NAPOLI, I MODERATI SONO CONTRO BASSOLINO
Rassegna Stampa -
Di GlANMARIA ROBERTI-
Fonte-
LA DISCUSSIONE
COMUNE/VINTO IL CONGRESSO PROVINCIALE, I POPOLARI PD ALZANO LA VOCE IN VISTA DEL RIMPASTO
Gli ex Dc chiedono un cambio di passo. Tuccillo: stop a scelte riconducibili all’ex governatore
II Partito mai nato, forse vede la luce a Napoli. Nella provincia delle tessere gonfiate e del commissario sempre dietro la porta. Dove all’epoca delle primarie costitutive, ancora ci si azzuffava tra urne contestate, mentre in ogni altra regione i risultati erano ufficiali da giorni. Un paradosso, ma proprio a Napoli. Segna la svolta, la vittoria dell’ex Dc Tremante al congresso provinciale.
La rivincita dei moderati Pd. Che ora si sentiranno un po’ meno negletti. Meno esposti ai “pogrom” degli ultimi tempi.
L’exploit dei popolari affossa la leggenda Bassolino. Che nel partito locale, lacerato da lotte intestine, conserva intatti carisma e potere. Ma stavolta, l’ex compagno governatore ha voluto fare il kamikaze:da solo contro tutti. E un comitato di liberazione napoletana, assai variopinto, ha incoronato Tremante. Spedendo a casa l’ex assessora bassoliniana Valeria Valente. Come due anni fa, quando il Cln del Pd fece eleggere l’ex ministro Nicolais, acerrimo rivale di “Don Antonio”.
Nicolais si dimise mesi dopo, a seguito di un drammatico confronto con la sindaca lervolino, all’epoca dello scandalo Global service. Un match passato alla storia per il colloquio registrato dalla sindaca, all’insaputa degli interlocutori.
L’armata anti-Bassolino si sfaldò rapidamente. Stavolta si riparte sotto nuovi auspici. Il primo: alzare la voce nel dibattito sul rimpasto in giunta. Rosetta deve sostituire la Valente e la Amaturo, che ha dato l’addio per dissapori con la sindaca sul concorso interno dei dipendenti.
I moderati puntano al riequilibrio dell’esecutivo. Che a detti di molti, è ancora un protettorato dell’ex governatore. Ma pongono anzitutto una questione di metodo.Mai fatto questione di riequilibrio di aree politiche-ribatte Domenico Tuccillo, vicesegretario regionale ed esponente dell’ala moderata Pd. La nostra richiesta va nel senso di rendere più efficiente l’azione dell’amministrazione comunale, senza che essa fosse vincolata a scelte che avessero un’ispirazione politica ben precisa, cioè riconducibili alla volontà di Bassolino. Ai popolari, ed alle altre componenti del partito, non à andata giù l’ultima raffica di nomine alle partecipate.
Una partita in cui l’ex governatore ha fatto la parte del leone.
La conta congressuale riporta a galla un problema anzitutto politico. Cioè, il ruolo nel Pd dei bassoliniani.
Che alla Regione, dove sono numericamente consistenti, hanno già costituito un coordinamento autonomo. Una minaccia di secessione che fa riemergere le croniche crepe interne.Al congresso, si era ravvisata da parte di tutti l’opportunità di arrivare ad una soluzione unitaria- spiega Tuccillo-, e rispetto a questo era stata avanzata dal segretario regionale Amendola la proposta del mio nome. Atteso che si dovesse trovare una figura di provenienza cattolico democratica.
Rispetto alla responsabilità assunta da Amendola, c’è stato questa indisponibilità da parte del’area Bassolino. La quale chiedeva che fosse offerto un nome diverso. Quindi è stata data la disponibilità di Tremante, ma anche qui non c’è stata accoglienza da parte dei bassoliniani. I quali peraltro non hanno neppure avanzato proposta diversa.L’ennesima snervante partita a scacchi. Ma chi viene dalla scuola Dc, impara a rispondere con soave indifferenza alle provocazioni.
Con quest’atteggiamento, il Pd di Napoli rischiava di rimanere ancora una volta prigioniero del tatticismo confuso e distruttivo di questa area politica-dice il vicesegretario regionale-. Che evidentemente è ancora prigioniera di una sindrome del potere perduto e fa fatica a contribuire ad avviare una fase nuova per il partito.
La candidatura Tremante ha rappresentato quindi alla fine la soluzione su cui c’è stata la convergenza di tutti, tranne che di questa parte del partito.
Dallo scontro frontale, Bassolino esce male.
Però si sbaglierebbe a darlo per morto.
Nel partito, gli hanno già scavato la fossa, in passato.
Ma lui è rimasto in piedi.
Magari ammaccato, ma vivo.
E allora, si fa strada il pragmatismo.
Ai moderati, non s’addice il motto non faremo prigionieri. E allora, dopo la mazzata ai bassoliniani, ecco la mano tesa. Non vedo perchè la Valente non possa fare la mia vice- afferma Tremante-. Sarebbe un bel segnale.
La politica è pur sempre l’arte del possibile. E talvolta dell’impossibile. Anche i rapporti tra il leader Idv Antonio Di Pietro e la sindaca volgono al bello, dopo anni di burrasca. L’Italia dei valori decise di astenersi sul voto al bilancio. E Rosetta incassò il risultato (per la verità, anche col decisivo apporto dell’Udeur, in un revival nostalgico dell’Unione).
Ora i dipietristi sono perfino pronti a tornare in maggioranza. Dalla quale mancano da 2 anni.
Ci sono da riempire due caselle in giunta, e l’Idv reclama spazio. In pole per l’incarico c’è il segretario cittadino Vincenzo Ruggiero, il cui posto al vertice del partito potrebbe essere ricoperto dall’ex assessore Luigi Imperlino, ritirato all’epoca dell’uscita dalla maggioranza.
Sono le sliding doors in salsa dipietrista. Ma sull’ennesimo lifting di giunta, adesso vanno ascoltati i popolari. La lervolino sfogli la margherita.