UNEBA Napoli Quale welfare territoriale - Parliamo con… il Prof Giacomo Di Gennaro -
Convegno Quale welfare territoriale? Il contributo del privato sociale al riassetto delle competenze e dei servizi territoriali’
Venerdì 23 marzo 2012 alle ore 9:30 presso l’aula Aula Magna del complesso universitario di Via Don Bosco a Napoli.
Un momento di riflessione, quello offerto dal convegno, sulle ragioni delle difficoltà che incontrano gli enti territoriali a garantire interventi e servizi sociali di welfare capaci di soddisfare pratiche partecipative, modelli innovativi di assistenza, valutazione degli interventi e dei soggetti meritevoli di esternalità, valutazione della qualità delle relazioni in cui si danno i servizi. Malgrado l’evolversi dei tempi e della società, specialmente in alcune realtà come quella di Napoli e provincia, alcune situazioni di povertà e disperazione non si sono estinte, sono diminuite nella quantità, ma restano comunque scandalosamente grandi i numeri di famiglie multiproblematiche, estremamente deprivate, sia da un punto di vista economico, sia culturale. A tal proposito, sono proprio i Centri socio educativi diurni ad accogliere i minori provenienti da queste famiglie, dai quartieri più difficili della città. Sono migliaia e migliaia le giovani vite seguite e curate dai religiosi e dal personale laico degli Istituti che svolgono attività di semiconvitto. Va osservato, poi, la grande difficoltà economica che i Centri vivono, a causa del Comune,che, continua a non pagare agli Istituti quanto dovuto per il servizio a minori e anziani. Un ritardo che supera i tre anni ha costretto i Centri socio educativi ad un insostenibile continuo anticipo delle spese. Alcuni Associati hanno già chiuso le loro attività, mentre altri Enti potrebbero essere obbligati a seguire la stessa strada. Su questo sfondo sociale così critico, i processi di riorganizzazione territoriale delle politiche sociali segnalano da tempo, per effetto della contrazione delle risorse pubbliche, la necessità di combinare risposte adeguate ai bisogni di cura (sociali e sanitari) e prassi equilibrate di un universalismo selettivo. Il rischio è che dietro le retoriche sul riconoscimento dei diritti, sulla cittadinanza e la democrazia partecipativa si celi l’incapacità dell’attore pubblico di selezionare beneficiari e prestazioni, essendo queste due prospettive collocate all’intersezione di una serie di questioni che attengono l’età, l’equità di genere, l’integrazione, la giustizia sociale, il modo di pensare e implementare la sussidiarietà.