(NAPOLI ANNO ZERO)—I cancelli sbarrati dell´Eden: «Proteggiamoci»
RASSEGNA STAMPA
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D. D. P. da la Repubblica Napoli
Il paradiso violato dentro le sue mura. Una volta ancora, dopo il massacro della Gaiola, il quartiere dei vip affacciato sul mare si ritrova agitato dall´incubo che da anni toglie il sonno solo alle famiglie del nord d´Italia Una paura, quella delle rapine in casa o nelle ville isolate, che sembrava non appartenere alle nostre strade.
Almeno questa, fra mille emergenze, sembrava destinata ad altri luoghi.
È arrivata anche qui da noi, invece, Lo aveva fatto capire tragicamente il mattatoio lasciato nella villa dei coniugi Ambrosio dalla banda di rumeni che aveva infierito sulla coppia senza preoccuparsi di lasciare tracce di ogni tipo.
E lo conferma la scena di Salvatore D´Angelo legato con una cintura e imbavagliato nella casa di 40 metri quadri dove quest´uomo di 78 anni viveva solo, accudito dai nipoti, e dove è stato trovato ieri ormai in fin di vita.
Enzo Assorgi, il vicino che ha aiutato il personale del 118 ad adagiare l´anziano sulla barella prima del viaggio verso l´ospedale, lo ricorda già incosciente. «Sono ancora traumatizzato, sotto choc - dice - non avevo mai visto una persona ridotta in condizioni simili. Aveva il volto tumefatto, si lamentava. Ho provato a chiedergli qualcosa, non ricordo neppure le parole. Avrò detto “Don Salvatore, è venuto qualcuno?”. Ma non ha risposto, ha solo farfugliato».
Vive qui da dieci anni, Enzo. «E fino a oggi non era mai accaduto nulla di simile.
A questo punto dobbiamo pensare a trovare un sistema per proteggere meglio le case. È arrivato il momento di pensare a un cancello». Accanto a lui annuisce Raffaele Cucci, che aggiunge: «È evidente che un episodio tanto grave ci spaventa. Qui ci siamo sempre sentiti sereni, tranquilli. Certo, gli episodi di piccola criminalità si sono sempre verificati, sappiamo che la città è piena di problemi di questo tipo.
Ma in casa no, in casa non era mai accaduto». Poi, nello spazio di un mese, prima l´assassinio dell´imprenditore Franco Ambrosio e della moglie commesso nella villa della Gaiola da una banda di romeni, e oggi l´assalto al piccolo appartamento di Salvatore al quale si accede da una stretta traversa privata di via Marechiaro, scendendo i gradini di una scala che termina proprio a ridosso del cancello d´ingresso.
Ma l´abitazione è anche esposta attraverso il giardino alla terra di nessuno dalla quale, è una delle ipotesi alle quali lavorano gli investigatori, potrebbero essere arrivati gli aggressori. «Pensare a un delitto così grave accaduto a cinque metri da casa mia mi allarma - afferma Raffaele Cucci - dobbiamo barricarci meglio, se necessario anche con le telecamere». Molti hanno già fatto questo passo e lungo via Marechiaro i cartelli con l´indicazione “zona videosorvegliata” si sprecano.
Ma in realtà, spiega Massimo, che abita al primo piano e si affaccia dalla finestra protetta da una robusta inferriata, «qui d´inverno è quasi sempre deserto. D´estate, invece, Marechiaro si popola e arriva di tutto. Le rapine ci sono sempre state, a poca distanza da qui ne fece le spese anche un calciatore del Napoli, il giovane Andrea Russotto».
Un senso di insicurezza sempre più profondo si sta impadronendo progressivamente di una parte di città che si era sentita a lungo convinta di essere lontana dal caos e dalle insidie della metropoli.
Dunque non sorprende il boom delle richieste di contratti con istituti di vigilanza privata che da mesi ormai si registra in tutta la zona residenziale del quartiere Posillipo. E se la tragica fine dei coniugi Ambrosio era stata accolta come la prima folata di un vento che sembra cominciare a soffiare in senso contrario, questo nuovo, drammatico, episodio suona come l´inizio di una tempesta dalle conseguenze imprevedibili e non basta chiudersi in casa per sentirsi protetti.