LA TRISTE EREDITA’ DI BASSOLINO:La beffa dei corsi fantasma: cento milioni in fumo. Pagati per non lavorare, ecco i progetti degli sprechi
rassegna stampa-
di Giuseppe Crimaldi
fonte
il Mattino
II carrozzone va avanti da sé, cantava Renato Zero.
E di un vero e proprio carrozzone si parla quando l’argomento investe i corsi di formazione professionale, un calderone gestito in questi ultimi anni dalla Regione Campania nel tentativo di offrire sbocchi alle migliaia di senzalavoro. Fino a qualche tempo fa il progetto si chiamava “Isola”, oggi si definisce “Bros”, ma alla fine cambia poco.
Identica è la forma di assistenzialismo, uguale l’incapacità di offrire reali possibilità di collocamento nel mondo del lavoro.
Un limbo semi-istituzionale nel quale sono state sospese almeno 3000 anime, quelle degli iscritti alle liste dei movimenti per il lavoro di cui abbiamo parlato nella puntata di ieri.
L’esperimento dei corsi di formazione venne avviato nell’ormai lontano 2006.
Giustamente qualcuno ha notato che – oltre a un esborso da interpretarsi come un misero contentino ai senzalavoro – quei 500 euro mensili corrisposti ai 4000 iscritti ai cosiddetti programmi di formazione per quattro lunghi anni non è che abbia portato a grossi risultati.
Di certo non è cambiata l’aspettativa di sistemazione dei disoccupati; ne può dirsi che è mutato il loro tenore di vita. Una cosa appare certa: ed è il fiume di denaro pubblico fatto scorrere con incredibile leggerezza da chi avrebbe invece dovuto programmare e vigilare.
Facendo due conti la somma record che si ottiene è di oltre 96 milioni di euro erogati, ma di fatto inutilmente spesi.
Bella soddisfazione.
Da qualche altra parte si è pure sottolineato come questi generosi stanziamenti monetari finivano direttamente nelle casse delle agenzie private e nelle tasche degli imprenditori coinvolti.
Insomma, se i corsi di formazione nemmeno sono mai decollati la ragione è semplice: perchè non convenivano a nessuno.
Non certo alle agenzie, che nel frattempo hanno incassato le somme dei fondi pubblici e tantomeno ai disoccupati, la maggioranza dei quali, lavorando già al nero, hanno usufruito a titolo di sussidio di 500 euro mensili.
Insomma, sotto il progetto, niente.
Ma, soprattutto, nessun lavoro concreto.
Questa è la cronaca di ciò che è stato.
Oggi il presidente della Regione, Stefano Caldoro, promette un’inversione di rotta. «In questi mesi – dichiara al “Mattino” – abbiamo garantito un intervento straordinario per la cassa integrazione in deroga in difesa di decine di migliaia di persone».
Più nel dettaglio, la Regione Campania sta per varare un “Progetto per il lavoro”, come anticipa al Mattino, nell’intervista , l’assessore Severino Nappi.
Fonti della presidenza di palazzo Santa Lucia confermano che uno dei primi dossier sui quali il nuovo esecutivo regionale si è messo al lavoro è proprio quello relativo all’emergenza occupazionale.
I criteri ispiratori di questo fascicolo partono da un presupposto: la crisi in atto rappresenta la peggiore eredita’ ricevuta dalla vecchia politica.
I dati, fanno sapere ambienti vicini a Caldoro, allarmano tanto più perché la Campania si conferma la maglia nera del Sud “per un decremento, nei dati sull’occupazione, che va un punto in percentuale oltre la media nazionale, portando il dato a più di 200000 disoccupati”.
Quello che preoccupa di più la nuova giunta, tra tutte le scelte effettuate dalla vecchia amministrazione, sono quelle fatte sui principi assistenzialistici: “sprechi”, li definisce una fonte di Palazzo Santa Lucia, per favorire pochi senza prospettive di lavoro reale, “e per di più senza copertura finanziaria pluriennale”.