Schifone: “Caro Bonito Oliva, la cultura non è sinonimo di corte”
“Cicero pro amici suoi”. Lo sottolinea Luciano Schifone il consigliere regionale del Pdl e delegato dal presidente Caldoro, allo spettacolo ed al Tavolo del Partenariato Economico e Sociale, in merito alle dichiarazioni rilasciate alla stampa questa mattina da Achille Bonito Oliva, presidente della Fondazione del Museo Madre e, soprattutto, bassoliniano doc.
“Siamo sinceri – continua – da una persona di cultura, come lui, ci si aspetterebbe valutazioni ponderate, piuttosto che generalizzazioni indiscriminate ed accuse assolutamente immotivate, perché non corroborate da alcuna motivazione specifica ed esplicitata”.
“Il solo dire – aggiunge – che la destra non si occupa di cultura e che questa è patrimonio della sinistra, significa delegittimare la cultura che per essere veramente tale, non deve avere colore politico.
Affermare il contrario è la conferma della concezione manichea di cultura cara alla sinistra.
Una sorta di torre eburnea laddove si può essere ammessi solo se si appartiene alla corte del “potente” di turno.
Sicchè, non basta essere di sinistra per essere considerato artista o uomo di cultura, ma è necessario soprattutto accettare la logica dell’asservimento.
Ed è proprio questo metodo, instaurato alla Regione Campania, da Bassolino e supportato ed avvalorato da suoi cortigiani, fra cui un ruolo non secondario hanno rivestito proprio Eduardo Cicelyn ed Achille Bonito Oliva, che l’attuale giunta sta cercando di superare, facendo spazio, invece, alla logica della meritocrazia anche nella cultura e nell’arte, indipendentemente dalle appartenenze politiche dei singoli”.
“Del resto – prosegue - come ho avuto già modo di sottolineare, in altra occasione, la responsabilità di tutto quello che sta succedendo è da ascrivere a chi ha tentato, dopo aver condizionato il presente della regione Campania, anche di mettere le mani sul suo futuro prorogando le scadenze dei mandati dirigenziali di tutte le strutture regionali, dai parchi ai teatri, dai musei alle partecipate, provando a costruire un sistema di controllo politico della cosa pubblica rigido, inattaccabile ed inviolabile e che rispondesse ancora e soltanto a lui, anche quando lui non avrebbe più “abitato” a palazzo Santa Lucia.
E il riferimento a “Bassolino Amici e compagni” e tuttaltro che casuale”.
“Oltretutto – conclude Schifone – se gli artisti napoletani sono stati, ingiustamente, esclusi dal Festival di Sanremo probabilmente lo si deve al fatto che i primi a delegittimare la tradizione musicale partenopea siamo noi.
Vedi il rifiuto di Nino D’Angelo alla trasformazione del “Trianon-Viviani” in Teatro della musica classica napoletana ”.
Roghi di immondizie a Scampia
29/12/2010 ore 20:39
DICHIARAZIONE DI P. DOMENICO PIZZUTI
In questo momento, alle ore 20, 35, dal mio balcone
vedo nella sottostante Viale della Resistenza,
nella parte che costeggia le “Case dei puffi”, fiamme
appiccate a mucchi di immondizie che crescono da giorni,
mentre i cassonetti sono stati svuotati. I mucchi laterali non sono
stati
eliminati per mancanza di raccoglitori, mi è stato
detto. Anche in altre strade ho constatato
che sono stati bruciati immondizie giacenti. Atti di
volgare vandalismo, o protesta per i giacimenti
di immondizie non raccolti, Devono i cittadini, privati
di servizi essenziali, provvedere alla
raccolta inddifferenziata. Ci dobbiamo vergognare di
essere una comunità cittadina che non sa
provvedere ad eliminare i rifiuti? Paradossalmente, per
un intreccio di fattori o poteri forti, questa
situazione è riuscita a farla al Presidente Berlusconi
che continua ad annunciare la risoluzione
di un emergenza che si annuncia peggiore di quella del
2008.
Buona fine finalmente per l’eliminazione dei
rifiuti. Si può sperare per l’anno nuovo forse
con un esercito di volontari!
NAPOLI,SOLO ANDATA;BOLLETTINO N 12 DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI SCAMPIA:
La monnezza non raccolta da mesi un’autentica bomba
ecologica.
Dice una abitante del campo
<< Se mi ammalo io, ti ammali anche tu!>>.
