(A proposito di quartiere a luci rosse)PENSIERI IN LIBERTA’ A cura di Domenico Pizzuti s.j.
Nella domenica XXI del ciclo ordinario, nelle celebrazioni eucaristiche si legge un famoso testo di Paolo alla comunità di Efeso che modella le relazioni umane tra lo sposo e la sposa a quelle di Cristo nei confronti della Chiesa sposa: <
Non è in primo piano la celebrazione del sacramento del matrimonio e tutto è finito, ma il valore “sacramentale” delle relazioni tra i coniugi in un percorso di vita. Mentre queste parole sono illuminanti l’amore umano, un altro turbinio di parole in quel di Napoli riguarda la proposta (senza un vero progetto) lanciata del Sindaco di Napoli di un quartiere a luci rosse sul modello di Amsterdam (certo non è esaltante o liberante lo spettacolo di corpi in esposizione in questa città).
Napoli aveva proprio bisogno di questo!
Non discuto l’idea anche se non mi scandalizza purchè non si parli sopra le persone. Se non altro voglio far presente l’oscenità delle condizioni in cui avviene questa transazione ai bordi di strade, in angoli di degrado urbano che degradano l’approccio di una relazione mercificata. Viene da pensare che qualcosa bisogna pur fare per salvare qualche pezzo di dignità, se non si vuole contrastare efficacemente questo fenomeno che avviene “a notte aperta”.
Poiché siamo nella terra dell’ “ammore”, ci sovviene il titolo di un brillante spettacolo di una simpatica attrice napoletana Rosalia Porcaro “Sesso senza amore” o anche “Sesso senza cuore”, una carrellata di divagazioni sul tema.
Senza essere moralisti, conviene rammentare a tutti laici ed ecclesiastici la parola evangelica rivolta ai puritani del tempo: <
IN RICORDO DI GIULIO GIRARDI
Giulio Girardi è un “altro grande amico” che qualche
mese fa ha concluso la sua giornata terrena.
Sacerdote salesiano, già ordinario nella Pontificia
Università Salesiana di Roma e perito del Concilio Vaticano
II venne poi estromesso dalle università cattoliche e poi dalla
Congregazione Salesiana tra la fi ne degli anni Sessanta e gli
inizi degli anni Settanta; Giulio GirardiI non si è mai arreso
e malgrado le sofferenze infertegli da questi provvedimenti
e ultimamente da quelle fi siche di questi ultimi anni, ha
continuato ad agire ed a pensare con coerenza e trasparente
chiarezza per i suoi ideali.
Giulio Girardi, infatti fu autore del dialogo con il
marxismo e del rapporto tra cattolici e comunisti in Italia;
successivamente incentrò le sue ricerche sulle emarginazioni
e sulle condizioni degli ultimi e degli oppressi diventando
studioso profondo della teologia della Liberazione e, mettendo
insieme studio e impegni concreti, volle essere un testimone ed
un promotore di queste idee come dimostrano le numerose e
lunghe permanenze nell’America Latina a fi anco di coloro che
combattevano e combattono per le affermazioni delle libert
fondamentali dei loro paesi.
Il Tetto, che ha avuto la possibilità di pubblicare alcuni suoi
contributi e di recensire diverse sue opere, si associa a quanti
ricordano la sua persona, mettendo in luce il valore della sua
testimonianza civile e cristiana, il suo impegno culturale, la
fedeltà al dialogo e al confronto che nessuna censura curiale
ed ecclesiastica ha potuto scalfi re o ridurre, il che costituisce
oggi più che mai un esempio per tutti.
A Giulio Girardi perciò diciamo con commozione e
partecipazione “arrivederci e non addio” sia perché non lo
dimenticheremo, ma anche perché crediamo, come lui, di
essere tutti “resurrecturi” in forza della Incarnazione, Passione,
Morte e Resurrezione di Cristo.
Pasquale Colella