Welfare, ISTITUTI SENZA FONDI APPELLO ALLA IERVOLINO
NAPOLI (Cronaca) - Il direttivo provinciale dell’UNEBA (Unione degli Istituti religiosi e laici di Assistenza Sociale) di Napoli, riunitosi stamane, ha deciso di avviare lo stato di agitazione di tutte le strutture religiose e laiche per la grave situazione economico-finanziaria in cui versano i Centri che operano nel campo dell’assistenza ai circa 3000 minori e 700 anziani di Napoli, determinato dal mancato pagamento di quanto dovuto agli istituti da oltre 24 mesi. Il Direttivo chiede al Comune di Napoli che si provveda con un atto di giustizia al pagamento delle rette di mantenimento dei minori e anziani assistiti. L’UNEBA di Napoli attiverà nei prossimi giorni una campagna di informazione alla cittadinanza e,ogni domenica, in tutte le chiese della città; viene avviata,poi,una mobilitazione da parte delle oltre duemila persone, tra operatori socio-educativi ed assistenziali, insegnanti, collaboratori e personale vario. Il presidente dell’Unione degli enti di assistenza, religiosi e laici (Uneba) di Napoli, Lucio Pirillo, rivolge un appello al sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, al Consiglio Comunale e “a tutte le forze politiche al di là degli schieramenti”, perché intervengano concretamente sulla vicenda sottolineando il pericolo di venir meno delle attività delle strutture religiose e laiche che assistono circa tremila ragazzi e ragazze appartenenti a famiglie povere dell’area a rischio di devianza: prevalentemente figli di detenuti, tossicodipendenti o altre situazioni difficili, provenienti dai rioni napoletani come Scampia, Secondigliano, Sanità, Piscinola, San Giovanni a Teduccio, Barra Ponticelli, Quartieri Spagnoli, Forcella, Pianura, Rione Traiano”.
Pirillo richiama le Istituzioni preposte affinché si assumono le responsabilità come classe politica cittadina nei confronti di minori in difficoltà e di anziani con gravi disagi economici. “Chiediamo che il Comune si impegni a pagare quanto dovuto, non solo alle cooperative sociali, ma anche alle strutture religiose e laiche che operano nel settore delle politiche socio-assistenziali. Altrimenti, inevitabilmente, gli enti religiosi e laici,dovrebbero sospendere le attività, considerato che le banche stanno richiedendo il rientro dei debiti contratti con grave danno per il servizio a tutela di bambini e anziani e per l’intero comparto che dà occupazione a circa duemila persone,tra operatori socio-educativi ed assistenziali”.
”La città - prosegue Pirillo - sarebbe privata di una attività ben radicate sul territorio cittadino,da oltre 30 anni, che rappresenta un efficace mezzo di lotta alla dispersione scolastica e di prevenzione alle devianze,sottraendo per l’intera giornata centinaia e centinaia di minori alle tentazioni della strada e offrendo loro una vasta gamma di attività post-scolastiche”.
fonte
http://www.scrivonapoli.it/detail.php?id=3138