È fumata nera E Benedetto XVI segue il voto in tv
Previsione rispettata: fumo nero in piazza San Pietro.
Nel primo scrutinio i voti si sono sparpagliati tra il super-favorito
Scola e i suoi competitori più accreditati: Scherer, Bergoglio, Ouellet, Dolan.
Prima votazione senza esito (ma utile a pesare le candidature e a definire i rapporti di forza interni
al sacro collegio) al termine di una giornata suggestiva.
La mattina nella basilica vaticana, la messa d’inizio conclave è
stata interrotta da un boato dei fedeli quando dall’altare il decano Sodano ha
ringraziato Benedetto XVI per il suo pontificato.
Poi a metà pomeriggio i 115 elettori sono solennemente entrati
in processione nella Cappella Sistina: hanno giurato in latino, ciascuno con il
proprio accento e la mano sul Vangelo sotto il Giudizio Universale di Michelangelo.
«Al momento non c’è una maggioranza, però alcuni candidati con poche preferenze si ritireranno
presto» spiega un porporato che ha partecipato al conclave del 2005 e alle dieci congregazioni
generali.
Anche Dolan prevede la fumata bianca entro giovedì.
Appena scoccherà il quorum (77) un miliardo e duecento milioni
di cattolici avranno la loro guida spirituale e si chiuderà uno dei periodi
più travagliati della storia ecclesiastica, caratterizzato dai continui ostacoli opposti dalla Curia
romana all’azione riformatrice di Ratzinger che ieri ha assistito all’«Extra omnes» in tv.
Il suo braccio destro Gaenswein è stato tra gli ultimi a lasciare il seggio elettorale più prestigioso del
mondo.
Sodano non vota perché è «over 80», ma ha affidato il mandato ai porporati, richiamando la
necessità che la Chiesa sia unita, proclami un messaggio di giustizia e pace a livello mondiale,
pratichi (e per primo lo faccia il Papa) il messaggio dell’amore.
L’Osservatore romano precisa che ogni Pontefice esprime la Chiesa che lo ha eletto.
Insomma, novità e tradizione si mescolano nellavita di una Chiesa bimillenaria.
I papi nascono da attese e speranze, ma anche da alchimie di
vecchio e nuovo, da riti e tradizioni.
E il conclave appare al momento aperto.
Alla fumata la piazza, gremita oltre ogni attesa malgrado
la pioggia e il freddo invernale, trattiene il respiro. Alle 19,41 i
primi sbuffi sono grigi, ma poi i fumogeni dimostrano la loro efficacia.
Anche l’ex premier Romano Prodi lascia San Pietro mentre i conclavisti sono già nella residenza Santa Marta.
Preghiera, poche ore di sonno e stamattina all’alba si ricomincia. « Un’atmosfera molto particolare e intensa
all’interno della Sistina», sottolinea il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
Si elegge il 265° successore di Pietro e, dopo quello del primo Pontefice nella storia che rinuncia per
motivi d’età, nessun colpo di scena può essere escluso.
Tra i «reclusi» d’Oltretevere c’è anche il primo elettore cinese.
Oggi il «celeste impero» è ciò che la Russia fu 35 anni fa per il polaccoWojtyla.
Votare un Pontefice è «al contempo una scelta politica e religiosa» ha ricordato prima di
entrare in conclave il curiale De Paolis.