Mercoledì 5 ottobre protesta in piazza di Uneba Napoli
Nuova mobilitazione di Uneba Napoli, vittime degli enormi ritardi del Comune di Napoli nel versare quanto dovuto e sempre più in difficoltà nel portare avanti il loro impegno sociale a favore di minori ed anziani.
Questa volta si tratterà di una protesta congiunta di più realtà del terzo settore napoletano: con Uneba Napoli, rappresentata dal presidente Lucio Pirillo e dal segretario regionale Antonio Cicia anche il comitato Il welfare non è un lusso e la Legacoopsociali.
Tutti gli Associati ad UNEBA-NAPOLI sono pregati di contattare la segreteria provinciale di Napoli
http://www.uneba.org/mercoled-5-ottobre-protesta-in-piazza-di-uneba-napoli/
UNEBA Napoli, grave crisi dei servizi alle persone le Amministrazioni locali non rispettano gli impegni
Politiche sociali: il 5 ottobre giornata di mobilitazione generale
Le chiavi dei servizi socio-assistenziali saranno consegnate simbolicamente al Prefetto, a de Magistris e Caldoro. E intanto chiudono le Educative territoriali, i semi-convitti per i minori e le case famiglia per i malati di Aids
Napoli – I servizi sociali e socio-sanitari a Napoli e in Campania stanno chiudendo. Le uniche due case famiglia nella regione per malati di Aids già non accolgono più pazienti, mentre a Napoli le educative territoriali per i bambini sono ferme, le ludoteche sono chiuse, i semi-convitti sono in gravissime difficoltà. A lanciare l’allarme oggi in conferenza stampa congiunta i rappresentanti del comitato Il welfare non è un lusso Giovanni Laino, Antonio D’Andrea e Pasquale Calemme, Giacomo Smarrazzo responsabile di Legacoopsociali Campania, il presidente dell’Uneba Lucio Pirillo e il segretario regionale Antonio Cicia. Tutti, in rappresentanza di centinaia di associazioni e cooperative sociali laiche e cattoliche, hanno denunciato il mancato rispetto degli impegni da parte di Comune di Napoli, Regione Campania e Asl Napoli 1 dopo quattro anni di mobilitazione: nessun tavolo di confronto è stato aperto con le organizzazioni sociali nonostante le promesse in tal senso dalla Regione, che non ha neanche sbloccato i fondi per il sociale né avviato le procedure per la fine del Commissariamento dell’ambito Napoli, come pure non ha nominato i sub commissari della Asl Napoli 1, che si stima abbia un debito di almeno 20 milioni di euro per i servizi socio-sanitari gestiti dal terzo settore. Il Comune di Napoli, che sconta il deficit delle amministrazioni precedenti, ha ancora un debito di 200 milioni con coop e associazioni e ha investito appena 56 milioni nella spesa sociale, anche a causa dei tagli al fondo sociale da parte del Governo e dei minori trasferimenti ai comuni.
I rappresentanti delle organizzazioni sociali hanno annunciato che il 5 ottobre prossimo in piazza del Gesù terranno una giornata di mobilitazione cittadina in cui saranno coinvolti gli operatori sociali, le suore e i religiosi che operano nei servizi socio-assistenziali e tutti i beneficiari dei servizi (bambini, anziani, persone disabili, sofferenti psichici, ex tossicodipendenti, immigrati, malati di Aids e di Alzheimer) con le loro famiglie, e saranno consegnate simbolicamente al Prefetto di Napoli Andrea De Martino, al sindaco Luigi de Magistris e al presidente della Regione Campania Stefano Caldoro le chiavi dei servizi che stanno chiudendo.
«Stiamo subendo uno stillicidio quotidiano – ha detto Giovanni Laino – di perdite di operatori sociali che non vengono pagati e di sevizi che vengono chiusi. Ci sono organizzazioni che dopo vent’anni di lavoro si trovano oggi ad avere il problema di come pagare le utenze». «Chiediamo chiarezza sul futuro dei progetti – ha concluso Laino – del Comune di Napoli, e un piano di rientro del debito, serio e corretto sulla programmazione». È di oggi la notizia che l’ente locale non ha rifinanziato le educative territoriali, vale a dire i servizi di accoglienza dei minori a rischio dislocati su tutto il territorio cittadino: 33 in tutto, che accolgono da un minimo di 30 a un massimo di 60 bambini tra i 7 e i 13 anni, per un totale di circa 2mila minori.
