Bassolino e San Gennaro
Rassegna Stampa
di Fabio Ciaramelli da il Corriere del Mezzogiorno
Se le indicazioni della Curia napoletana non cambieranno, anche oggi la teca contenente il sangue di San Gennaro, ad avvenuta liquefazione, sarà offerta al bacio dei devoti. E tra costoro ci sarà per l’ennesima volta Bassolino, sempre puntuale da più di quindici anni all’appuntamento con San Gennaro, come ha ricordato egli stesso qualche giorno fa.
Nessuno ci avrebbe più fatto caso, se non ci fosse stata la paura dell’influenza A e il conseguente dibattito sui rischi di contagio attraverso il bacio di massa alle sacre reliquie.
In effetti, la partecipazione di Bassolino alla manifestazione più tradizionale della religiosità popolare napoletana è un fatto assodato, e ormai certamente metabolizzato dall’opinione pubblica cittadina e nazionale. C’è tuttavia una notevolissima differenza di significato tra il gesto compiuto una quindicina d’anni fa, tra lo stupore generale, da un sindaco post-comunista e la sua ripetizione odierna.
Non c’è dubbio che, allora come ora, quell’omaggio a una tradizione estranea alla propria storia costituisca da parte di Bassolino un segnale e un messaggio lanciati alla città. Ma in questi lunghi anni d’esercizio e consolidamento d’un capillare sistema di potere sono proprio il valore di quel segnale e il contenuto di quel messaggio ad essere profondamente mutati.
Il Bassolino della prima ora che baciava l’ampolla di San Gennaro (o che baldanzosamente saliva i tanti gradini della scala dei pompieri per portare i fiori alla statua dell’Immacolata a piazza del Gesù) era un leader politico che sceglieva di andare incontro ai sentimenti, all’emotività, alle passioni di vasti settori cittadini, individuando, con una semplificazione senz’altro eccessiva, le tradizioni religiose come costitutive dell’identità popolare.
Non tutti i collaboratori e sostenitori di Bassolino ne erano entusiasti; alcuni manifestarono perplessità e dissenso. Ma il messaggio era chiaro: il bacio a San Gennaro da parte di Bassolino era un segnale o un tentativo di unificazione delle diverse parti o anime di Napoli.