REPUBBLICA NAPOLI:PIRILLO-UNEBA,Da quattro anni non veniamo pagati
Lucio Pirillo Presidente dell’ Uneba
LA crisi che investe il Terzo settore è drammatica e, se possibile, per gli Istituti religiosi che fanno capo all’ Uneba, la situazione è peggiorata.
Sono diventate addirittura quattro le annualità non rimborsate dal Comune di Napoli per le attività di accoglienza dei minori a rischio e per quelle di accoglienza degli anziani più poveri e abbandonati.
Dopo il periodo di proteste siamo passati a un periodo di fitti dialoghi e incontri in cui, ormai da un anno, alle tante promesse, non ha fatto seguito alcun fatto concreto.
Così i crediti vantati sono oggi circa 40 milioni di euro per i quali abbiamo chiesto una rateizzazione del debito, consapevoli delle difficoltà economiche del Comune.
Quattro anni in cui gli Istituti anticipano tutte le spese per accogliere bambini e anziani, dar loro pasti e servizi, pagare utenze e tasse, erogare stipendi a centinaia di onesti lavoratori laici.
Eppure i centri socio educativi (i semiconvitti) per i minori a rischio e le Case albergo per gli anziani rappresentano, nell’ attuale contesto napoletano, una risposta fondamentale.
Sono i numeri degli iscritti e le risposte delle famiglie a dirlo:
sono circa 2000 i minori e
circa 800 gli anziani.
Oltre 1000 gli occupati tra educatori, animatori e operatori sociali.
Quest’ anno non hanno riaperto 8 semiconvitti, che si sommano ad altri cinque costretti a chiudere l’ anno passato lasciando in strada centinaia di minori a rischio e licenziando decine di lavoratori che mantenevano famiglia.
Strutture che erano presenti nelle zone più a rischio della città, come i Quartieri Spagnoli, Secondigliano,
Pallonetto di Santa Lucia,
Fuorigrotta,
Pianura,
Sanità.
Non può un progetto di rinascita di Napoli lasciare indietro questa larghissima parte della popolazione che non ha mezzi e risorse e che nei servizi come semiconvitti e case per anziani trova sostegno e speranza.
Lettera aperta al Sindaco di Napoli: istituti religiosi e laici in grave difficoltà In un anno 15 hanno chiuso, 300 operatori licenziati
“Un’insostenibile mancanza di fondi che rischia di far precipitare la situazione aprendo gli orizzonti alla cessazione delle attività di semi-convitto delle varie istituzioni associate”.
Così il presidente di Uneba Napoli Lucio Pirillo descrive la drammatica situazione delle strutture che accolgono minori di quartieri e situazioni difficili: strutture a cui da 4 anni il Comune di Napoli non paga le rette dovute.
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NAPOLI,le suore francescane hanno sospeso le attività. Il Comune non paga; le suore con debiti chiudono doposcuola
di ALESSIO GEMMA -rassegna stampa-fonte-La Repubblica
HANNO perso il doposcuola e i momenti di svago e gioco fuori da una realtà difficile che li circonda, quella della periferia Nord di Napoli, tormentata da molti problemi.
Tutto possibile grazie all’ opera delle suore di Secondigliano.
Tutto al momento fermo.
Gioco e studio.
Avveniva ogni giorno dalle 13 alle 17.30 per venticinque bambini provenienti da famiglie disagiate, con genitori che vivono grandi difficoltà, tra questi, anche ex carcerati.
Lo stop forzato ha una ragione precisa.
Il Comune di Napoli infatti non paga da circa quattro anni l’ istituto Sant’ Antonio in via Duca degli Abruzzi e le suore francescane hanno sospeso le attività.
«Abbiamo scritto al sindaco, ci siamo indebitate, abbiamo anche investito le nostre pensioni, ma ormai non ce la facciamo proprio più ad andare avanti in questo modo», spiegano.
Due insegnanti sono stati già licenziati e i bambini trasferiti al centro Don Guanella.
«Occorrono - attacca il consigliere Marco Mansueto (Pdl) - delle ordinanze e delle norme speciali che riguardino l’ area Nord della città. Bisogna assolutamente dare priorità ai pagamenti che ancora attendono le associazioni e le scuole della zona, per combattere così la nuova faida sul piano sociale.
Solo con l’ istruzione si toglie manodopera alla camorra».
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