Quello dei servizi per i bambini e gli adolescenti è il settore più critico: l’Uneba denuncia che già 300 bambini sono senza assistenza perché 3 semi-convitti hanno già chiuso. «La crisi riguarda tutti – spiega il presidente dell’Uneba Lucio Pirillo – stanno chiudendo anche le strutture religiose».
Il mancato rispetto degli impegni da parte della Regione Campania e della Asl Napoli 1 sta comportando anche la chiusura delle uniche due case famiglia per malati di Aids della regione: la Masseria Raucci aperta nel 2005 gestita dalla cooperativa sociale Il Millepiedi, e la Riario Sforza gestita dall’opera Don Guanella e aperta nel 2003 dalla Caritas, ora non accettano più utenti. «In Campania non sono neanche sufficienti a coprire la domanda di accoglienza delle persone affette da Hiv – denuncia Pasquale Calemme – perché possono ospitare complessivamente 30 persone su una domanda di almeno un centinaio. La Asl ha debiti per 600mila euro con le due strutture, e non paga nonostante esista un “fondo Aids” dedicato».
Politiche sociali: tornano in piazza gli operatori
Domani prima conferenza congiunta del comitato Il welfare non è un lusso con le organizzazioni per i minori Uneba, Sam e La Rete
Dopo quattro anni di mobilitazione, denunciano il mancato rispetto degli impegni da parte di Regione, Asl e Comune di Napoli e l’aggravarsi della situazione dei servizi socio-assistenziali per i tagli del Governo. Previste nuove iniziative di lotta
Napoli, Sala del Consiglio Provinciale
Santa Maria La Nova, 43
ore 11.00
Napoli – Il comitato Il welfare non è un lusso, l’Uneba, la Federazione Sam e il Coordinamento La Rete organizzano per domani, mercoledì 21 settembre 2011 alle ore 11.00 presso la sede del consiglio provinciale di Santa Maria La Nova a Napoli una conferenza stampa per illustrare la situazione di crisi dei servizi socio-assistenziali nella regione, aggravata dai tagli del Governo e dai ritardi dei pagamenti da parte della Regione Campania, delle Asl e del Comune di Napoli.
Si tratta della prima iniziativa congiunta organizzata dal comitato Il welfare non è un lusso con le organizzazioni per i minori che più di tutte stanno soffrendo per la crisi del welfare in Campania che ha già portato alla chiusura di numerose strutture e di servizi per i bambini e i ragazzi.
Nel corso della conferenza i promotori renderanno conto nel dettaglio degli impegni non mantenuti da parte delle amministrazioni locali dopo quattro anni di mobilitazione, dell’aggravarsi della situazione a causa della recente manovra finanziaria e dei tagli alla spesa sociale da parte del Governo e anticiperanno i contenuti di una giornata di mobilitazione cittadina prevista per il 5 ottobre prossimo.
Interverranno alla conferenza Giovanni Laino, Antonio D’Andrea e Pasquale Calemme per il comitato Il welfare non è un lusso, Lucio Pirillo presidente dell’Uneba.
I promotori
Il comitato Il welfare non è un lusso riunisce circa 200 associazioni e cooperative sociali in tutta la Campania, impegnate in tutti i settori dei servizi socio-assistenziali. L’Uneba è l’Unione nazionale delle istituzioni e iniziative di assistenza sociale e si occupa principalmente di assistenza ai bambini, come pure la Federazione Sam che riunisce le Strutture di accoglienza per minori e il Coordinamento La Rete.
UNEBA NAPOLI CHIEDE AL SINDACO LUIGI DE MAGISTRIS DI AVVIARE UN PIANO DI RIENTRO
“Non chiediamo alla giunta De Magistris di pagare tutto l’arretrato subito. Però vorremmo che fosse presentato al più presto un piano di rientro dal debito, con impegni precisi per il presente e per il futuro”.
Il presidente Lucio Pirillo riassume così il punto di vista di Uneba Napoli.
Con la ripresa delle scuole hanno ripreso la loro attività anche i centri socio assistenziali associati ad Uneba e che operano al servizio dei minori. Mentre le strutture per anziani, naturalmente, proseguono il loro impegno
L’assemblea di Uneba Napoli di martedì 13 settembre ha evidenziato per tutti loro una situazione sempre più drammatica.
