Sfuma l’accordo sul Forum culture(Ribatte l´assessore regionale Taglialatela: «Con 400 milioni non si realizza nulla, pensare che solo per la Piedigrotta Bassolino bruciò un milione)
rassegna stampa
Tensione Regione-Comune. L’assessore Miraglia: “Niente fughe in avanti”. Nota ufficiale da via Santa Lucia: “Le responsabilità e le risorse toccano a noi e al governo”. Iervolino difende l’assessore Oddati “La Fondazione ha già un suo presidente”
di CONCHITA SANNINO
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napoli.repubblica.it-
Si spacca il fronte tra Regione e Comune sulla futura “cabina di regia” del Forum Culture 2013. Se l´ultimo annuncio garantiva un patto siglato, le parole del giorno dopo rivelano uno strappo e la strada tutta in salita.
L´assessore regionale Caterina Miraglia avverte che «chi mette le risorse» poi deve assumere responsabilità e gestione. Dal suo canto, il sindaco Iervolino rilancia, per il Comune, il ruolo dell´assessore Nicola Oddati. Un nome che non va giù a mezza giunta Caldoro. «Ma per caso Oddati pensa che il Forum sia un giocattolo suo?», provoca l´assessore Taglialatela.
Tutto da rifare, altro che intesa. Sotto la spinta dei veti incrociati, rischia la paralisi l´organigramma del Forum delle culture, l´evento internazionale che la Fondazione di Barcellona ha affidato al Comune di Napoli e che si snoderà per 101 giorni, tra città e prestigiose aree campane, a partire dal 10 aprile 2013.
L´ambiziosa mission dell´olimpiade aperta ai giovani di tutto il mondo sarà la “rigenerazione urbana”, concentrata tra centro storico e Bagnoli, proprio come è stato per il Forum in Messico, davanti alla ex acciaieria, la Fundidora di Monterrey trasformata in contenitore culturale: un obiettivo impossibile da centrare a Napoli, senza i fondi europei e nazionali che dovrebbero essere erogati dalla Regione e dal ministero dei Beni culturali (con la Farnesina).
Ma l´accordo che sembrava raggiunto martedì, in sole 24 ore si infrange in uno scambio di aspri messaggi tra Santa Lucia e Palazzo San Giacomo. Il balletto riguarda anche le cifre.
«Con 400 milioni siamo su una cifra “base” da cui partire. Se Regione e governo ritengono il Forum meritevole del loro sostegno, bene - sottolinea Nicola Oddati, presidente della Fondazione del Forum, a cui si deve l´assegnazione dell´evento - e abbiamo dato ogni disponibilità a procedere d´intesa.
Ma titolare dell´evento è il Comune, che ha sottoscritto un contratto con la Fondazione di Barcellona, avallato dall´Unesco. D´altro canto, i fondi europei, per miliardi, vengono dati per il territorio, la Regione è un ente di programmazione e dovrebbe erogarli».
Ribatte l´assessore regionale Taglialatela: «Con 400 milioni non si realizza nulla, pensare che solo per la Piedigrotta Bassolino bruciò un milione. Ma l´evento è appunto del Comune, e la giunta Iervolino è in scadenza, un grande evento non va personalizzato».
Le indiscrezioni raccontano di un Caldoro piuttosto contrariato dall´immagine di un Forum ancora in mano al Comune. Ecco perché il governatore avrebbe spinto l´assessore alla Cultura Caterina Miraglia a precisare in una nota, dal linguaggio insolitamente crudo, che «non ha senso fare fughe in avanti, né trattare sulle poltrone.
L´esigenza primaria è quella di mettere in piedi una nuova Fondazione, sapendo che le risorse maggiori, e di conseguenza l´individuazione delle responsabilità, sono a carico del governo e della Regione Campania». Ergo: come potrebbe il Comune guidare la nuova Fondazione, visto che i fondi necessari vengono da altri portafogli? Lo stesso Taglialatela aggiunge: «Penso proprio che il sindaco convincerà Oddati a fare un passo indietro».
