NAPOLI ANNO ZERO…..
PASQUALE COLELLA : Napoli anno zero: cattolici e politici dal ’68 ai giorni della spazzatura
conversazione metropolitana con LUCIO PIRILLO
(con prefazione di Leoluca Orlando ed a
ed a cura di Corrado Castiglione )
Ed. Intra Moenia Napoli 2009, pp.
214 - Euro 12,00
Rassegna Stampa - RIVISTA
IL TETTO luglio - ottobre 2009 n. 272-273
Questa lunga e densa intervista fatta da Corrado Castiglione a
Lucio Pirillo, già Assessore al Comune di Napoli e presidente provinciale
delle ACLI di Napoli comprende un ampia disamina sulla questione
cattolica a Napoli che va dalla fine degli anni cinquanta ai giorni
nostri.
Con pacatezza, ma con attenta riflessione Lucio Pirillo, ci racconta
criticamente le sue esperienze di un cattolico impegnato in
politica che riflette sulla fine dell’unità in politica dei cattolici e sulle
storie diverse di tanti credenti che a Napoli ed in Campania si sono
impegnati “ per un progetto politico comune” che nasceva, come
ha scritto LeoLuca Orlando nella prefazione, dall’intento di vivere
coerentemente i segni dei tempi configurando una nuova laicità dei
credenti impegnati in politica e ciò proprio grazie alla accettazione
della pluralità di opzioni di strumenti e partiti.
In tale prospettiva Lucio Pirillo ci propone ricordi e esperienze
che si inseriscono nel contesto del territorio napoletano e nelle spinte
propulsive di quanti, a diversi livelli, non sono caduti nel peccato
di rassegnazione e si sono impegnati, contribuendo anche oggi ad
“organizzare la speranza” nella convinzione del messaggio lasciato
a tutti noi da Don Peppino Diana ammazzato dalla camorra a Casal
di Principe, rispondendo cosi al messaggio rivolto ai napoletani da
Giovanni Paolo II che invitava tutti ad impegnarsi “in spem contra
spem” proprio in nome dell’esigenza che “per amore del mio popolo
non tacerò”.
Il volume corredato da una documentazione fotografica significativa
e da una appendice di alcuni documenti rilevanti, si snoda su
una serie di frammenti che vanno dal 1956 al 2009 che sono tenuti
insieme dal filo conduttore che consiste nel credere che di fronte ai
problemi e alla crisi di oggi “l’orientamento migliore può venire da
una chiesa intransigente con la forza della spirito, per costruire un
“umanesimo nuovo che nasce dal pensare in modo aperto consapevole
che le radici sono in alto” e che come ha scritto il Cardinale
Carlo Maria Martini in “Conversazioni notturne a Gerusalemme”,
solo cosi impareremo a sopportare le difficoltà e le ingiurie se per
ognuno la giustizia conta più di ogni altra cosa”. (pp. 136 – 137).
Pasquale Colella
Napoli anno zero. Cattolici e politica dal ‘68 ai giorni della spazzatura. Conversazione metropolitana con Lucio Pirillo
A cura di: Corrado Castiglione
Casa editrice: edizioni Intra Moenia
Anno pubblicazione: 2009
Prezzo: 12,00 euro
Proposte di lettura:(Biblioteca Provinciale di Salerno)
“ Scrivere di fede e politica a Napoli, nei giorni della spazzatura. Che idea balzana! Sembrerebbe di stare a gingillarsi in un negozio di bottoni, mentre nella banca a fianco c’è una rapina in corso ”.
Comincia così l’incontro tra Corrado Castiglione, giornalista professionista de Il Mattino, e Lucio Pirillo, già assessore de La Rete al Comune di Napoli, protagonista e testimone oculare dei fatti che hanno visto il mondo cattolico napoletano impegnato nella vita ecclesiastica, associativa e poi in politica.
