Società civile;Appello per Mancuso: “non consegnare Napoli, dopo Provincia e Regione, ad una destra plebea e affarista”

Dicembre 4, 2010 by admin
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Ranieri e Mancuso
di Fabio Ciaramelli
fonte
il Corriere del Mezzogiorno
4 dicembre 2010

AIla vigilia delle primarie del centrosinistra napoletano, si sta delineando uno scenario in cui Libero Mancuso potrebbe contrapporsi ai tre esponenti del Partito democratico — Ranieri, Oddati e Cozzolino — che già da tempo, benché in momenti diversi, hanno avanzato la propria candidatura. Se scioglierà la riserva, il vantaggio competitivo di cui godrebbe l’ex magistrato napoletano, non digiuno di esperienze amministrative (è stato assessore nella giunta Cofferati a Bologna), sarebbe proprio la sua estraneità alla nomenclatura politica cittadina e di conseguenza alle beghe locali degli apparati di partito. E con l’aria che tira, dopo le figuracce che ha collezionato la lunga gestione del potere da parte del centrosinistra napoletano, non sarebbe questo un vantaggio di poco conto agli occhi di un’opinione pubblica desiderosa di voltar pagina.

In questo senso, la candidatura Mancuso si presenta immediatamente come l’espressione di una forte discontinuità, proprio in ragione della lontananza del personaggio dalle vicende locali, cosa che renderebbe superfluo da parte sua ogni bilancio e ogni resa dei conti sul recente passato.
Ma sarà poi vero che l’eventuale partecipazione di Mancuso alle primarie risulti così estranea alla logica delle candidature politiche?

Questa lettura della situazione, che a tutta prima appare evidente e persuasiva, in realtà è a sua volta subalterna ai rapporti di forze e alle prese di posizione della politica cittadina.

Dalle prime adesioni e sponsorizzazioni, si capisce che a favore della candidatura di Mancuso si sta mobilitando l’area intellettuale e politica d’una sinistra molto radicalizzata nelle sue rivendicazioni di principio, ma poi sempre singolarmente tollerante con l’asse Bassolino-Iervolino. Scrivendo che «consegnare Napoli, dopo Provincia e Regione, ad una destra plebea e affarista sarebbe un errore gravissimo», gli estensori dell’appello per Mancuso glissano sull’arroganza politica e l’inefficienza amministrativa con cui la sinistra ha sprecato la sua occasione storica, conducendo Napoli nel vicolo cieco in cui penosamente si dimena.

La costruzione della candidatura Mancuso, proprio per questo motivo, risulta politicamente molto più continuista di quanto non appaia la stessa scelta di un esponente della società civile. Sarà interessante vedere nei prossimi giorni come si schiereranno le forze politiche e soprattutto gli apparati dei partiti.

Ma non c’è dubbio che fra i tre esponenti del Partito democratico finora candidati alle primarie, il solo Ranieri rappresenti, con tutta la sua diplomazia, una qualche linea di discontinuità rispetto al gruppo di potere vigente, di cui Oddati e Cozzolino sono viceversa filiazioni dirette. Ranieri, infatti, per la sua storia e per le sue posizioni, non è assimilabile al sistema di potere bassoliniano, rispetto al quale, pur essendo uomo di partito e d’apparato, risulta sicuramente più minaccioso di un outsider. In fin dei conti, il principale bersaglio politico dell’operazione Mancuso è proprio quel poco o quel tanto di discontinuità rappresentata dalla candidatura di Ranieri.

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