Forse proprio seccata da questo auspicio, torna ieri alla carica la Iervolino. «Giudico positivo lo stile di reciproca collaborazione realizzato tra Regione e Comune - scrive il sindaco - ma desidero comunque rilevare che la Fondazione ha già un suo presidente, (Nicola Oddati, ndr) che da anni lavora sul Forum in modo pressoché esclusivo e che indubbiamente in sinergia con Regione, Provincia e governo, è l´elemento più indicato a portare avanti questo impegno». Eppure, contro il nome di Oddati si levano gli scudi.
«Dovrebbe lasciare», attacca ancora Taglialatela. «Mi chiedo come Oddati possa correre per le primarie da candidato sindaco Pd e conservare il ruolo di presidente di quell´organismo. Si comporta come il capocomitiva che organizza la partita di pallone al campo e poi, quando il match non va come pensa lui, si porta via il pallone, come fosse il suo».
Aggiunge l´ex esponente di An: «Sono varie le cose da correggere. Nella Fondazione siedono sia Gabriella Cundari, mio predecessore nella giunta Bassolino; sia Mario Bologna, ex portavoce del precedente governatore.
Parliamo di persone stimabili, ma che sono state scelte da una giunta che non esiste più: sarebbe buona norma che si dimettessero. Anche perché siamo al paradosso che, quando nacque la Fondazione, ci si oppose all´ingresso, nel cda, della Provincia di Napoli, solo perché guidata dal Pdl». Taglialatela vorrebbe rifarsi, facendo «entrare ora il presidente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni». Un buon amico. «Certo. Lo confermo, ma non c´entra. Voltiamo pagina».
Oddati replica sarcastico: «Taglialatela chiede di voltar pagina? Se queste pagine non fossero state scritte, e da coloro che hanno creduto nella sfida del Forum, lui non avrebbe, oggi, un evento internazionale.
Non ci penso proprio a dimettermi. Io rivendico di avere una visione strategica per il Comune di Napoli: questo, senza modestia, ci ha fatto ottenere il Forum e questo mi spinge a correre come sindaco di Napoli. Dov´è l´incompatibilità?».
Sembra che Caldoro, nell´ultimo cordiale incontro avuto con Oddati, glielo abbia persino riconosciuto: «L´anno prossimo sarai la brutta bestia, per il Pdl, nella corsa al Comune». Oddati non smentisce, anzi. «Veramente mi ha anche detto che potrei perdere solo contro la Carfagna». E intanto il Forum galleggia, un passo avanti e dieci indietro. Nel gioco delle opposte rivendicazioni e dei distinti appetiti.
La Iervolino taglia le cooperative sociali: «Servizio precario»
di lu.ro. da il Mattino
rassegna stampa
Il sindaco scarica le cooperative sociali dopo 9 anni e per l’assistenza ai disabili punta sulla «Napoli Sociale», società del Comune presieduta da Pasquale Orlando ma con le chiavi della cassaforte in mano a Isidoro Orabona, esponente del Pdl espressione dei territorio casertano, buon amico dei deputati Pasquale Giuliano e Nicola Cosentino.
Con la benedizione della sinistra dura e pura che nelle ultime settimane contro le cooperative si è scagliata con determinazione – basta pensare alle denunce dei consigliere comunale Raffaele Carotenuto – adombrando gestioni poco trasparenti.
Nella realtà il pianeta delle cooperative ha perso centinaia di posti di lavoro perché il Comune ha pagato gli operatori sociali dopo due anni invece che nei 60 giorni previsti dal bando.
Una rivoluzione, scaricare le coop, soprattutto per un Comune amministrato dal centrosinistra affidata a un comunicato firmato dalla lervolino che la prende molto alla larga:
«Alla ripresa della pausa estiva il Consiglio comunale – si legge nella nota – è chiamato ad approvare importanti atti deliberativi. Uno dei quali è il Piano Sociale di Zona».
Il sindaco approfondisce: «Il Consiglio deve decidere come e con quali azioni concrete si debbono sostenere le categorie sociali in difficoltà quali anziani, minori a rischio, donne, disabili, immigrati.
Un documento di programmazione triennale basato, in larga prevalenza, sui fondi del Comune, visti i consistenti tagli sia dei governo che della stessa Regione Campania».