Il mare di immondizie non raccolte da mesi e che si
innalza per metri al cielo grigio e dilaga sempre più
ostruendo il passaggio a macchine e pedoni costituisce
un’autentica BOMBA ECOLOGICA per la salute
degli abitanti del campo e degli abitati circostanti. La
situazione è altamente pericolosa e richiede interventi
immediati anche con la collaborazione degli abitanti del
campo. Di fronte a questo triste spettacolo
una abitante mi diceva: <
Se si possono adottare provvedimenti di urgenza di
contenimento coinvolgendo gli abitanti, siamo disponibili
per la collaborazione. Altrimenti sarà di nuovo coinvolta la
Procura della Repubblica di Napoli per attentato
alla salute pubblica.
La pazienza non è infinita e la salute dei cittadini è in
pericolo. Dobbiamo forse invocare la Madonna perchè
ci liberi da questo male? Non è certo il caso, ma esprime
un’ invocazione estrema ad un pericolo estremo.
Domenico Pizzuti, Comitato “Cittadini, Associazioni e Rom
insieme”
Napoli, 8 dicembre 2010
Società civile;Appello per Mancuso: “non consegnare Napoli, dopo Provincia e Regione, ad una destra plebea e affarista”
Ranieri e Mancuso
di Fabio Ciaramelli
fonte
il Corriere del Mezzogiorno
4 dicembre 2010
AIla vigilia delle primarie del centrosinistra napoletano, si sta delineando uno scenario in cui Libero Mancuso potrebbe contrapporsi ai tre esponenti del Partito democratico — Ranieri, Oddati e Cozzolino — che già da tempo, benché in momenti diversi, hanno avanzato la propria candidatura. Se scioglierà la riserva, il vantaggio competitivo di cui godrebbe l’ex magistrato napoletano, non digiuno di esperienze amministrative (è stato assessore nella giunta Cofferati a Bologna), sarebbe proprio la sua estraneità alla nomenclatura politica cittadina e di conseguenza alle beghe locali degli apparati di partito. E con l’aria che tira, dopo le figuracce che ha collezionato la lunga gestione del potere da parte del centrosinistra napoletano, non sarebbe questo un vantaggio di poco conto agli occhi di un’opinione pubblica desiderosa di voltar pagina.
In questo senso, la candidatura Mancuso si presenta immediatamente come l’espressione di una forte discontinuità, proprio in ragione della lontananza del personaggio dalle vicende locali, cosa che renderebbe superfluo da parte sua ogni bilancio e ogni resa dei conti sul recente passato.
Ma sarà poi vero che l’eventuale partecipazione di Mancuso alle primarie risulti così estranea alla logica delle candidature politiche?
Questa lettura della situazione, che a tutta prima appare evidente e persuasiva, in realtà è a sua volta subalterna ai rapporti di forze e alle prese di posizione della politica cittadina.
Dalle prime adesioni e sponsorizzazioni, si capisce che a favore della candidatura di Mancuso si sta mobilitando l’area intellettuale e politica d’una sinistra molto radicalizzata nelle sue rivendicazioni di principio, ma poi sempre singolarmente tollerante con l’asse Bassolino-Iervolino. Scrivendo che «consegnare Napoli, dopo Provincia e Regione, ad una destra plebea e affarista sarebbe un errore gravissimo», gli estensori dell’appello per Mancuso glissano sull’arroganza politica e l’inefficienza amministrativa con cui la sinistra ha sprecato la sua occasione storica, conducendo Napoli nel vicolo cieco in cui penosamente si dimena.
La costruzione della candidatura Mancuso, proprio per questo motivo, risulta politicamente molto più continuista di quanto non appaia la stessa scelta di un esponente della società civile. Sarà interessante vedere nei prossimi giorni come si schiereranno le forze politiche e soprattutto gli apparati dei partiti.
Ma non c’è dubbio che fra i tre esponenti del Partito democratico finora candidati alle primarie, il solo Ranieri rappresenti, con tutta la sua diplomazia, una qualche linea di discontinuità rispetto al gruppo di potere vigente, di cui Oddati e Cozzolino sono viceversa filiazioni dirette. Ranieri, infatti, per la sua storia e per le sue posizioni, non è assimilabile al sistema di potere bassoliniano, rispetto al quale, pur essendo uomo di partito e d’apparato, risulta sicuramente più minaccioso di un outsider. In fin dei conti, il principale bersaglio politico dell’operazione Mancuso è proprio quel poco o quel tanto di discontinuità rappresentata dalla candidatura di Ranieri.