Il libro Napoli Anno zero, che nasce proprio da questo incontro, non è certamente una pura operazione di recupero storico, né un “amarcord” di vicende politiche, sociali ed ecclesiastiche;
è invece una riflessione su un arco temporale che va dal 1968 ai giorni nostri, come recita il sottotitolo del volume.
E’ un libro-intervista che fa “scoprire” quella “questione cattolica” che ha rivestito sempre un ruolo centrale nell’Italia post unitaria ed in quella del dopoguerra: i cattolici italiani si riconoscevano, nella loro totalità, nel partito che li rappresentava, la DC ; ma il travaglio di molti di essi, che si vedono stretti in un collateralismo acritico, cioè in una dimensione marginale accettata più o meno passivamente, va in crisi a Napoli nel 1993.
I popolari cessano di essere punto di riferimento esclusivo per alcuni cattolici impegnati nelle Comunità di Base, nelle Associazioni di Volontariato, nel Laicato.
Per Lucio Pirillo, che segue le orme di Leoluca Orlando (autore della prefazione al libro) a Palermo, l’essere cattolico non significa rimanere inquadrato in un partito che egli riteneva in parte insufficiente a portare avanti con coerenza un discorso di impegno sociale, impegno ancora più urgente in una realtà locale come quella napoletana, degradata dall’uso della politica come mezzo strumentale di potere. Molti cattolici impegnati portano la loro fede e i loro convincimenti religiosi in partiti che precedentemente erano “osteggiati”.
Una scelta determinata dal mutamento dei tempi, ma anche dal rifiuto di condividere sistemi cristallizzati di gestione del potere che spesso stridevano con gli insegnamenti della Chiesa, o rappresentavano insufficientemente i valori del Vangelo.
Nelle duecentodue pagine del volume “scorre” la storia sociale, politica e religiosa di una generazione e di un militante cattolico quale è appunto Lucio Pirillo, partito dall’Associazionismo cattolico napoletano (Presidente provinciale delle Acli di Napoli nel 1987 e poi della Campania), che incontra i Pastori della Chiesa napoletana - i cardinali Corrado Ursi, Michele Giordano, Crescenzio Sepe -, ma anche i tanti seminaristi e sacerdoti che dai percorsi dell’Azione cattolica escono per intraprendere altre esperienze di vita cristiana.
Una scelta difficile all’epoca, ma che non spaventò il protagonista di Napoli anno zero , il quale, presentatosi come capolista de La Rete al Comune di Napoli, venne eletto e di lì a poco nominato assessore.
Ma il libro è anche la rievocazione della militanza nella CISL a favore della “classe operaia” metalmeccanica: un mondo ricco di esperienze, ma non privo di contraddizioni; ed ancora viene rievocato l’impegno per il diritto allo studio con la conquista sindacale delle 150 ore, che oggi ai giovani probabilmente non dice nulla, ma che allora fu davvero qualcosa di rivoluzionario.
Nelle conversazioni di Lucio Pirillo ritroviamo personaggi politici ed ecclesiastici del passato, ma anche di oggi, a partire dal cardinale Sepe, dal sindaco di Napoli Iervolino all’attuale presidente della Regione Campania Bassolino. Ci piace terminare questa segnalazione del libro di Lucio Pirillo con la riflessione del cardinale Crescenzio Sepe che, parlando dei giovani, così si esprimeva:
“ La fuga soprattutto dei giovani della nostra città sta determinando nuove e, purtroppo, frequenti forme di emarginazione, con il conseguente depauperamento non solo demografico, ma anche culturale del Meridione. Se i giovani migliori se ne vanno non ci rimane che una mediocrità contraria ad ogni possibile sviluppo ”.
Per Pirillo urge la necessità di una nuova chiamata all’impegno dei laici: per il laicato cattolico, infatti, si riaprono spazi che sembravano chiusi, o ristretti, dopo la fine del partito cattolico ed una certa supplenza compiuta in questi ultimi anni dalle stesse gerarchie ecclesiastiche.
