia preghiera, Signore,
porgi l’orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime,
poiché io sono un forestiero,
uno straniero come tutti i miei padri.

[14] Distogli il tuo sguardo, che io respiri,
prima che me ne vada e più non sia.

NAPOLI ANNO ZERO….

Agosto 22, 2009 by admin · Comment
Filed under: napoli anno zero 

Dunque ,amici lettori,“vorrei ..parlare con voi tra dieci anni..

Se allora,come purtroppo devo temere per tutta una serie di motivi,sarà sopravvenuta da lungo tempo l’epoca della reazione;se di ciò che certamente molti di voi e anch’io,come dichiaro apertamente,abbiamo desiderato e sperato,si sarà realizzato poco,forse non proprio nulla,ma almeno apparentemente qualcosa – è assai probabile che ciò non mi lascerà affranto,ma saperlo costituisce certamente un peso interiore - allora mi piacerebbe davvero vedere che cosa ne è stato di quelli di voi che adesso si sentono autentici “politici…” e partecipano all’ubriacatura che questa rivoluzione rappresenta.

Vorrei davvero vedere che cosa è “ divenuto “ di costoro nel senso interiore della parola:sarebbe di certo bello se si potesse allora dire con i versetti del sonetto 102 di Shakespeare:

il nostro amore era giovane,appena nella sua primavera,
allor ch’io solevo salutarlo co’mieicanti,
simile a Filomena che in sul cominciare dell’estate canta
ma tace al sopraggiungere della stagione inoltrata.

Ma le cose non stanno così. Non abbiamo davanti a noi la fioritura dell’estate,ma in primo luogo una notte polare di gelida tenebra e di stenti,quale che sia il gruppo che ora risulterà esteriormente vittorioso….E infatti,dove vi è il nulla,non soltanto l’imperatore ma anche il proletario ha perduto i suoi diritti.

Quando questa notte sarà lentamente trascorsa chi sarà ancora vivo di coloro la cui primavera ha ora avuto una fioritura apparentemente cosi rigogliosa? E che cosa sarà allora divenuto interiormente di tutti loro? Amarezza o filisteismo …?….In ognuno di questi casi io trarrò questa conseguenza: costoro non sono stati all’altezza del proprio agire,non sono stati all’altezza nemmeno del mondo quale è realmente né della sua quotidianità:non hanno avuto,oggettivamente e di fatto,nel senso più intimo la vocazione per la politica che ritenevano invece di avere in se stessi .
( Max Weber La politica come professione )

Da “NAPOLI ANNO ZERO”