Raccomandati? No, “comandati”!
di Mario Caruso
A Napoli i raccomandati si chiamano “comandati”. Ma anche “dipendenti in prestito”. Una evoluzione culturale che segna il cambiamento del mondo del lavoro. Solita storia: Napoli capitale di…
Occorre stabilizzare i “comandati” prima della “ritirata”. “Cosa fatta”, sono parole gridate spesso dall’ex governatore della Campania, oggi “Presidente della Repubblica di Bassolinia”, per non consentire al governo centrale o a chichessia di mettere le mani su Napoli. Perché, questa città di bellezze non deve essere sporcata, vilipesa, offesa! Amore di un “terreno” per la propria terra! Capito? Santoro si dichiara napoletano, così Bassolino e Arbore: non è che fanno un torto ai loro comuni di origine, rispettivamente Salerno (o vicinanze), Afragola e Foggia? Un vecchio gioco ripetuto nei secoli… “tu di dove sei” e il militare rispondeva “vengo da Napoli”. E da quel giorno la recluta si chiamava “Napoli”, non vi erano “Roma” o “Milano” o “Padova” o “Catania”.
“Napoli”, come espressione di orgoglio! Prima della partenza (auspicatissima…) di Bassolino per l’Europa, bisogna sistemare i “comandati” e i “dipendenti in prestito”. Chi sono? Persone di tutte le età utilizzate da tutti i gruppi dello schieramento politico, i quali possono contare su un articolo di una legge regionale approvata nel 2008 riguardante il 2007, grazie alla quale si consente, oggi, l’infornata. Inutile riprendere le cifre rese note dagli “organi competenti”… forse 134 quelli che provengono da pubbliche amministrazioni e 68 da uffici di società miste. “1-34-68”, i napoletani sanno a che cosa servono questi tre numeri…!
Negli elenchi pubblicati (vedi Il Mattino di venerdì 14 marzo) nominativi, assegnazioni e provenienze. Nome e cognome… assegnazione di partiti o singoli personaggi, provenienza che riflette mobilità in entrata quindi fuori regione campana. In Italia, in Europa, negli Stati Uniti aumenta la disoccupazione. A Napoli assunzioni definitive, “Cosa fatta”, e i “comandati” hanno un posto per la vita. E la cosa non può che sollecitare i dovuti consensi. Certo il pensiero va a quei giovani “che buttano sangue”, nelle università o agli angoli delle strade, in attesa di una sistemazione lavorativa.
Diciamola tutta: non meraviglia che negli elenchi vi siano figure del Pd, perché questo raggruppamento politico (ex comunisti ed ex democristiani ora solo centristi) è padrone del territorio da oltre quindici anni. Ma dispiace notare che la “sanatoria” riguardi, anche se in misura ridottissima, esponenti dell’attuale maggioranza governativa.
Le elezioni sono alle porte. Lo spettacolo continua.