Yoga Meditation Indian Drone w Ocean Waves Sound Music Video Relaxation Devanagari Tambura Tanpura

Febbraio 27, 2010 by admin · Comment
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Prof Marco Musella

Febbraio 24, 2010 by admin · Comment
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NAPOLI ANNO ZERO…..

Febbraio 23, 2010 by admin · Comment
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Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano

Febbraio 22, 2010 by admin · Comment
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Signor Giudice (Roberto Vecchioni)

Signor giudice
le stelle sono chiare
per chi le può vedere
magari stando al mare.

Signor giudice
chissà chissà che sole
si copra per favore
che le può fare male.

Immaginiamo che avr
cose più grandi di noi
forse una moglie
troppo giovane
e ci scusiamo con lei
d’importunarla così
ma ci capisca
in fondo siamo uomini
così così

Abbiamo donne abbiamo amici così così
leggiamo poco leggiamo libri così così
e nelle foto veniamo sempre così così

Signor giudice
lei venga quando vuole
più ci farà aspettare
più sarà bello uscire.

Signor giudice
si compri il costumino si mangi l’arancino
col suo pomodorino

Noi siamo tanti siam qua,
già la chiamiamo pap
di quei pap
che non si conoscono
quel giorno quando verrà giudichi senza piet
ci vergognamo tanto d’essere uomini
così così

Sogniamo poco sogniamo sogni così così
abbiamo nonne abbiamo mamme così così
e quasi sempre sposiamo mogli così così
se ci riusciamo facciamo figli così così
abbiamo tutti le stesse facce così così
viaggiamo poco, vediamo posti così così
ed ogni sera ci ritroviamo così così

Signor giudice
noi siamo quel che siamo
ma l’ala di un gabbiano
può far volar lontano

Signor giudice
qui il tempo scorre piano
ma noi che l’adoriamo
coi tempo ci giochiamo

L’ombra sul muro non è
una ragazza però
ci fai l’amore per abitudine
Lei certamente far
quello che è giusto per noi
che ci fidiamo e continuiamo a vivere
così così così così….

Sappiamo poco sappiamo cose così così
ci accontentiamo perchè noi siamo così così
a casa nostra ci sono quadri così così
e se c’è sole è sempre sole così così
sogniamo poco sogniamo sogni così così
e nelle foto veniamo sempre così così
ed ogni sera ci ritroviamo così così.

Il 22 febbraio :1943 - I membri della Rosa Bianca vengono processati e giustiziati dai nazisti.

Febbraio 22, 2010 by admin · Comment
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CAMPANIA:Taciuti troppo a lungo i danni provocati dall’ambiente

Febbraio 21, 2010 by admin · Comment
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rassegna stampa
di Maurizio Patriciello dall’Avvenire

