LA TRAIETTORIA DI UN VIAGGIO METROPOLITANO di Domenico Pizzuti
La conversazione metropolitana con L. Pirillo in Napoli anno zero.
Cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura è certo ricco di metafore - dal viaggio sotterraneo alla città senza sole - evocative di un viaggio nella memoria, scandito in vari frammenti di periodi storici lungo le stazioni della nuova metropolitana di Napoli per uscire finalmente alla luce del sole sul viadotto che da Colli Aminei porta a Piscinola-Secondigliano.
Ma la conversazione su cattolici e politica a Napoli soprattutto negli ultimi quindici anni è anche oggettivazione di un percorso non puramente autobiografico per i riferimenti alla vicende politico-sociali ed ecclesiali napoletane che affondano le loro radici ben prima della rottura dell’unità politica dei cattolici evocata all’inizio dell’intervista.
Volendo offrire qualche elemento interpretativo della vicenda non puramente autobiografica evocata lungo il cammino che si snoda nella conversazione, soccorre in primo luogo il riferimento alla “traiettoria” come intesa dal sociologo francese Pierre Bourdieu.
L’analisi critica dei processi sociali scarsamente analizzati che agiscono nella costruzione di quell’artificio retorico che è la “storia di vita”, porta a evidenziare il concetto di traiettoria come serie di posizioni occupate successivamente da un stesso agente in uno spazio che è in divenire e soggetto a trasformazioni incessanti.
Appare perciò appropriato, sotto il profilo denotativo del genere della conversazione metropolitana nel volume analizzato, quanto scrive il Bourdieu: <> (Ragioni pratiche, Il Mulino, Bologna 2009, p. 79.)
Ciò equivale a dire che una traiettoria è comprensibile solo a condizione di aver costruito in precedenza gli stadi successivi del campo in cui si è svolta e quindi l’insieme delle relazioni oggettive che hanno unito l’agente considerato all’insieme degli altri agenti che si inseriscono nello stesso campo.
Basta leggere il libro nella sua struttura di frammenti e promemoria scanditi per periodi storici significativi per convincersi dell’adeguatezza della categoria di “traiettoria”, insieme a quelle di viaggio e percorso.
Nello stesso tempo l’esperienza evocata di cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura, a Napoli naturalmente, richiama una “generazione politica” modellata dagli eventi politico-culturali del ’68 ed ecclesiali del Concilio Vaticano II, una pelle che non si può scrollare di dosso.
Ma non altrettanto per le generazioni dei decenni successivi fino ai nostri giorni di indifferenza diffusa nei confronti della politica da parte di giovani generazioni. Si può anche individuare una “subcultura politica”, per intendersi quella del cattolicesimo sociale e democratico, quasi un’eredità di persone e gruppi non spenta ma neanche egemone per profondi cambiamenti economici, sociali e culturali, ma anche religiosi nelle società occidentali che richiede nuovi paradigmi di analisi per capire il presente.
Insieme ad altre analisi sociologiche il riferimento può essere al sociologo francese Alain Touraine, La globalizzazione e la fine del sociale. Per comprendere il mondo contemporaneo, Il Saggiatore, Milano 2008, che ipotizza un nuovo paradigma, fondato sul soggetto e sui <>, dove le donne e le minoranze oppresse possano finalmente ricoprire il ruolo sociale che spetta loro.
Infine il “rapporto fede-politica”, come incarnazione del dono della fede nelle vicende della convivenza umana a livello locale, nazionale, planetario o globale nell’assunzione dei problemi delle folle e generazioni umane che costituiscono la nostra umanità.
Dopo quindici anni dalla fine della rottura dell’unità politica dei cattolici, che sotto il profilo partitico hanno approdato a diverse formazioni politiche, che apre la conversazione di C. Castiglione con L. Pirillo, a mio avviso sulla base anche della presenza silenziosa e subordinata al capo di cattolici in aggregazioni partitiche o elettorali si avverte l’esigenza di una ricomposizione o di convenire su alcune modalità politiche di risposta ai problemi, da quelli della vita a quelli della sicurezza, dell’accoglienza ed integrazione degli immigrati per animare le “politiche” delle diverse formazioni.
E conseguentemente di promuovere sedi di elaborazione politico-culturali specialmente nel Mezzogiorno, che rompa una buona volta il silenzio e l’invisibilità del laicato cattolico che voglia essere fedele ad una fede che fecondi la convivenza umana.
