CAMPANIA SENZA MARE-Una gestione così fallimentare da finire nel mirino della procura e della guardia di finanza (Ma chi sono stati i responsabili nei vari commissariati per le bonifiche in tutti questi anni passati?)

Agosto 31, 2010 by admin
Filed under: Senza categoria 

Depuratori che non funzionano, spiagge sporche, colibatteri che imperversano invisibili. Colpa delle industrie, dei comuni che sversarno nei fiumi e degli scarichi abusivi. E la regione o all’ultimo posto in Italia per la depurazione.
Invece che una risorsa, il mare è diventato una croce
Rassegna stampa
Di Adriana Pollice
Fonte- IL MANIFESTO

La spiagetta di Mergellina è affollata come sempre, dietro le macchine sfrecciano su uno dei rari rettilinei di una città tutta vicoli. I bagnanti arrivano con l’ombrellone sotto il braccio, si sistemano sul loro fazzoletto di sabbia e poi si buttano in acqua.
Di fronte a loro le isole del golfo, ma sono un sogno per chi ha i soldi, il mare però è di tutti e, in fondo, anche i colibatteri sono gli stessi, a Ischia come a Napoli.

L’emergenza l’anno scorso erano i vermi annidati nelle spiagge, quest’anno è la mucillagine, ma anche strane scie di schiuma marrone comparse lungo le coste della penisola sorrentina e flegrea.
Insomma, se nel salernitano aumentano le bandiere blu, il mare tra Napoli e Caserta anche quest’anno è più una croce che una benedizione.
Secondo il rapporto Mare monstrum 2010 di Legambiente, il principale nemico del golfo, dei fiumi e dei laghi è la cattiva depurazione, il vettore più pericoloso sono proprio i fiumi con le loro foci tutte gravemente contaminate.
I maggiori responsabili sono i comuni, ma anche le piccole industrie, che scaricano i propri reflui nei corsi d’acqua senza alcun trattamento o con un trattamento inadeguato.

La Campania, infatti, si è classificata seconda, dietro alla Sicilia, nella classifica delle regioni con la minor copertura depurativa, con la media nazionale al 70,4% mentre i capoluoghi campani nel complesso si attestano al 67%, lasciando scoperti quasi due milioni di cittadini.

Negli ultimi dodici mesi la Campania ha fatto registrare cinquecento illeciti nel settore degli scarichi abusivi.
Così si spiega anche il secondo risultato:la percentuale di costa non balneabile a causa dell’inquinamento è di oltre il 17% a fronte di un valore medio nazionale intorno al 4%. Un primato al contrario a cui contribuiscono anche gli scarichi delle numerose abitazioni abusive, che sbucano in regione al ritmo di sedici al giorno, seimila l’anno.

Quella del servizio fognario-depurativo è una questione irrisolta per tutto il paese e, infatti, la Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia per la violazione della direttiva 1991/271/Ce sul trattamento dei reflui urbani:
178 i comuni italiani inadempienti, tra cui Benevento, Napoli, Salerno, Avelline, Caserta ed altri 18 centri, tra cui spicca Ischia.

Il simbolo del disastro campano, però, sono senza dubbio i Regi Lagni, una serie di canali d’acqua che attraversano un bacino di più di mille chilometri quadrati, tra l’area napoletana e quella casertana, la provincia che anche quest’anno si è attestata al primo posto a livello nazionale per percentuale di costa vietata alla balneazione per oltre il 60%.

Tra i maggiori responsabili del disastro ambientale del litorale domizio-flegreo, la Hidrogest, che gestiva diversi depuratori, tra cui quello di Cuma, fino alla recente rescissione del contratto da parte della regione.
Una gestione così fallimentare da finire nel mirino della procura e della guardia di finanza.

Palazzo Santa Lucia riconosceva 250 milioni di euro l’anno per lasciare nel degrado gli impianti e distruggere l’ecosistema della zona.

Secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere, la società per aumentare i guadagni avrebbe lesinato sugli interventi di manutenzione, così i depuratori, col passare del tempo, sono diventati inefficienti e inservibili, tanto che l’acqua in uscita risultava più inquinata dell’acqua in entrata.

Per risparmiare, poi, sui costi dello smaltimento dei fanghi, li avrebbe gettati direttamente in mare. I responsabili della Hydrogest avrebbero anche finto di non accorgersi che i comuni di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e Casapesenna, tutti ad alta densità camorristica, scaricavano direttamente nei Regi Lagni senza passare per l’impianto.
A inizio agosto una pattuglia di Verdi con il portavoce, Angelo Bonelli, si sono incatenati al depuratore di Cuma: La rescissione del contratto rischia di complicare ulteriormente il problema - sottolineava Bonelli - perchè sono stati interrotti i lavori per nuove vasche di depurazione che la Hydrogest stava costruendo, l’assessore regionale all’Ambiente deve intervenire immediatamente.
Ormai si è ampiamente oltrepassato il livello di guardia, visto che buona parte dei depuratori campani è sotto sequestro o funziona a scartamento ridotto. Invita invece alla ribellione Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania:
Visto che sono proprio i cittadini a pagare con le loro tasse per i servizi di depurazione, invitiamo a un atto di disobbedienza civile e a non versare le imposte finchè la politica non darà un segnale di discontinuità e non dimostrerà di affrontare, davvero, il problema.

Comments

Feel free to leave a comment...
and oh, if you want a pic to show with your comment, go get a gravatar!

You must be logged in to post a comment.