E’ domenica, ma la campana della chiesa non canta, geme.
Teresa se ne è andata. Aveva 47 anni, e tanta voglia di portare a termine la sua missione di moglie, di mamma, di maestra. a lottato, ha sperato, si è aggrappata alle bugie pietose che le raccontavano i figlioli. Teresa è morta. Di cancro.
Come di cancro sono morti Salvatore, che di anni ne aveva 34, e Francesca, che è arrivata a 39. Nunzio, invece, ce l’ha fatta a superare la cinquantina, anche se solo di pochi mesi.
I parroci furono tra i primi ad accorgersi che qualcosa non andava.
Troppi i funerali celebrati, troppi i morti con diagnosi sempre uguali.
In Campania occorre darsi da fare per realizzare il progetto della vita perché non solo si vive male, ma si vive meno. Lo avevano capito i preti, specialisti in niente, ma armati di quel buon senso che li porta a diffidare di ogni ideologia ed a mettersi in ascolto della gente vera.
Avevano provveduto, com’è nel loro stile, con discrezione, a riferirlo a politici e medici locali.
Niente.
Ne avevano parlato dall’Altare. Avevano stampato volantini come questo: « Ci state uccidendo. Lentamente. Miseramente. Stupidamente. Morir di puzza. Che morte ignominiosa. Che morte miserabile. Che vergognosa morte…>).
Niente.
Qualche amministratore con il bronzo al posto della faccia informava i cittadini: «E vero, si sente il tanfo, ma è inevitabile abitando a ridosso di un cdr. Per , state tranquilli, è fastidioso, ma non è nocivo per la salute…», Il tempo dell’emergenza rìfiuti costrinse il governo ad aprire gli occhi sulla Campania.
Si prendeva atto che a livello locale il problema non sarebbe stato risolto mai. L’immondizia scomparve dalle strade e con essa fu messo a tacere anche l’allarme per la salute.
Chi continuava ad insistere, venne tacciato di impaurire inutilmente la gente per chissà quali reconditi motivi. Non andava fatto.
E tanti non lo fecero. C’erano, sì, voci di rifiuti tossici.
Ma erano e sono tuttora solo voci, Chi possiede le mappe dei siti dove questi veleni furono occultati? Stavolta si comincia ad alzare la voce: in Campania, salute a rischio.
In un conveno promosso dall’Ordine dei medici di Napoli e dai Medici per l’Ambiente lunedì scorso, scienziati italiani di chiara fama, sulla scottante materia rivelano i primi dati allarmanti:
«Diossina nel latte materno; aumento delle mastectomie per cancro della mammella;
aumento dei tumori nei bambini e aumento del 300% in otto anni della spesa farmaceutica presso l’istituto dei tumori di Napoli».
Il coordinatore campano dei medici per l’ambiente, Gaetano Rivezzi, ha dichiarato che è stato stimato che il 24% delle patologie ha una causa ambientale.
Alla fine del convegno, è stato chiesto un osservatorio presso l’Ordine dei medici con l’Associazione dei medici per l’ambiente per avviare le ricerche e tutelare la salute dei cittadini campani.
Dobbiamo recuperare il nostro ruolo di educatori e promotori della salute anche dicendo la verità sui guasti dell’ambiente nella nostra regione .
Verrebbe da dire: finalmente!
Ritornano in mente le parole del Papa: rubare e mentire sono atti non umani.
In Campania si è mentito ai cittadini tenendoli all’oscuro ed inquinando, oltre all’ambiente, anche le notizie. Si è mentito a volte per rubare: atti che di umano non hanno niente.
Si è fatto di tutto per distogliere l’attenzione della gente dai veri problemi che affliggevano e affliggono la regione.
Consola, e non poco, la presa di coscienza e la buona volontà della classe medica napoletana.

Ci piace sperare che a quella medica si unisca la classe politica, votata da cittadini che, nonostante tutto, continuano a credere che ancora esistono persone che sanno e vogliono governare bene. Senza rubare e senza mentire


PASQUALE COLELLA : Napoli anno zero: cattolici e politici dal ’68 ai giorni della spazzatura

Febbraio 20, 2010 by admin · Comment
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conversazione metropolitana con LUCIO PIRILLO
(con prefazione di Leoluca Orlando ed a
ed a cura di Corrado Castiglione )
Ed. Intra Moenia Napoli 2009, pp.
214 - Euro 12,00
Rassegna Stampa - RIVISTA
IL TETTO luglio - ottobre 2009 n. 272-273