Il Comune di Napoli continua a non pagare le rette di mantenimento per minori ed anziani, e i centri sono costretti ad aumentare il debito con le banche.
”Cominciamo l’attività, ma non sappiamo nemmeno se arriveremo a Natale – spiega Pirillo-. Se non chiudiamo direttamente noi centri, potrebbero essere le banche a farci chiudere”.
Del resto è da inizio 2009 che dal Comune non arriva praticamente nulla di quanto dovuto.
Vuota si è dimostrata anche la promessa del nuovo assessore al sociale Sergio D’Angelo, che a giugno ad s’era detto fiducioso di riuscire ad anticipare un primo stanziamento di 20, 25 miliardi di euro a favore di tutte le organizzazioni entro luglio 2011.
In un incontro con i vertici di Uneba Napoli ad agosto, D’Angelo ed il suo sindaco Luigi De Magistris si sono detti intenzionati a non tagliare le politiche sociali napoletane, ma hanno anche chiesto alle strutture ulteriore tempo per attuare il piano di rientro.
Uneba Napoli e le altre organizzazioni del terzo settore, come Lega Cooperative, Federazione delle comunità famigliari (Sam), e comitato “Welfare non è un lusso” intendono chiedere un nuovo incontro al sindaco De Magistris per insistere sul piano di rientro.
Progettano anche una manifestazione pubblica per chiedere garanzie sul futuro alla politica. Non solo al Comune: anche dalla Regione, e dalla nuova giunta di Stefano Caldoro, si attendono più chiari orientamenti su politiche sociali e politiche socioassistenziali.
Uneba Napoli e le altre realtà intendono appellarsi anche al prefetto Andrea De Martino, cui già in precedenza Uneba aveva presentato la situazione.
Il problema non si limita solo alla sopravvivenza delle strutture assistenziali né solo al loro sacrosanto diritto a vedersi riconoscere quanto dovuto – ed è circa 200 milioni di euro il debito del Comune di Napoli con il terzo settore.
L’emergenza coinvolge invece il futuro dei minori, e si ripercuote nel presente su tutta la città. Basti pensare che gli osservatori di Uneba Napoli segnalano un grande aumento a Napoli sia della povertà che della microcriminalità.
fonte-
“http://www.uneba.org/uneba-napoli-chiede-al-sindaco-luigi-de-magistris-di-avviare-un-piano-di-rientro
“Don Guanella educatore”, convegno alla Fondazione Fernandes di Napoli
L’Opera Don Guanella si prepara alla canonizzazione del suo fondatore: don Luigi Guanella sarà santo il 23 ottobre.
All’interno della preparazione spirituale e culturale all’evento, la Fondazione Fernandes – Opera Don Guanella di Napoli, associato Uneba, organizza per sabato 8 ottobre alle 9 il convegno “Don Guanella educatore”, incentrato sui due temi “Don Luigi Guanella tra unificazione d’Italia e questione romana” e “Orizzonti e dinamiche della pedagogia guanelliana”.
Il convegno si svolge presso la sala convegni della Fondazione Fernandes – Opera Don Guanella in via Don Guanella 20 a Miano, Napoli,
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SALUTI
Stefano Caldoro Presidente della Regione Campania
Luigi De Magistris Sindaco di Napoli
don Enzo Bugea Nobile Superiore e Direttore “Opera don Guanella” di Napoli
S.E. Card. Crescenzio Sepe Chiesa di Napoli
don Umberto Brugnoni Vicario Generale “Opera don Guanella”
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“Don Luigi Guanella tra unificazione d’Italia e questione romana”
“Orizzonti e dinamiche della pedagogia guanelliana”
Sergio Tanzarella Docente “Facoltà Teologica Italia Meridionale” sez. San Luigi
don Nino Minetti Superiore Provinciale “Opera don Guanella”
RELATORI
MODERATORE
Maurizio Piscitelli Dirigente Ministero Istruzione Università e Ricerca
INTERVERRANNO
Enzo Di Guida Presidente Cooperativa Sociale “Obiettivo Uomo”
Leonarda Matarrese Psicologa-Psicoterapeuta “Opera don Guanella”