Le carte: al convegno di Carboni e Lombardi anche Bassolino
rassegna stampa
dal corriere della sera
Era il settembre 2009. Per il governatore campano
fu messo a disposizione un aereo privato
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NAPOLI — Settantacinquemila euro in assegni circolari presi da un conto intestato alla moglie di Flavio Carboni per finanziare — assieme alla Regione Sardegna di Ugo Cappellacci— il convegno-cenacolo organizzato dall’associazione Diritti e Libertà a Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari, nel lussuoso albergo Forte Village, a metà settembre del 2009.
I carabinieri del comando provinciale di Roma hanno scoperto il versamento alla società che gestisce l’hotel, e l’hanno collegato con una delle tante telefonate in cui Pasquale Lombardi, anima dell’associazione e tessitore dei rapporti fra il «gruppo di potere occulto» e i magistrati, batteva cassa proprio con l’imprenditore-faccendiere sardo. «Ci vogliono ancora parecchi soldi…», dice Lombardi alla fine di luglio 2009. «Adesso mi metto d’accordo, mi devi spiegare a che cosa… in che modo posso intervenire…», risponde Carboni. Lombardi fa una specie di lista della spesa: «Ci vogliono intorno ai 36-38mila euro per le partenze. Poi ci vogliono circa 10.000 euro pr l’addobbo, e quindi tutti i microfoni eccetera, e poi circa 3.000 per una presentazione di libri… Formigoni e tutti gli altri candidati».
A proposito di partenze, Carboni ricorda che Arcangelo Martino, il terzo organizzatore dell’impresa e terzo arrestato, stava provvedendo per far venire il presidente della Campania.
«Ha affittato l’aereo per Bassolino, solo per Bassolino», ribatte Lombardi. Carboni: «Viene con un aereo privato», e Lombardi: «Eehh, capito pe’ fà venì Bassolino…».
Il nome dell’ex governatore ospite al convegno sardo sul tema «federalismo fiscale, problemi prospettive», compare qualche altra volta nelle telefonate intercettate.
Una del febbraio scorso, quando Arcangelo Martino, dopo l’esclusione di Nicola Cosentino per la corsa alla guida della Regione, dice «di aver incontrato Bassolino il quale gli ha detto che anche loro andranno in collaborazione con De Luca (candidato del centrosinistra, ndr) ».
Un’altra volta se ne parla a luglio 2009, quando Martino chiede a Carboni: «Sai se hanno fatto quella telefonata a Bassolino?», e Carboni risponde: «No, dunque… è quello che io purtroppo non l’ho potuto chiedere in questo momento… la posso chiedere domani tramite Denis… quando lo incontro».
Per gli altri invitati alla riunione di Forte Village sono stati prenotati i voli di linea, spiegava Lombardi a Carboni mentre insisteva per avere soldi: «O mi fai un bonifico, come vuoi tu.
Perché ti ripeto, devi dare anche gli acconti a tutta questa gente che mi prestano! Cioè, ti ripeto, quello che deve fare la sala, eccetera». Nell’interrogatorio sostenuto in carcere Carboni ha detto che «l’unica cosa di cui veramente mi sono occupato è di stare lì a pranzo e a cena, in quelle noiosissime due serate quali sono state a Forte Village».
Ed ha ammesso il finanziamento, spiegandone i motivi: «Per aderire a quel rapporto che io trovavo interessante, non tanto con Lombardi quanto con il dottor Martino, che per quanto mi risultava è una persona che poteva, anche nel mondo imprenditoriale, che diceva di avere trecento dipendenti solamente a Napoli, con relazioni ovunque».
Per l’imprenditore Carboni è utile «poter intervenire e favorire, fare alcune cose, perché così si conquistano, diciamo così, talvolta le simpatie… Anche partecipando a spese e a cose, questo va nelle relazioni comuni e quotidiane, quando si può. Questo è il motivo per cui ho dato un contributo anche per Forte Village», conclude Carboni, mentre nel suo interrogatorio Lombardi ha negato il finanziamento del faccendiere. Nel rapporto inviato ai pubblici ministeri, i carabinieri scrivono che Lombardi, Carboni e Martino «utilizzano l’associazione Diritti e libertà, in nome della quale curano l’organizzazione di convegni in località amene e pranzi, per stringere rapporti confidenziali con importanti magistrati e alti funzionari della pubblica amministrazione.
Tali rapporti vengono poi coltivati con la finalità, talvolta dichiarata esplicitamente, di conseguire importanti vantaggi per il gruppo, per qualche componente dello stesso o per qualche soggetto collegato». Per l’appuntamento di Santa Margherita di Pula, Carboni aveva preteso che s’invitassero anche il sindaco e il presidente del Consiglio di Stato, «che se non si vede incluso nell’elenco sta un po’ male».
E aveva annunciato che la sua presenza sarebbe stata molto discreta, forse per non mettere in imbarazzo qualche partecipante visti i suoi trascorsi giudiziari, come spiega ancora a Lombardi due giorni prima del convegno: «Io ti ho detto che farò solo delle apparizioni, solo fra di noi e basta… Ciao caro».
Durante i lavori del convegno, gli investigatori hanno registrato anche una telefonata dove Lombardi dà disposizioni a un suo collaboratore su come sistemare i relatori di una sessione: «Al centro è Carbone (all’epoca presidente della Cassazione, ndr).
Poi ci metti Formigoni vicino a Bassolino da quest’altra parte… sulla sinistra ci metti Cappellacci, poi ci metti Martone e ci metti Caliendo… poi metti… devo essere io e coso, quel pepe di Verusio (procuratore di Grosseto, presidente dell’associazione, ndr).
Da quest’altra parte invece metti Arcangelo». Qualche mese dopo, all’inizio del 2010, il gruppo era pronto per un’altra occasione d’incontro, stavolta a Milano. I carabinieri lo scoprono attraverso una telefonata di Lombardi al giudice Martone: «Siccome con i nostri amici del centro studi vorremmo fare il giorno 26 febbraio un convegno a Milano, avendo come tema la giustizia, la riforma e tutte ’ste cazzate all’italiana… quale sarebbe secondo te il tema migliore da poter toccare?».
È in occasione di quell’appuntamento che Lombardi farà, a metà febbraio, una telefonata al procuratore di Firenze (che non conosceva) per invitarlo; il sospetto è che ci fosse l’intenzione di succhiare qualche notizia sull’inchiesta sugli appalti per i Grandi Eventi che coinvolgeva Denis Verdini, oggi indagato per associazione segreta assieme a Carboni, Lombardi e Martino.
Giovanni Bianconi