Questa lunga e densa intervista fatta da Corrado Castiglione a

Lucio Pirillo, già Assessore al Comune di Napoli e presidente provinciale

delle ACLI di Napoli comprende un ampia disamina sulla questione
cattolica a Napoli che va dalla fine degli anni cinquanta ai giorni
nostri.
Con pacatezza, ma con attenta riflessione Lucio Pirillo, ci racconta
criticamente le sue esperienze di un cattolico impegnato in
politica che riflette sulla fine dell’unità in politica dei cattolici e sulle
storie diverse di tanti credenti che a Napoli ed in Campania si sono
impegnati “ per un progetto politico comune” che nasceva, come
ha scritto LeoLuca Orlando nella prefazione, dall’intento di vivere
coerentemente i segni dei tempi configurando una nuova laicità dei
credenti impegnati in politica e ciò proprio grazie alla accettazione
della pluralità di opzioni di strumenti e partiti.
In tale prospettiva Lucio Pirillo ci propone ricordi e esperienze
che si inseriscono nel contesto del territorio napoletano e nelle spinte
propulsive di quanti, a diversi livelli, non sono caduti nel peccato
di rassegnazione e si sono impegnati, contribuendo anche oggi ad
“organizzare la speranza” nella convinzione del messaggio lasciato
a tutti noi da Don Peppino Diana ammazzato dalla camorra a Casal
di Principe, rispondendo cosi al messaggio rivolto ai napoletani da
Giovanni Paolo II che invitava tutti ad impegnarsi “in spem contra
spem” proprio in nome dell’esigenza che “per amore del mio popolo
non tacerò”.
Il volume corredato da una documentazione fotografica significativa
e da una appendice di alcuni documenti rilevanti, si snoda su
una serie di frammenti che vanno dal 1956 al 2009 che sono tenuti
insieme dal filo conduttore che consiste nel credere che di fronte ai
problemi e alla crisi di oggi “l’orientamento migliore può venire da
una chiesa intransigente con la forza della spirito, per costruire un
“umanesimo nuovo che nasce dal pensare in modo aperto consapevole
che le radici sono in alto” e che come ha scritto il Cardinale
Carlo Maria Martini in “Conversazioni notturne a Gerusalemme”,
solo cosi impareremo a sopportare le difficoltà e le ingiurie se per
ognuno la giustizia conta più di ogni altra cosa”. (pp. 136 – 137).

Pasquale Colella


Il 18 febbraio 1940 nasceva Fabrizio De André, cantautore italiano († 1999)

Febbraio 18, 2010 by admin · Comment
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IL TESTAMENTO, Fabrizio de Andrè

Quando la morte mi chiamer
forse qualcuno protester
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredit
non maleditemi non serve a niente
tanto all’inferno ci sarò già

ai protettori delle battone
lascio un impiego da ragioniere
perché provetti nel loro mestiere
rendano edotta la popolazione

ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana
ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana

voglio lasciare a Bianca Maria
che se ne frega della decenza
un attestato di benemerenza
che al matrimonio le spiani la via

con tanti auguri per chi c’è caduto
di conservarsi felice e cornuto
con tanti auguri per chi c’è caduto
di conservarsi felice e cornuto

sorella morte lasciami il tempo
di terminare il mio testamento
lasciami il tempo di salutare
di riverire di ringraziare
tutti gli artefici del girotondo
intorno al letto di un moribondo

signor becchino mi ascolti un poco
il suo lavoro a tutti non piace
non lo consideran tanto un bel gioco
coprir di terra chi riposa in pace

ed è per questo che io mi onoro
nel consegnarle la vanga d’oro
ed è per questo che io mi onoro
nel consegnarle la vanga d’oro

per quella candida vecchia contessa
che non si muove più dal mio letto
per estirparmi l’insana promessa
di riservarle i miei numeri al lotto

non vedo l’ora di andar fra i dannati
per rivelarglieli tutti sbagliati
non vedo l’ora di andar fra i dannati
per rivelarglieli tutti sbagliati

quando la morte mi chieder
di restituirle la libert
forse una lacrima forse una sola
sulla mia tomba si spender
forse un sorriso forse uno solo
dal mio ricordo germoglierà

se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto un tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la do alla donna che mi offrì il suo pianto

per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d’amore
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d’amore

a te che fosti la più contesa
la cortigiana che non si dà a tutti
ed ora all’angolo di quella chiesa
offri le immagini ai belli ed ai brutti

lascio le note di questa canzone
canto il dolore della tua illusione
a te che sei costretta per tirare avanti
costretta a vendere Cristo e i santi

quando la morte mi chiamer
nessuno al mondo si accorger
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verit
che un uomo è morto senza pregare
fuggendo il peso della pietà

cari fratelli dell’altra sponda
cantammo in coro già sulla terra
amammo tutti l’identica donna
partimmo in mille per la stessa guerra
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore si muore soli
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli.