BOLLETTINO N. 28 DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPI NOMADI DI SCAMPIA:RIFIUTI ED ABBANDONO ANCHE A CAMPO NOMADI DI VIA CUPA PERILLO
Mentre episodi di rifiuti non raccolti in città e dintorni sono
di nuovo al centro dell’attenzione della carta stampata ma non solo,
ed ogni volta si parla di misure per risolvere l’emergenza come se
non fosse compito dell’ASIA e dell’amministrazione comunale, MONTAGNE
DI RIFIUTI NON RACCOLTI GRIDANO AL CIELO nel campo nomadi di via Cupa
Perillo.
Ieri sera, giovedì 12 luglio, dietro segnalazione di alcuni
cittadini del rione, mi sono recato per una visita che spetterebbe
alle pubbliche istituzioni, ed ho notato per la strada che porta al
campo una fila di rifiuti di vario genere che partono in prossimit
del primo campo per crescere come un serpente che si ingrossa fino
alla rotonda dove costituisce un mare anche di cumuli combusti. Consta
che DA MESI questi rifiuti non sono raccolti, e sulla parte destra
sono anni se non DECENNI – come mi diceva un’abitante del campo rosa
che rifiuti di vario genere incombono sulle baracche del lato
destra.
A ciò si aggiunge la rottura di una conduttura dell’acqua non
riparata sul lato sinistro della rotonda che crea pozzanghere, e
rifiuti ed acqua impediscono il passaggio anche di automezzi.
Non ho parole di fronte a questo ripetuto spettacolo negli
anni, e provo un senso di vergogna per una città che non riesce a
risolvere problemi primari della convivenza, perche come titolava una
mia lettera al Roma pubblicata in data 5 luglio “I ROM HANNO GLI
STESSI DIRITTI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI”.
Continuando nella denunzia come cittadino del mondo, se
strutturalmente l’azienda ed il Comune non sono in grado di
provvedere, si affidi il compito a comitati o associazioni di
cittadini e sarebbe anche educativo affidarlo agli stessi abitanti del
campo. Forse sarebbe meno costoso!
E’ chiaro anche al sottoscritto che occorre d’urgenza una BONIFICA,
In attesa di un vostro monitoraggio in loco, siamo disponibili per
ogni tutile collaborazione.
Domenico Pizzuti, Comitato Associazioni, cittadini e rom insieme
MEDAGLIA D’ARGENTO AD UNA SUORA DI SCAMPIA di Domenico Pizzuti
Nel corso del Premio nazionale “Vigile del fuoco Carlo La Catena” nel severo Salone dei Busti di Castel Capuano tra carabinieri, dirigenti scolastici, studenti e giornalisti è stata assegnata la medaglia d’argento all’impegno civico ad una minuta suora, Suor Edoarda (Suore della Provvidenza), che da ventennio con determinazione e passione opera a Scampia per l’educazione, animazione e crescita dei bambini delle famiglie più disagiate.
Viene premiata come
“Chiaro esempio di altissimo senso del dovere ed elette virtù civiche. Altissimo senso di solidarietà, amore e principalmente grande dono quello dell’umiltà e umanità che spesso tanti dimenticano”.
Suor Edoarda non è una suora dalle parole devote ma della concretezza e realizzazione in un quartiere difficile non solo per la condizione di famiglie meno privilegiate, ma talora per un mancato riconoscimento di iniziative sociali promosse da associazioni e comunità all’interno della stessa chiesa locale.
L’ultima apprezzabile iniziativa, dopo diverse peregrinazioni alla ricerca di una struttura adatta, è la realizzazione di una ludoteca “Il Giardino dai mille colori” in via Cupa Perillo presso la scuola Ilaria Alpi, inaugurata l’8 ottobre 2010, promossa dalle Suore della Provvidenza, l’ Associazione Celus e sponsorizzata da “Enel Cuore onlus”.
Con questa colorata struttura si intende offrire ai bambini che vivono nel Quartiere Scampia luoghi educativi, culturali e ricreativi per favorire una crescita armonica e serena, garantire i diritti dell’infanzia Per undici mesi l’anno, dal vicino Lotto P ma anche dal soprastante campo rom, convergono frotte di bambini per il doposcuola, laboratori come quello musicale, giochi, animazione con l’aiuto di volontari.
Parafrasando un detto evangelico, anche da Scampia può venire qualcosa di buono, se si riconoscono le molteplici iniziative ad opera di associazioni e gruppi di volontariato, recenti e meno recenti, che costituiscono le tessere di un virtuoso mosaico che abbellisce il quartiere e la sua immagine.
UNEBA Napoli Convegno - Quale welfare territoriale - Maurizio Giordano Pres Nazionale UNEBA
Quale welfare territoriale? Il contributo del privato sociale al riassetto delle competenze e dei servizi territoriali.
