ISTAT:8 milioni di persone che vivono con un reddito di 983 euro mensili.
Povertà stabile nel 2009
la crisi ha colpito i giovani
In totale ci sono quasi 8 milioni di persone che toccano vivere con un reddito di 983 euro mensili. Il numero di famiglie assolutamente povere è rimasto identico ma le loro condizioni medie sono peggiorate. Male il sud e le famiglie operaie
rassegna stampa -
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repubblica.it
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ROMA - Nonostante la dura recessione economica la povertà in Italia non subisce un aumento nel corso del 2009. Ma ad essere colpiti sono i giovani, il Sud e le famiglie operaie. I dati diffusi dall’Istat indicano che l’esercito dei poveri è stabile a quasi 8 milioni di persone, pari al 13,1% dell’intera popolazione ma al mezzogiorno si conferma una situazione allarmante. Vive in condizioni di povertà (la soglia di poverta è pari ai 983 euro mensili, 17 euro in meno rispetto al 2008) oltre una famiglia su 5, il 22,7% con un aumento del valore dell’intensità della povertà assoluta (dal 17,3% al 18,8%) dovuto al fatto che il numero di famiglie assolutamente povere è rimasto identico ma le loro condizioni medie sono peggiorate. Peggiorano, però, le condizioni delle famiglie assolutamente povere del sud e cresce la povertà assoluta (che misura i più poveri tra i poveri) di quelle operaie.
Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a 983 euro, vengono classificate come povere. Sempre nel 2009, 1 milione 162mila famiglie (il 4,7%) risultano in condizione di povertà assoluta per un totale di 3 milioni e 74 mila individui (il 5,2% della popolazione). Ambedue i fenomeni risultano stabili rispetto al 2008.
Sono due le ragioni per le quali il numero dei poveri non è nè aumentato nè diminuito. Nel periodo considerato, l’80% del calo dell’occupazione ha colpito i giovani, mentre due ammortizzatori sociali fondamentali hanno mitigato gli effetti della crisi sulle famiglie: la famiglia, che ha protetto i giovani che avevano perso il lavoro, e la cassa integrazione che ha protetto i genitori dalla perdita dell’occupazione.
Il Sud conferma i livelli di incidenza della povertà raggiunti nel 2008 (22,7% per la relativa e 7,7% per l’assoluta) e mostra un aumento del valore dell’intensità della povertà assoluta (dal 17,3% al 18,8%) dovuto al fatto che il numero di famiglie assolutamente povere è rimasto pressochè identico, ma le loro condizioni medie sono peggiorate.
L’incidenza di povertà assoluta aumenta, tra il 2008 e il 2009, per le famiglie con persona di riferimento operaia (dal 5,9% al 6,9%), mentre l’incidenza di povertà relativa per queste famiglie aumenta solo nel centro (dal 7,9% all’11,3%). L’incidenza diminuisce invece a livello nazionale tra le famiglie con a capo un lavoratore in proprio (dall’11,2% all’8,7% per la povertà relativa, dal 4,5% al 3% per l’assoluta), più concentrate al nord rispetto al 2008.