Questi rubano ancora peggio di Dc e Psi

Febbraio 17, 2010 by admin · Comment
Filed under: Politica 

Da il Fatto Quotidiano del 14 febbraio
rassegna stampa

di Giorgio Bocca: forse le persone stanno iniziando a stancarsi
intervista di Marco Travaglio

Giorgio Bocca, lei ha appena scritto Annus Horribilis (Feltrinelli): ma si riferivaal 2009. Il 2010 si annuncia ancora più horribilis…
Vedremo. Il 2009 mi è sembrato il più orribile per una tendenza irresistibile alla democrazia autoritaria. Più Berlusconi ne combinava di cotte e di crude, più i sondaggi lo premiavano. Ora, con questi ultimi scandali,la gente potrebbe cominciare a stancarsi e capire qualcosa.
Quindi c’è speranza?
Non esageriamo. Qualche barlume. E’ come all’inizio della guerra partigiana, ma allora ero giovane e forte dunque fiducioso. Ora sono vecchio e fragile, mi è più difficile essere ottimista. La cecità degli italiani mi ricorda la Germania all’ascesa di Hitler: tutti potevano vedere che tipo era, Hitler, eppure i tedeschi, e anche gli europei, gli cascarono tra le braccia come trascinati da un vento ineluttabile.
Che cosa la spaventa di più?
Il muro di gomma. Succedono cose terribili, o terribilmente ridicole, e nessuno reagisce. Lanci allarmi, provocazioni anche forti, e non risponde nessuno. Come dicono i giudici dello scandalo Bertolaso? “Sistema gelatinoso”. Ecco, è tutto gelatinoso. Non resta che sperare, come sempre nella nostra storia, in qualche minoranza coraggiosa che cambi la storia.

Che cosa la colpisce di più negli ultimi scandali?
La loro incomprensibilità. Leggo la confessione di questo consigliere comunale di Milano beccato con la tangente in mano: “Mi sono rovinato per 5 mila euro”. O è un pazzo incapace di ragionare, o faceva sempre così. Almeno Berlusconi ha le sue giustificazioni: è ricco sfondato, ha ville dappertutto. Almeno Tangentopoli era un sistema di corruzione che portava almeno una parte dei soldi ai partiti: una logica, sia pure perversa e criminale, c’era. Ma qui i partiti non ci sono più. E questi si vendono in cambio di qualche massaggiatrice, di qualche viaggio gratis, di pochi spiccioli…La corruzione dilaga a tal punto che c’è gente che ruba senza nemmeno sapere il perché.

Anche Tangentopoli, 18 anni fa, partì da una mazzettina di 7 milioni a Mario Chiesa.

Andai a intervistare Borrelli e gli domandai perché i magistrati fossero riusciti a scardinare il sistema così tardi. Mi rispose che la magistratura in Italia riesce a incidere nel profondo solo quando nella società c’è un grande allarme, quando si accende una grande luce. Oggi la luce non si accende, non ancora. Ce ne sarebbero tutti i presupposti, la corruzione ci costa decine di miliardi all’anno, siamo in fondo alle classifiche di tutti gli indicatori civili, scavalcati anche da metà del Terzo Mondo, eppure tutto va ben madama la marchesa.

Possibile che, in Italia, le classi dirigenti non riescano a smettere di rubare?
Quando esplose Tangentopoli, a costo di essere frainteso, dissi che i gerarchi fascisti rubavano molto meno dei democristiani e dei socialisti. Arrivai a elogiare i “barbari” della Lega che ce li avevano tolti dai piedi. Ora questi rubano ancor più della Dc e del Psi. E lo fanno alla luce del sole, con trucchetti da ciarlatani: invitiamo i capi del mondo al G8 e buttiamo centinaia di milioni. Ma non possono farsi una telefonata, i capi del mondo?

