L’ALLARME DEI CATTOLICI: CON QUESTO FEDERALISMO NOI SEMPRE PIU’ POVERI

Ottobre 26, 2010 by admin · Comment
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Di Elena Scarici-rassegna stampa -
-FONTE- CORRIERE DEL MEZZOGIORNO - NA

I cattolici partenopei dicono no al federalismo fiscale perchè, sostengono, esso viaggia a due velocità, determinando una ulteriore spaccatura del Paese e un disastroso effetto: chi è povero sarà sempre più povero (il Sud) e chi è ricco sarà sempre più ricco (il Nord).
La posizione è espressa in un documento curato dalla Consulta del laicato cattolico della Diocesi e reso noto ieri sera nel corso del convegno sul tema:Caritas in veritate per un Paese solidale cui hanno partecipato il presidente della Consulta, Mario di Costanze, l’economista Stefano Zamagni, il vice presidente del Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) Giuseppe Acocella, il moderatore della Curia, don Gennaro Matino. Se è vero, sostengono i cattolici, che per effetto del federalismo, le regioni virtuose verranno premiate, è altrettanto sicuro che nelle altre lo scontro sociale aumenterà drammaticamente.
Tutto questo va evitato per il bene di tutto il Paese. L’Italia è la patria della welfare society dice il documento e solo una miopia culturale e politica ha identificato nello Stato il principale erogatore in settori chiave, quali l’istruzione e la sanit?. Il federalismo fiscale e l’articolazione del potere tra centro e periferia non attuano il principio di sussidiarietà, che invece andrebbe favorito.
Di qui la proposta di un nuovo welfare -cui il federalismo può essere uno strumento.
Napoli, in particolare, aggiungono i laici, potrà tentare il cambiamento passando dal welfare state (l’ente pubblico che in cambio delle tasse da assistenza dalla culla alla bara) alla welfare society (la società nel suo insieme che, con iniziative di valenza pubblica, offre ai cittadini le possibilità di adeguata assistenza).
Insomma i cattolici non ci stanno e sono pronti a dire la loro, consapevoli che è dovere di un buon cristiano la partecipazione alla vita politica. Le motivazioni le sintetizza Mario Di Costanze: è un problema di responsabilità, di fronte all’illegalità diffusa che protegge i furbi e penalizza i deboli e all’evasione scolastica che condanna i bambini alla marginalità sociale, il nostro silenzio sarebbe una colpevole omissione.
Anche il cardinale Sepe ha espresso parole di incoraggiamento per il lavoro della Consulta augurando di individuare strade percorribili per superare lo stato di crisi senza fermarsi alla lamentazione e al vittimismo ma impegnandosi in modo deciso e coraggioso.

Eugenio Montale - Non chiederci la parola

Ottobre 26, 2010 by admin · Comment
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