Maurizio Giordano,Presidente Nazionale Uneba, ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di impostare le politiche sociali come elemento di risposta alla gravissima crisi economica che attraversa il paese, specificando che da questo punto di vista, il convegno è stato un modo per mettere in evidenza gli aspetti teorici e pratici di quello che rappresenta il welfare territoriale.
I centri socio educativi diurni, gestiti da religiosi nei loro Istituti, sono strutture radicate nella storia della città e che, già rinnovati nel tempo, svolgono un ruolo fondamentale.
A Napoli sono 3mila i minori e 700 gli anziani seguiti e curati dai religiosi e dal personale laico degli Istituti. E’ un servizio messo a rischio dalla grande difficoltà economica che i centri vivono, a causa del ritardo da parte del Comune di Napoli che ha accumulato un debito di circa 30 milioni di euro.
Su questo sfondo sociale così critico, va osservata la grande difficoltà economica che i Centri vivono, a causa del Comune che da oltre tre anni continua a non pagare agli Istituti quanto dovuto per il servizio a minori e anziani, con la conseguenza che se da un lato alcuni Associati hanno già chiuso le loro attività, altri Enti potrebbero essere obbligati a seguire la stessa strada.
UNEBA Napoli Convegno - Quale welfare territoriale - S. E. Crescenzio Sepe Cardinale Napoli
Quale welfare territoriale? Il contributo del privato sociale al riassetto delle competenze e dei servizi territoriali. E’ Il tema del convegno organizzato dall’ UNEBA, unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale, d’intesa con l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II°, Corso di Laurea Magistrale in Servizio Sociale e Politiche Sociali, con il patrocinio del Comune di Napoli e dell’Ordine Assistenti Sociali della Regione Campania, che si è svolto presso l’aula Aula Magna del complesso universitario di Via Don Bosco a Napoli.
Assente il Sindaco di Napoli ,Luigi De Magistris, ad aprire il convegno, che ha visto una grande partecipazione di oltre 800 persone ,il prof. Mario Rusciano Presidente Polo delle Scienze Umane e Sociali. seguito dal prof. Arturo de Vivo Preside Facoltà Lettere e Filosofia e dal dott. Antonio Cicia, Segretario generale di Uneba - Napoli
Il Cardinale di Napoli, S. E. Crescenzo Sepe, nel Suo intervento di saluto, ha puntato l’accento sul preoccupante aumento delle povertà che si sta verificando nella nostra città che vive una crisi difficile.
Da qui l’importanza del terzo settore che non è uno spazio residuale, ma uno spazio dove organizzazioni cattoliche e non, fanno un servizio alla città che va riconosciuto non solo con le parole ma con i fatti. “Come vescovo mi umilia vedere tanti istituti che sono costretti a chiudere perchè chi dovrebbe tenerli aperti, e dare un proprio contributo non lo fa, e perchè da 3 anni e mezzo chi ha il dovere di pagare non paga, così le istituzioni umiliano i poveri».
Ambiente e Sociale l’Impegno di UNEBA Napoli -All’Amministrazione De Magistris chiediamo un Piano di rientro dal debito che,solo per l’Uneba,ha superato i tre anni,compromettendo l’ esistenza di Istituzioni che hanno fatto la storia del Welfare in città
Pirillo e i centri socio educativi a Napoli
Il presidente dell’UNEBA a Napoli è Lucio Pirillo, che fu capolista al Consiglio Comunale nel 1993 per ‘la Rete’, eletto Consigliere Comunale e poi dimessosi perchè nominato Assessore ai Servizi sociali nella Giunta del Sindaco Bassolino.
Riporto un’intervista che attiene alla condizione di un aspetto particolare dei servizi sociali in Città, alla mancanza di fondi, ed alla conseguente chiusura di strutture educative storiche con danno rilevante per l’educazione dell’infanzia.
Scritto da Francesco de Notaris
http://www.laretitudine.net/2010/index.php/notizie/259-pirillo-e-i-centri-socio-educativi-a-napoli
Il contributo degli istituti religiosi alla costituzione del welfare italiano
Sabato 25 febbraio alle 10 presso la sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma viene presentato lo studio “Per carità e per giustizia – Il contributo degli istituti religiosi alla costituzione del welfare italiano”, promosso da Cism, Usmi e Fondazione Zancan in collaborazione con la Fondazione Roma Terzo Settore.
Qui il programma e le indicazioni per la giornata, cui parteciperanno anche il cardinale Tarcisio Bertone segretario di stato di Benedetto XVI, il vescovo di Città di Castello mons.Domenico Cancian per la Cei e il neo direttore di Caritas Italiana mons.Francesco Soddu. Devono confermare la presenza i ministri Andrea Riccardi ed Elsa Fornero.