Infine l’affondo: «All’interno del Piano vi è un punto, in particolare, che tratteremo e su cui la Giunta si è espressa in modo convinto: il superamento delle cooperative sociali nel campo dell’assistenza agli alunni disabili nelle scuole dell’infanzia e negli istituti superiori.
Si tratta di portare a compimento quanto già detto dal Consiglio Comunale a maggio del 2008 per quanto riguarda le scuole materne ed elementari, affidando l’insieme dei servizi di supporto ed accompagnamento alla scolarizzazione di ragazzi con disabilità a Napoli Sociale S.p.A.».
La Iervolino sottolinea così il cambio di rotta: «In tal modo, dunque, si metterà fine a una condizione precaria dei servizio e degli operatori stessi. il prossimo anno didattico, ovvero da settembre, un altro impegno programmatico verrà definito e portato a termine».
Non mancano le reazioni, singolarmente su un tema caldissimo per le sinistre l’unico a chiedere spiegazioni è Raffaele Ambrosino consigliere comunale del Pdl: «il sindaco lervolino spieghi al cittadini per quale motivo il servizio di assistenza al disabili nelle scuole, svolto finora dalle cooperative sociali, è stato di qualità precaria.
Spieghi, quindi, perché il Comune ha speso centinaia di milioni di euro per servizi scadenti» attacca Ambrosino. «Questa pesante accusa al mondo delle cooperative – conclude l’esponente dei Pdl – che non tocca certo al sottoscritto difendere va necessariamente approfondita per individuare le responsabilità amministrative di chi finora ha gestito questo delicato settore».
Spiegazioni effettivamente tutte interne al centrosinistra che ruotano intorno alla figura di Orabona, aversano, dalla prima ora in Forza Italia gestore del welfare napoletano che sta dilaniando le forze della sinistra.
Il Consiglio comunale se mai riuscirà a occuparsi della questione, sarà il teatro dove si potrà capire qualcosa in più.
Regione Campania:Gabriele (Pd) insiste:esposto in Procura contro l’annullamento delle vecchie delibere. Replica il consigliere regionale del Pdl,Luciano Schifone: La verità è che per coprire i guai che hanno procurato alla Regione, si lasciano andare ad accuse, assurde ed immotivate
RASSEGNA STAMPA
FONTE- CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
NAPOLI - Benchè il Tar Campania abbia respinto il ricorso avverso l’annullamento delle delibere della giunta Bassolino, il Pd torna all’attacco. E lo fa attraverso l’ex assessore regionale al lavoro del Pd, Corrado Gabriele: Resto convinto dell’infondatezza e dell’incostituzionalità dell’annullamento delle delibere della giunta Bassolino da parte dell’esecutivo guidato da Caldoro dichiara Gabriele e domani mattina depositerò un esposto alla Procura della Repubblica contro gli atti amministrativi finora prodotti dalla nuova giunta regionale.
L’amministrazione Caldoro polemizza l’ex assessore al Lavoro si è distinta, dopo lo scandalo P3, per aver consentito ai suoi assessori di registrare le delibere senza il controllo del consiglio regionale. Non è un caso, d’altronde, se tutti i nomi coinvolti nell’inchiesta sulla P3 sono di origini campane. Lo stesso regista occulto, Arcangelo Martino, appartiene al Psi, partito di cui è stato autorevole rappresentante il padre del presidente Caldoro. Ho il sospetto che siano oggi più che mai le logiche craxiane della prima Repubblica a dettare le linee guida della politica regionale in Campania.
Replica il consigliere regionale del Pdl,Luciano Schifone:
La verità è che per coprire i guai che hanno procurato alla Regione, si lasciano andare ad accuse, assurde ed immotivate:
Gabriele ha dimenticato i 60 milioni di euro, sprecati dalla sua formazione nel progetto Isola che ha prodotto meno di 100 opportunità occupazionali, per di più precarie;
o i fondi dilapidati per i presunti ammodernamenti delle stazioni della Circum, senza tenere in alcun conto l’esigenza della sicurezza dei viaggiatori.
