Rosa tesse la tela del regno
rassegna stampa
di Mimmo Carratelli (da: La Repubblica del 19 luglio)
La bocca le baciò tutta, Tremante?
Macché. Nicola Tremante, appena eletto segretario, non ha baciato Rosarusso.
Ne ha disprezzato la giunta.
Rosarusso non ne può più.
Da quattro anni impasta, rimpasta, accatasta, sposta, rimuove, promuove, commuove, accontenta, acconsente, resiste, persiste, rappezza e non si spezza, ma nessuno le riconosce questo straordinario impegno per formare e fermare una giunta che smette, si dimette, s’arresta e si fa arrestare, si blocca e si balocca, s’arrocca, si scrocca, si squaglia, non quaglia e mai riposa in pace.
Una infinita commedia, ma Rosarusso rimedia.
Realfonzo fa lo strano, Valente non si pente, Amaturo salta il muro, Cardillo lascia la gabbia, Nuzzolo s’arrabbia, nessun problema. Rosarusso sostituisce, non perisce. Avvicenda, ripara, rimorchia, rinnova, puntella.
Prende Nasti, sposta Guida, blocca Riccio, chiama Scotti, perde Raffa, riprende Losa, non molla Losa, tiene in mano e assume Gabriella Pagano.
Dà la scossa con l’arrivo di Nuvola Rossa, la fulva e aperta a ogni esperienza Gabriella, una fulva coupé.
Ha mille risorse Rosarusso che tesse e ritesse la tela del regno, inesausta Penelope di Palazzo San Giacomo, abbandonata da Ulisse che non sta più alla Regione ed è in viaggio per il mondo.
Ventinove assessori setacciati in quattro anni, scelti, sciolti, goduti e perduti, amati e scaricati, e ogni volta il più vivo e caloroso augurio di ottimo lavoro, siamo una squadra, rinnoviamo nel segno dell’efficienza, da qui non mi muovo, rimuovo e rinnovo, impacchetto e non smetto, sistemo Gennaro se perdo Michele, assumo, consumo, se va via Enrica resiste Nicola, Sabatino è il mio Santangelo, questa giunta lavora, lavora, lavora.
Sono i martiri di Pasquale Belfiore. E, intanto, come si usa di questi tempi, la città va a puttane.