Ad illustrare “Per carità e per giustizia” saranno Emanuele Rossi dell’Istituto superiore Sant’Anna di Pisa, componente dell’Agenzia per le onlus, e mons.Giuseppe Pasini, presidente della Fondazione Zancan.
Lo studio è fuori commercio, sarà consegnato ai presenti sabato 25 febbraio.
L’Uneba – commentano il presidente nazionale Maurizio Giordano e il commissario regionale del Lazio Alessandro Baccelli -, che ha partecipato sia direttamente che indirettamente, in collaborazione con l’Area della Solidarietà CISM-USMI ed il Comitato di coordinamento, ai lavori, a partire dalla Rilevazione del 2009, che abbiamo presentato al convegno di Assisi “Il Vangelo nelle opere di carità e nelle attività sociali dei Religiosi in Italia”, richiama l’attenzione di tutti gli operatori su questo importante appuntamento: non per una celebrazione auto elogiativa, ma per trarne le conseguenze per il futuro. Soprattutto per continuare a lavorare insieme, evitando le dispersioni del passato e coordinando, nel rispetto delle autonomie di enti ed organismi, le diverse iniziative sul piano culturale, propositivo, organizzativo, gestionale. Dal canto nostro, assicuriamo la piena disponibilità sia a livello nazionale che regionale e locale”.
BOLLETTINO N. 26 DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPO DELLA MARINELLA: URGE INTERVENTO DI RISANAMEMTO PER LA SALUTE DEGLI ABITANTI DEL CAMPO E DEL QUARTIERE
Venerdì 20 c.m. in occasione dell’inaugurazione del progetto
COM.IN.ROM Italia presso l’Ufficio Immigrazione della Prefettura di
Napoli in via Amerigo Vespucci, ho dato una sguardo al di là di una
staccianata sul campo del c.d. “Parco della Marinella” e sono rimasto
letteralmente inorridito per la presenza di tuguri in mezzo a cumuli
di immondizie. Un autentico campo di “Rifiuti umani”, secondo la
terminologia di Z. Baumann, in mezzo a cumuli di rifiuti, al di là di
un recinto di una via molto trafficata.
Avendo una certa conoscenza dei campi rom, ho l’impressione che
si tratti di una delle manifestazioni di maggior degrado del campi
rom e nomadi.
Non ho avuto l’ardire di oltreppassare il recinto, ma
dall’osservazione e da qualche informazione sono disseminati tra i
rifiuti accumulati circa 200 tra ganesi, senegalesi, marocchini e rom
con donne e bambini che abitano autentiche catapecchie tra enormi
topi e acqua defluente. Per queste condizioni, a mio parere, oltre
l’offesa alla dignità umana di questi extracomunitari e rom e alla
stessa “Napoli sociale” per l’indifferenza circostante, si tratta di
un’ autentica bomba ecologica per il pericolo di epidemie. Sono a
conoscenza dell’aiuto prestato a queste persone in mezzo a difficolt
da parte di associazioni di volontariato.
URGE da parte delle diverse istituzioni un intervento di
risanamento per la salute di questi poveri cristi e degli stessi
napoletani, in attesa di più civili sistemazioni abitative, e/o
almeno di bonifica con la raccolta dei rifiuti. Da questo punto di
vista per affrontare i diversi casi di degrado dei campi nomadi e rom
urge un tavolo che assembli i diversi rappresentanti delle
istituzioni e degli enti interessati insieme alle associazioni
operanti sul campo per la programmazione di interventi più
complessivi e articolati.
La stessa chiesa locale o meglio le
comunità cristiane dovrebbero gettare uno sguardo su questi campi
“invisibili” per contribuire alla umanizzazione di queste condizioni.
Anche il Terzo settore a Napoli e Provincia è chiamato a dare un più
efficace contributo per il risanamento di queste condizioni.
In attesa di un cortese riscontro sono disposizione per ogni
utile cooperazione.
Domenico Pizzuti, Comitato Associazioni, cittadini e rom insieme
I CARE don Lorenzo Milani
“il giorno che avremo sfondato insieme la cancellata di qualche parco, installato la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordati Pipetta, quel giorno ti tradirò, quel giorno finalmente potrò cantare l’unico grido di vittoria degno di un sacerdote di Cristo, beati i poveri perchè il regno dei cieli è loro. Quel giorno io non resterò con te, io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio signore crocifisso.”(Don Lorenzo Milani, 1950)