DICHIARAZIONE DI P. DOMENICO PIZZUTI:Occuparsi di Scampia e non di promuovere eventi mediatici o passeggiate
La notizia di un presunto coprifuoco da parte della camorra locale ed una bomba artigianale per liberare un basso appetito per i traffici di un gruppo della criminalità organizzata, ha prodotto in pochi giorni mobilitazioni mediatiche sulla piazza Giovanni Paolo II e passeggiate questa sera per il quartiere senza alcuna preventiva legittimazione di iniziative concrete a favore del quartiere.
Scampia non è un luogo per processioni o passeggiate, cioè per passarelle di personaggi di qualsiasi affiliazione politica e sociale che cavalcano il disagio reale o immaginario. Forse si addice di più il silenzio operoso di chi lavora da anni in iniziative ben conosciute e accreditate di animazione sociale, sportiva e culturale in risposta a bisogni di giovani, donne, disoccupati, immigrati e rom, che non indice passeggiate serali se non domenica 19 febbraio il 30° Carnevale del Gridas per le strade del quartiere.
OCCUPARSI di e per Scampia è la parola d’ordine, o meglio affiancare le attività in corso per la crescita culturale e soprattutto per l’avviamento al lavoro delle giovani generazioni ed offrire pari opportunità alle donne. In fondo Scampia ha una preziosa risorsa e riserva nel capitale umano che deve essere qualificato e indirizzato nei circuiti lavorativi e partecipativi alla vita sociale per non sprecare gli anni giovanili nell’inerzia e nell’attesa
Quali risposte intendono dare, secondo le loro competenze, gli organi della Municipalità e le parti politiche - non mere aggregazioni elettoralistiche – per una crescita complessiva, sinergica, partecipata del quartiere secondo un progetto possibile come quello per esempio presentato con un Manifesto in occasione delle elezioni amministrative dal Laboratorio politico di liberi e responsabili cittadini “Scampia felice”?
Occorre a nostro avviso, al di là di fumose dichiarazioni e movimentazioni, una BIOPOLITICA a servizio delle necessità vitali delle famiglie e della riproduzione non solo biologica, ma sociale, culturale e religiosa per promuovere una coscienza della cittadinanza e se possibile di una cittadinanza attiva che non sia solo prerogativa benemerita di un élite culturale che pur è presente a Scampia.