E poi, quando mai la giunta Bassolino, di cui lui era autorevole parte, ha atteso il controllo del consiglio Regionale, per registrare le delibere?
Una cosa, però, appare chiarissima conclude per questi signori, ed è questo l’aspetto più ridicolo delle dichiarazioni di Gabriele,
lo spreco è costituzionale, mentre incostituzionale è il rigore.
Di Oscar Giannino –Rassegna Stampa - Per la tregua al Sud non bastano i fondi
-fonte-
Il mattino-
Si usa dire che la politica sia l’arte del possibile. Quando si deve riparare a una condizione inaspettata, ciò che fino al giorno prima veniva escluso a priori in politica può diventare invece la via maestra per risolvere un problema. È di questo tipo, il dilemma con il quale Berlusconi, Tremonti e Bossi saranno alle prese in queste settimane di agosto.
Perché la nascita di un gruppo a Montecitorio che si rifà al presidente della Camera Fini, e che numericamente è tale da impedire al centrodestra di poter contare su una maggioranza politica in sua assenza, obbliga premier, Pdl e Lega a immaginare proprio ciò che sembrava impensabile, nelle prime ore successive al fatto e nell’incandescenza del dibattito sulla sfiducia al sottosegretario Caliendo.
E cioè proporre al leader di Futuro e Libertà un vero e proprio patto di legislatura, trattandone con rispetto e precisione argomenti e strumenti attuativi.
Solo nel caso in cui i finiani rispondessero picche o assumessero toni provocatori prima ancora di sedersi al tavolo, la richiesta di elezioni anticipate potrebbe risultare meno “marziana” alle orecchie del Quirinale.
È una partita difficile, visto il carico di diffidenze incrociate a cominciare dal rapporto diretto tra Berlusconi e Fini, per non parlare dei rispettivi luogotenenti.
Ma è una partita obbligata.
Tanto che già circolano come indiscrezioni, i capitoli generali dell’accordo per consentire alla legislatura di continuare a rispettare il mandato attribuito dagli elettori ad aprile 2008.
Il primo è molto scivoloso, la giustizia che molto preme al premier, ma che con il ddl intercettazioni era finito su un binario morto rispetto alla riforma dell’ordinamento.
Il secondo è il federalismo, che per la Lega è assai più di un mero punto tra gli altri, è la ragione stessa costitutiva dell’alleanza con Berlusconi.
Il terzo è il fisco e la finanza pubblica, che devono restare su un binario stretto: una rotaia dritta agli impegni di contenimento del deficit già assunti e apprezzati dall’Europa, l’altra coerente all’impegno assunto dal 1994 di abbassare le imposte su imprese e lavoro, attraverso un’organica riforma generale del sistema tributario.
Ma è il quarto punto, quello sul quale Berlusconi, Bossi e Tremonti sono chiamati a uno sforzo aggiuntivo, rispetto alla moderazione dei toni e alla precisione chirurgica necessarie sugli altri tre.
Il quarto punto è il Mezzogiorno.
Ed è proprio sul Mezzogiorno, che Fini e Futuro e Libertà puntano le carte politicamente più promettenti della propria strategia: sia essa nel centrodestra se ve ne saranno ancora le condizioni, oppure fuori e con una diversa alleanza da proporre agli elettori, se la coesistenza con Berlusconi dovesse risultare impraticabile.
Il Sud è l’asso che Fini ritiene di avere nella manica non solo perché il più dei suoi è elettoralmente radicato nel Mezzogiorno, dove alle Regionali il centrodestra ha conquistato Campania e Calabria.
Ma perché tutti i sondaggi mostrano che l’elettorato del Sud è convinto a grandi numeri che davvero sinora nell’agenda del governo Berlusconi sia stata sin qui preminente l’attuazione di un federalismo in chiave di vantaggio nordista.
Non ha importanza che i numeri concreti manchino ancora nel decreti delegati, per stabilire i costi standard per Regioni Province e Comuni.
Nei sondaggi quel che conta è che il Sud mostra di dare non poco credito e seguito, a chi afferma che Berlusconi, Bossi e Tremonti siano una trinità antimeridionalista.