Paolo Mieli dice che sta per saltare il tappo, come nel ’92.
Eh eh, Mieli è un mielista, furbo ma intelligente. Siamo in attesa della grande luce di Borrelli. Forse Berlusconi finirà per stancare, ma siamo ancora all’accecamento della morale: quegli imprenditori che si fregano le mani per il terremoto dicono che la febbre del denaro è ancora alta. E’ come nella Bibbia: Mosè che scende dal Sinai con le tavole della legge e trova gli ebrei che festeggiano attorno al vitello d’oro. Noi li abbiamo superati.

Che idea si è fatto di Bertolaso?
Non credo che abbia rubato di suo, ma che abbia lasciato rubare gli altri. Quando si vuol fare tutto in fretta, si aboliscono i controlli e succede di tutto. L’ha perduto la vanità: si credeva Superman, uno che va a dare lezioni agli americani…Non era difficile capire cosa succedeva. Se gli italiani fossero raziocinanti gli avrebbero impedito di buttare i soldi in tante opere inutili.

Forse, con più informazione e più opposizione, sarebbe più facile ribellarsi.
La cosa più deprimente è la lettura dei giornali, per non parlare della televisione. La nostra democrazia diventa autoritaria anche perché ci sono giornalisti comprati con prebende e privilegi, ma soprattutto terrorizzati. Incontro colleghi, si finisce per parlare di quel che combina Berlusconi, e quelli cambiano subito discorso. Se diventi nemico, sei segnato. Tu ce l’hai spesso col Corriere: credo che la carta stampata sia rimasta democratica, ma ha paura di lui. Si inventa di tutto, pur di parlar d’altro: chiamano ‘terzismo’ il doppiogiochismo. Dicono persino che, a parlar male di Berlusconi, si fa il suo gioco. Ma a chi la danno a bere?
Lei guarda molta televisione?
Sì, ho il gusto dell’orrido. E’ una galleria di mostri. Non riesco a levarmi l’incubo di Feltri, Belpietro, quel Sallusti…E le facce di Ghedini, di Brunetta…Quando li critichi, ti rispondono che sei un vecchio arteriosclerotico. Ma come si fa a diventare così?

La beatificazione di Craxi, i dossier su Di Pietro e ora l’immunità parlamentare d’accordo col Pd.
Beh, è tutto collegato. E’ la complicità fra colpevoli delle due parti. Di Pietro lo attaccano perché ha il merito di essere l’unica opposizione. Craxi piace tanto a questa destra e a questa sinistra per due motivi: intanto perché era un corrotto, e poi perché, con l’idea della Repubblica presidenziale, ha dato un’ideologia alla democrazia autoritaria che questi selvaggi di oggi inseguono ma non riescono nemmeno a teorizzare. Questa democrazia malata la dobbiamo pure a questa sinistra alla D’Alema che collabora da 15 anni con Berlusconi. Hanno capito che, se non partecipano in qualche modo alla sua greppia, non campano più.

Dicono che non bisogna attaccarlo, che i problemi sono altri.
E quando ne parlano, degli altri problemi? Allora almeno parlino male di un aspirante tiranno, no? Prima avevamo i Bobbio, i Foa, ora che fine han fatto gli intellettuali di sinistra? Possibile che non nascano più persone intelligenti?

Violante si spende molto per l’immunità parlamentare, dice che la magistratura non deve scalare il trono del principe.
Perché lo fa? Boh, vorrà fare carriera anche lui. Che personaggio viscido, non lo sopporto.

Il presidente Napolitano non le pare troppo condiscendente?
Va considerato nella sua biografia. E’ sempre stato un comunista prudente. Vuole durare, e non so se sia un bene o no. Ogni tanto tira un colpetto, ma chiedergli di fare l’eroe è troppo.

Che speranza abbiamo?
Che la gente si accorga del suicidio di farsi governare da uno abilissimo a fare soldi: quello i soldi, invece di darteli, te li porta via. Che gli italiani si vergognino almeno per le sue cadute di stile, tipo gli sghignazzi sulle belle ragazze mentre parla del dramma degli immigrati col presidente albanese. Che capiscano come un minimo di decenza e legalità è meglio di questa anarchia lurida. Non dico la virtù, l’onestà: un po’ di normalità e di civiltà. L’unica bella notizia degli ultimi anni è il popolo viola, spero che le prossime manifestazioni siano ancora più massicce e visibili. Se si ribellano i ragazzi, non tutto è perduto.

