REGIONE CAMPANIA - Stella Cervasio:Lo sfogo degli esclusi ‘Non siamo zavorra Caldoro ci rimpiangerà‘
rassegna stampa
Repubblica — 27 maggio 2010
C’ è chi torna alla vecchia amministrazione.
E chi invece a casa.
Chi annuncia che adirà le vie legali.
E chi pensa a un futuro che doveva cominciare tra sei mesi, e invece è già qui. Nel tardo pomeriggio il decreto dei tagli del governo li raggiunge ancora in ufficio oppure dalla rete, direttamente sul computer portatile.
È la fine di un’ agonia. «In fondo è meglio uscire dall’ apnea - dice uno dei trenta dirigenti-consulenti della Regione che non vuole essere citato («In questo momento siamo tutti sotto la lente di osservazione») - ci sto da giorni.
Io so dove tornare, un lavoro ce l’ ho.
Per altri a cui Santa Lucia ha dato il benservito, e che hanno lavorato da cinque a nove anni in questa amministrazione, non sarà facile riciclarsi.
Resteranno senza lavoro per chissà quanto».
Il nervosismo nelle ultime ore era arrivato alle stelle.
Ieri mattina è saltata una riunione con la commissione di Bruxelles, rinviata di un mese.
C’ erano anche i dirigenti esterni e tutti erano visibilmente contrariati, uno di loro ha avuto un diverbio con un capoarea e ha rinunciato a presenziare alla seduta informale.
«Il decreto? E dove lo trovo per leggerlo?», domanda Carlo Neri, funzionario di Bruxelles prima della nomina a top manager regionale con stipendio da 196 mila euro.
«Prima di parlare sarebbe più serio sapere di che cosa si tratta». Ma tutto era già stato anticipato. Si chiama ricambio politico di classe dirigente.
L’ effetto immediato sarà il blocco di tutti i procedimenti che i dirigenti esterni hanno avuto in corso fino a ieri pomeriggio. Nel settore delle attività produttive saranno sospesi gli aiuti alle aziende. In quello dell’ università i bandi aperti e così via. «Si è sempre detto che fra noi trenta c’ era della zavorra - dichiara un altro dei dirigenti esterni -.
Ma se una decina non meritava granché e un’ altra decina arrancava, un terzo del totale era fatto di tecnici puri, che hanno contribuito all’ avanzamento di questa amministrazione».
Su qualcuno, come Enrico Tedesco, laureato in Teologia che era stato assegnato al settore della Sicurezza, c’ è addirittura rimpianto per chiara fama: «In Regione non c’ è uno più esperto della materia», commenta un collega che aveva avuto un contratto di settore quattro anni fa.
Gli eliminati dal decreto aggiungono che non sarà il taglio dei loro stipendi a far risparmiare soldi alla Regione.
Dall’ altra parte ci sonoi boatos degli interni.
Sono i dirigenti che negli ultimi cinque anni si sono sentiti messi da parte dalla scelta di chiamare esperti da fuori.
Se non esultano, poco ci manca, commenti al veleno dipingono gli esterni come «non aventi titolo», non ammessi al concorso per dirigenti che sarebbero usciti dalla porta per rientrare dalla finestra grazie alle nomine salvifiche.
«La cosa più triste - dice uno dei trenta che non si rassegna alla vecchia regola dello spoil-system - è che non vieni valutato per il lavoro che hai fatto, ma per una pseudoappartenenza a un’ area politica, che poi non vale nemmeno per tutti.
Il problema di sempre è come si selezionano le classi dirigenti».
Ora a Caldoro commissario alle sue stesse finanze e a quelle pregresse, toccherà mettere mano anche nella cultura, uno dei settori chiave dell’ amministrazione Bassolino e che stava più a cuore all’ ex governatore.
È di pochi giorni fa la riunione nel corso della quale il capo di gabinetto di Caldoro ha chiesto chiarimenti sulla delibera di riprogrammazione della cultura, quella già impugnata davanti al Tar dai musei minori della Campania.
A due giorni dalle elezionii 20 milioni di euro dati al Teatro Festival raddoppiavano, e i 10 del Madre triplicavano,
mentre una non nominata società in house di Santa Lucia prendeva 10 milioni.
La riunione è servita solo ad accendere uno spot su questi finanziamenti, ogni decisione è rinviata. Mancava infatti la parte più importante per finanziare teatro, museo e società: la delibera di spesa.
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