NAPOLI: È in gioco il futuro delle nuove generazioni e di tutta la città. Fate presto!
NAPOLI: È in gioco il futuro della città. Fate presto!
Oltre l’esercito e la repressione, investire nei Centri Polifunzionali
Strutture radicate nella storia della città, e che ancora oggi, evolute nel tempo, svolgono un ruolo fondamentale per il bene dei minori. Malgrado il diminuito sostegno dell’ente pubblico.
Ricordare la storia dei Centri Polifunzionali, della loro azione, dei benefici per tanti giovani napoletani di ieri e di oggi significa invitare la Classe Dirigente locale ad affrontare la questione minorile a Napoli in una modalità nuova che risponda concretamente alle emergenze di oggi.
Gli Istituti che ospitano i Centri Polifunzionali realizzano il servizio di semiconvitto; hanno, in molti casi, una tradizione secolare di accoglienza e cura dei bambini e ragazzi più poveri, emarginati ed a rischio di devianza.
Sono stati migliaia i giovani che hanno mosso i primi passi del loro corso di studi, partendo dalla Scuola Materna alle Superiori, alla formazione professionale che si sono completamente formati presso gli Istituti.
Ancor più oggi, nella condizione difficile di tanti quartieri delle periferie e del centro della città, bisogna lavorare contro la criminalità diffusa e giovanile;
un problema enorme che va affrontato con l’impegno di tutti, sul terreno certamente della repressione, ma, e soprattutto, della prevenzione sociale, civile, culturale.
Malgrado l’evolversi dei tempi e della società, specialmente in alcune realtà come quella di Napoli e provincia, alcune situazioni di povertà e disperazione non si sono estinte, ma restano comunque scandalosamente grandi i numeri di famiglie multiproblematiche, estremamente deprivate, sia da un punto di vista economico, sia culturale.
Questi contesti presentano le caratteristiche delle periferie urbane più degradate: economia depressa; un livello altissimo di disoccupazione che supera il 40% (quasi la metà della popolazione attiva); una fortissima presenza della criminalità organizzata (un vero e proprio esercito, secondo le stime dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia); devianza giovanile; carenza di centri di socializzazione giovanile.
In questi territori è bassissimo il grado di istruzione (appena il 4% di laureati contro il 10% della media cittadina, solo il 17% di diplomati contro il 24% della media cittadina).
Molto alto è anche il livello di dispersione scolastica.
Le famiglie sono estremamente deprivate, sia da un punto di vista economico che culturale, con punte di analfabetismo altissimo tra gli adulti e l’uso frequente, se non esclusivo del dialetto, con la conseguente utilizzazione di un codice linguistico ristretto.
I minori si trovano a relazionarsi con adulti assenti, oppure profondamente sprovvisti di strumenti per trasferire ai propri figli un sistema di valori stabili, perché non li hanno a loro volta, o perché troppo presi a contrastare il disagio della precarietà e dell’instabilità in cui vivono.
Nella fascia 6/11 anni si rilevano tantissimi casi di demotivazione, scarso interesse per la scuola, ritmi lenti di apprendimento che, se non costituiscono sempre la causa della dispersione scolastica, ne sono sicuramente un sintomo.
In molti vivono anche problemi di salute fisica o psichica.
L’assenza di centri culturali e di sana socializzazione fa sì che i minori trascorrano il loro tempo libero essenzialmente per strada dove incontrano spesso persone e realtà a rischio o devianti.
Bisogna dare un’altra chance a quei tanti ragazzi della Napoli meno fortunata che rischiano concretamente di ritrovarsi nelle braccia di una criminalità diffusa ed organizzata
È in gioco il futuro della città.
Fate presto!
Lucio Pirillo