IL PD E IL PROGRESSIVO DISTACCO DEGLI ESPONENTI CATTOLICI

Febbraio 16, 2010 by admin · Comment
Filed under: Politica, cattolici, politica e cattolici 

rassegna stampa
fonte
avvenire del 16 febbraio 2010
La strana sufficienza del «partito del secolo»
di SERGIO SOAVE
L a sofferta decisione di Paola Binetti di lasciare il Partito democratico per aderire all’Udc ha suscitato freddi commenti burocratici nel vertice e un irrefrenabile moto di soddisfazione nei settori più laicisti di quel partito. Com’è noto Binetti aveva più volte chiesto che il carattere pluralistico e accogliente del Pd venisse effettivamente espresso nelle scelte politiche concrete, ma la sua richiesta è stata ignorata anche nel momento di massimo dissenso, quello originato dall’accodamento dei democratici all’autocandidatura della leader radicale Emma Bonino alla guida della regione Lazio.
Lo stillicidio di personalità di cultura cattolica che abbandonano il Pd ormai rappresenta un elemento permanente del nostro panorama politico, che ha nella scelta di Paola Binetti l’ultima – nel senso di più recente – conferma. Il fatto che questo fatto non venga considerato un problema ai piani alti del partito, con Pierluigi Bersani che, dopo aver espresso il suo dolore di circostanza, parla di nuove acquisizioni che faranno del suo, addirittura, «il partito del secolo», è piuttosto sorprendente.
Da quando è stato progettato nei congressi paralleli dei Ds e della Margherita, il Partito democratico ha già subito altri abbandoni o secessioni preventive. In quei casi, come la scissione promossa da Fabio Mussi e altri esponenti della sinistra dei Ds, nessuno espresse giubilo, nemmeno tra le file della Margherita. Al contrario, parve grave che nella fase di costruzione di un contenitore pluralista, come sono in sostanza tutti i grandi partiti occidentali, venisse meno una componente, per quanto collocata su posizioni piuttosto eccentriche rispetto all’asse riformista dato come fondamentale. Nei confronti, invece della secessione di esponenti moderati o cattolici, già più di una mezza dozzina solo tra i parlamentari, pare si riscontri, nel migliore dei casi, un disinteresse colmo di sufficienza. A questo si aggiunge un diffuso dileggio incomprensibile (o fin troppo comprensibile…) nei confronti dell’Opus Dei, ai funerali del cui fondatore avevano invece partecipato con rispetto e commozione esponenti della sinistra, dal leader storico Massimo D’Alema a Cesare Salvi, riferimento dell’area più legata al radicamento ’socialista’ dei Ds.
Quella che Binetti denuncia come «deriva zapaterista», anche se forse non coinvolge l’intero partito, si presenta come una tendenza rilevante e forse prevalente nel Partito democratico, che ovviamente non esclude gli apporti cattolici, ma rifiuta di fatto una loro pari dignità che può essere garantita solo dal limpido e pieno rispetto della libertà di coscienza nelle scelte che hanno un oggettivo rilievo etico.
C’è chi pensa che in questo modo si realizza un progetto strategico attribuito a Bersani, quello di lasciare fuori dal partito i settori moderati e cattolici, per poi recuperarli ‘dall’esterno’ con un’alleanza organica con l’Udc. Però è proprio sul terreno delle alleanze che si sono determinate le condizioni per l’abbandono di Binetti e di altri. Una tattica studiata a tavolino, che pensa di poter spostare le truppe come in un gioco di soldatini di piombo, trascura la soggettività delle scelte politiche, che è poi il connotato fondamentale della libertà in generale e dell’agibilità effettiva di una formazione che si autodefinisce come presidio fondamentale della democrazia.


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