Par condicio nelle primarie (decenza, imporrebbero che Oddati si dimettesse da ora dai suoi incarichi di governo).Invece siamo alle comiche finali:Santangelo lo considera il suo “OBAMA”

Agosto 22, 2010 by admin
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di Sergio Locoratolo
rassegna stampa
fonte
il Corriere del Mezzogiorno

Strano destino quello delle primarie.
Nate come mito fondativo del Pd, dopo un breve transito tra i principi non negoziabili per i democratici di casa nostra, sono ormai degradate a valore derogabile dagli stessi leader di centrosinistra.

Al contrario, proprio il centrodestra che le aveva da sempre snobbate, pare prenderle in considerazione proprio in funzione della competizione elettorale del prossimo anno a Napoli.
Per il momento, tuttavia, è nel centrosinistra che già si conoscono due candidati ufficiali per la corsa a sindaco, Umberto Ranieri e Nicola Oddati, mentre l’ombra di Luigi De Magistris incombe minacciosa senza, però, mai materializzarsi.
Questo il dato di partenza, è probabile, e auspicabile, che questa volta si assista ad una gara vera, non precostruita in casa, né scontata negli esiti come tante volte è in passato accaduto.
Ma se di gara deve trattarsi, allora è opportuno che siano chiare, definite ed unanimemente accettate le regole del gioco.
E tra le regole auree di qualsiasi competizione, ancor più se politica, spiccano il rispetto della par condicio tra i contendenti e la trasparenza delle posizioni in campo.
Se si accetta tale premessa, allora non può non notarsi che la competizione sembra già partire con il piede sbagliato.
È noto a tutti, infatti, che uno dei candidati, Nicola Oddati, ricopra attualmente il ruolo di assessore alla Cultura del comune di Napoli e di Presidente della Fondazione che dovrà organizzare il Forum delle Culture nel 2013.
Ed è perfino banale rilevare che tali posizioni alterano in partenza il principio di parità di trattamento tra i concorrenti.
Certo, non sfugge che Oddati ha dichiarato di volersi dimettere una volta aver vinto le primarie. Un gesto che sarebbe del tutto inutile e, direi, anche offensivo verso l’intelligenza degli elettori.
Poco ci vuole, infatti, ad usufruire, prima, dei vantaggi legati all’utilizzo della carica pubblica ricoperta per ottenere la vittoria alla primarie per poi, dopo, dimettersi con la candidatura in tasca.
Troppo facile.
Le condizioni di parità sostanziale tra i concorrenti devono sussistere al momento della partenza e non al nastro di arrivo.
Logica, buon senso, decenza, imporrebbero che Oddati si dimettesse da ora dai suoi incarichi di governo per gareggiare in regime di parità con gli altri.
D’altro canto, proprio in casa bassoliniana vige un precedente in tal senso.
Valeria Valente qualche mese fa si è dimessa da assessora della giunta Iervolino per poter partecipare alla primarie indette per la nomina a segretario provinciale del Pd di Napoli. Strettamente collegato ai principi della parità, ma con diramazioni in quello della trasparenza e del conflitto d’interessi, è sempre il caso relativo al rapporto intercorrente tra Oddati e la società che ne cura la comunicazione politica per le primarie, la Think thanks. Da notizie di stampa, e dallo stesso curriculum della società, si evince che essa pare abbia svolto e svolga attività per conto del Forum delle Culture, di cui Oddati è presidente. Se ciò fosse confermato, sarebbe necessario che Oddati dichiarasse in anticipo quali e quanti rapporti lo legano a tale soggetto, l’entità e la natura degli stessi, la loro durata. E non sarebbe male se a pretendere qualche risposta fosse per primo il suo partito di appartenenza, il Pd. Sempre che ancora esista.

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