Xiao, la venditrice di tempo

Febbraio 11, 2009 by admin
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Da corrieredellasera.it

La venditrice di tempo era triste. Un anno infernale, il 2008: “Due mie mie amiche si erano sposate in marzo e in maggio, e in agosto e in ottobre stavano già divorziando. Io ero senza lavoro. Il terremoto del Sichuan. Basta, mi sono detta”. Così Chen Xiao si è messa a cercare la miccia per far saltare tutto. L’ha trovata sul web. Ai primi di dicembre ha scritto un messaggio su uno dei forum più diffusi, ed è diventata la venditrice di tempo.

NICHILISMO LIGHT “Ho scritto che ero depressa, che la mia vita non aveva scopo e avevo deciso di farmi organizzare l’esistenza dagli altri. Che mi dicessero loro che cosa fare”. Vendere il tempo, vendere le sue giornate. Nichilismo light. Otto minuti per 8 renminbi, praticamente un euro. Un’ora a 20. Una giornata intera 100. Venduti regolarmente dal suo negozio on line, su una specie di eBay made in China. La sua postazione è un trasandato palazzo alla periferia est di Pechino. Scale di cemento, arredamento spartano, pile di di scatole e scatoloni. Una gabbia per accogliere la cagna nera che le si strofina addosso, accarezzata dagli sguardi di tre gatti silenziosi e quasi immobili. Xiao ha 26 anni, viene dall’Hunan, prima di questa sua vita in vendita – racconta a Corriere.it – aveva messo insieme una laurea breve in moda, lavoretti vari, la vittoria a un concorso di bellezza legato al Mondiale di calcio nippo-coreano del 2002, due anni in un’agenzia di pubblicità, due negozi di abbigliamento aperti e chiusi, l’ultimo dei quali subito prima delle Olimpiadi. “Vendere tempo significa che faccio quello che mi chiedono. Uno mi ha chiesto di portargli in università un libro e un caffè: accontentato. Questo pomeriggio devo andare a ritirare un visto. Un tale di un’altra città mi ha domandato di portare un pasto a un vero barbone: non è stato facile trovarlo, il barbone vero, a Pechino non se ne vedono più, ma ce n’era uno e gli ho dato da mangiare, anticipando i soldi. Se poi mi pagano per leggere un libro o non fare nulla, leggo il libro o non faccio nulla”.

PROPOSTE PERICOLOSE E’ successo anche altro, naturalmente. Che le offrissero 10 mila renminbi per una notte di sesso, o che chiedessero una sttimana del suo tempo, tutta intera, in un’altra città. “A queste cose dico no. Ma dal Canada mi ha telefonato prima un ragazzo, poi la sorella, per indagare che tipo fossi, ho avuto l’impressione che volessero sapere se potevo essere una buona moglie”. In due mesi ha raccolto 10 mila renminbi, più o meno, “ma ci devo togliere il denaro che in molti casi ho anticipato”. Più spesso la pagano perché chieda scusa a nome di qualcun altro, o perché incoraggi una persona sfiduciata, o magari funzioni come una sveglia, tirando giù dal letto l’amico di un amico alle 7 del mattino. La politica è lontana, “c’è chi voleva che presentassi delle petizioni a suo nome, ma ho detto no”: mossa prudente, visto che le autorità spesso amano rivalersi nei confronti di chi sottopone lamentele agli uffici preposti, pratica formalmente prevista e incoraggiata ma in realtà fonte di pesanti intimidazioni. Vendere tempo le è venuto così, senza altra ispirazione che non fosse il suo umore rasoterra. “Un giornalista giapponese mi ha detto che, se fossi nata nel suo Paese, dopo aver scritto quello che ho scritto mi sarei ammazzata. Ma io non ho nessuna intenzione di farlo. Mi basta questo, ora, non cerco pubblicità, non voglio fare l’attrice o chissà cosa. Adesso finalmente sto bene”. La imitano, anche altri si sono messi a vendere tempo, magari a prezzo più basso, alcuni addirittura si spacciano direttamente per lei. “Internet è un mare dove le informazioni o si perdono e muoiono o diventano onde. Io sono un’onda”. Date tempo alla venditrice di tempo.

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