IMMIGRATI: VESCOVI E CENTROSINISTRA, ”MURO” SUI RESPINGIMENTI
In attesa della fiducia al governo sul disegno di legge sulla sicurezza che sara’ votata dalla Camera mercoledi’, seguita giovedi’ dalle dichiarazioni di voto e dall’approvazione finale, e’ il tema immigrazione a occupare il centro del dibattito politico.
In particolare, continua la polemica sulla frase pronunciata dal premier Silvio Berlusconi sabato scorso a proposito della linea del governo di non favorire ”l’idea di un’Italia multietnica” che invece piacerebbe alla sinistra.
Come era gia’ capitato nei giorni scorsi su altre questioni riguardanti la politica migratoria, a reagire e’ anche il Vaticano. Monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, precisa che ”l’Italia multietnica e multiculturale e’ un valore ed esiste gia’ di fatto”. Il problema, fa presente, e’ semmai porsi il problema di come ”non cancellare l’identita’ di ciascuno ma nemmeno teorizzare un’irreale parificazione che e’ cosa diversa dall’eguaglianza”.
Malgrado la posizione della Cei, non ci sono ripensamenti da parte del governo sia sul contenuto del pacchetto sicurezza sulle norme riguardanti l’immigrazione sia sulla ”linea del respingimento” dei clandestini che cercano di approdare a Lampedusa, come l’ha definita il ministro Roberto Maroni.
Il responsabile del dicastero degli Interni fa notare che grazie agli accordi con la Libia sono stati respinti in pochi giorni ben 500 immigrati clandestini e che questa continuera’ ad essere la scelta del governo in ottemperanza alle norme internazionali.
Pdl e Lega, che polemizzano tra loro sul problema del referendum sulla legge elettorale del 21 giugno, sono compatti sulla politica anti-immigratioria. Roberto Calderoli, ministro leghista della Semplificazione legislativa, tra i piu’ polemici sull’appuntamento referendario di cui chiede il boicottaggio, se la cava con una battuta: ”Berlusconi si e’ pontidizzato, dovremmo dargli la tessera della Lega”.
Un apprezzamento sulla fermezza del governo viene pure da Ignazio La Russa, ministro della Difesa, capolista del Pdl nella circoscrizione nord-ovest: ”La tesi di difendere l’identita’ italiana una volta eravamo in pochi a sostenerla, ora con le parole del presidente del Consiglio siamo la maggioranza”.
Dall’opposizione si attacca invece una politica governativa che rischierebbe di diventare addirittura razzista. ”Di questo passo in Italia non faremo entrare neanche il presidente Obama”, ironizza Antonio Di Pietro, leader dell’Idv.
”Penso che chi guida il nostro paese non debba fare demagogie o compiacere la Lega ma risolvere i problemi. Dire no a una societa’ multietnica significa ottenere un risultato: chiudere le nostre fabbriche, non avere collaborazione per i nostri anziani, delineare una societa’ che non esiste”, polemizza Pier Ferdinando Casini, Udc.
Dario Franceschini, segretario del Pd, sceglie un’altra argomentazione polemica: ”Il respingimento dei clandestini viene usato dal governo per far scomparire dalle pagine dei giornali altre vicende come la crisi economica, per far spostare i riflettori dalle vicende personali di Berlusconi e dalle vicende politiche del governo”.
E’ Umberto Bossi, ministro per le Riforme istituzionali e leader storico del Carroccio, a replicare sostenendo che l’attuale governo non sta facendo altro che ”applicare gli accordi internazionali sottoscritti dagli esecutivi di centrosinistra”.
Una precisazione viene pure da Franco Frattini, ministro degli Esteri: ”In Italia e in Europa si entra solo rispettando la legge. Le motovedette non hanno la facolta’ ma il dovere, per conto dell’Unione europea, di intercettare chi non ha ancora oltrepassato i confini europei”.
Una posizione peculiare sul fronte dell’opposizione e’ quella di Piero Fassino, Pd, che da’ ragione al ministro Frattini sul punto dei doveri internazionali dell’Italia. In una intervista al ”Corriere della Sera” di ieri ha infatti precisato: ”Io come esponente del governo Prodi tra il ‘96 e il ‘98 ho firmato decine di accordi di riammissione con i Paesi dei Balcani e del Mediterraneo, che prevedono il diritto dell’Italia di rimpatriare nei paesi da cui erano venuti i clandestini e l’obbligo di questi paesi di riprenderli”.
L’ex ministro dei governi Prodi aggiunge di comprendere la posizione della Chiesa, ma precisa che chi e’ al governo deve applicare le leggi. Il dissenso di Fassino rispetto alla linea di Pdl e Lega non e’ tanto sui cosiddetti respingimenti quanto piuttosto sulla prospettiva dell’Italia come societa’ multietnica: ”Prendiamo atto con onesta’ che l’Italia, come lo sono gia’ Francia e Germania, diventera’ un paese multietnico”.
fonte
asca