Di conseguenza il capitolo del Mezzogiorno potrebbe risultare davvero quello decisivo, per un’intesa di mezza legislatura capace di dare vita aggiuntiva e operativa al governo.
Se questo è vero, significa però che potrebbero non bastare, i numeri molto importanti che in questi giorni circolano a proposito delle risorse che il governo riorienterebbe verso il Mezzogiorno.
Le cifre sono infatti fin troppo impressionanti, visto che sommando i residui dei fondi di coesione e strutturali europei 2000-06, quelli - la parte preminente, per le Regioni - ancora non spesi del quadro 2007-013, nonché i fondi FAS fin qui non ancora drenati dal governo, si arriva addirittura agli 80 miliardi di euro.
E’ il ministro Fitto che alacremente, da qualche settimana, è subentrato allo Sviluppo economico nel tentativo di stabilire una cabina di regia per questi fondi entro fine settembre a palazzo Chigi. Sono risorse “impressionanti” perché il problema di sempre, al Sud, non è quello delle risorse come si crede, quanto di saperle spendere davvero, in tempi rapidi e con procedure “sorvegliate”, concentrandole su opere infrastrutturali e interventi davvero prioritari e non sparpagliandole assistenzialmente a pioggia.
A questo si riferiva Tremonti, quando, rivolgendosi agli amministratori locali meridionali, si lasciò sfuggire di bocca quel “cialtroni” che Fini ha considerato benzina per il suo motore.
Ma per un patto solido con Fini e i suoi non è solo e tanto l’ammontare delle risorse, a poter fare la differenza.
Per Berlusconi, Bossi e Tremonti - e Fitto, naturalmente - ciò che sino a ieri era impensabile è che a questi 80 miliardi di risorse che non sono deficit aggiuntivo si debba aggiungere anche qualcosa in più.
E cioè che sia un rappresentante di Futuro e Libertà nel governo, ad assumersi direttamente la responsabilità dell’attuazione del piano straordinario “risorse per il Sud”, a trattare con le Regioni, e a far da contraltare con tutti i gangli dell’amministrazione centrale competenti a sbloccare le risorse.
È comprensibile che nel Pdl, per il peso dei voti raccolti al Sud a prescindere dall’onorevole Fini, la tentazione di fermarsi all’offerta del piano e delle risorse sia molto forte.
Ma temo la diffidenza sia a un punto tale che solo l’offerta a un finiano di diventare il mister Sud dell’alleanza, equilibrando Calderoli al federalismo e con Tremonti in posizione centrale, potrebbe davvero risultare decisiva nel ridare almeno inizialmente al centrodestra un supplemento di vitalità.
Bassolino:Misteri campani!BUTTATI 15MILA EURO(e senza intercettazione)
Rassegna stampa- CENA DI BENEFICENZA: BUTTATI 15MILA EURO
-FONTE- IL GIORNALE
IL CASO
Cena di beneficenza: buttati 15mila euro
Napoli
L’ultimo investimento della giunta Bassolino è caritatevole. Si sa, di fronte ai bisognosi, la Campania è sempre generosa. E così che tra gli ultimi atti della vecchia amministrazione, c’è anche il finanziamento di una cena di beneficenza organizzata dalle Donne del vino, un’associazione di signore che gestiscono aziende vitivinicole. Ma come giudicare un investimento caritatevole che porta ai beneficiati un quarto del finanziamento iniziale?
Pare che a conti fatti sia andata proprio così. La Regione avrebbe stanziato ben ventimila euro per sostenere le spese necessario a organizzare la serata denominata: “Sorsi di luna”. Le socie dell’associazione, di tasca loro, avrebbero messo le capacità in cucina e 18 bottiglie di vino, prevedendo di ospitare almeno 200 invitati ai quali far versare un obolo da girare alla benefica Fondazione del Rione Sanità.
Alla fine i presenti, come racconta il Corriere del Mezzogiorno, sarebbero stati circa 600. Dunque la serata enologica sembrerebbe essersi conclusa con un successo. Per qualcuno forse sì. Per i bisognosi mica tanto.
Nonostante i 20mila euro di investimento. I fondi raccolti ammonterebbero a 4-5mila euro.