Roberto Ruocco
fonte-
http://www.bibliotecaprovincialedisalerno.com/napoli_anno0.htm
LA TRAIETTORIA DI UN VIAGGIO METROPOLITANO di Domenico Pizzuti
-Conversazione metropolitana con Lucio Pirillo-
-Cattolici e politica dal ‘68 ai giorni della spazzatura-
-Prefazione di Leoluca Orlando-
-a cura di Corrado Castiglione-
La conversazione metropolitana con L. Pirillo in Napoli anno zero. Cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura è certo ricco di metafore - dal viaggio sotterraneo alla città senza sole - evocative di un viaggio nella memoria, scandito in vari frammenti di periodi storici lungo le stazioni della nuova metropolitana di Napoli per uscire finalmente alla luce del sole sul viadotto che da Colli Aminei porta a Piscinola-Secondigliano.
Ma la conversazione su cattolici e politica a Napoli soprattutto negli ultimi quindici anni è anche oggettivazione di un percorso non puramente autobiografico per i riferimenti alla vicende politico-sociali ed ecclesiali napoletane che affondano le loro radici ben prima della rottura dell’unità politica dei cattolici evocata all’inizio dell’intervista.
Volendo offrire qualche elemento interpretativo della vicenda non puramente autobiografica evocata lungo il cammino che si snoda nella conversazione, soccorre in primo luogo il riferimento alla “traiettoria” come intesa dal sociologo francese Pierre Bourdieu.
L’analisi critica dei processi sociali scarsamente analizzati che agiscono nella costruzione di quell’artificio retorico che è la “storia di vita”, porta a evidenziare il concetto di traiettoria come serie di posizioni occupate successivamente da un stesso agente in uno spazio che è in divenire e soggetto a trasformazioni incessanti.
Appare perciò appropriato, sotto il profilo denotativo del genere della conversazione metropolitana nel volume analizzato, quanto scrive il Bourdieu: <> (Ragioni pratiche, Il Mulino, Bologna 2009, p. 79.) Ciò equivale a dire che una traiettoria è comprensibile solo a condizione di aver costruito in precedenza gli stadi successivi del campo in cui si è svolta e quindi l’insieme delle relazioni oggettive che hanno unito l’agente considerato all’insieme degli altri agenti che si inseriscono nello stesso campo.
Basta leggere il libro nella sua struttura di frammenti e promemoria scanditi per periodi storici significativi per convincersi dell’adeguatezza della categoria di “traiettoria”, insieme a quelle di viaggio e percorso.
Nello stesso tempo l’esperienza evocata di cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura, a Napoli naturalmente, richiama una “generazione politica” modellata dagli eventi politico-culturali del ’68 ed ecclesiali del Concilio Vaticano II, una pelle che non si può scrollare di dosso. Ma non altrettanto per le generazioni dei decenni successivi fino ai nostri giorni di indifferenza diffusa nei confronti della politica da parte di giovani generazioni.
Si può anche individuare una “subcultura politica”, per intendersi quella del cattolicesimo sociale e democratico, quasi un’eredità di persone e gruppi non spenta ma neanche egemone per profondi cambiamenti economici, sociali e culturali, ma anche religiosi nelle società occidentali che richiede nuovi paradigmi di analisi per capire il presente. Insieme ad altre analisi sociologiche il riferimento può essere al sociologo francese Alain Touraine, La globalizzazione e la fine del sociale.
Per comprendere il mondo contemporaneo, Il Saggiatore, Milano 2008, che ipotizza un nuovo paradigma, fondato sul soggetto e sui <>, dove le donne e le minoranze oppresse possano finalmente ricoprire il ruolo sociale che spetta loro.
Infine il “rapporto fede-politica”, come incarnazione del dono della fede nelle vicende della convivenza umana a livello locale, nazionale, planetario o globale nell’assunzione dei problemi delle folle e generazioni umane che costituiscono la nostra umanità.
Dopo quindici anni dalla fine della rottura dell’unità politica dei cattolici, che sotto il profilo partitico hanno approdato a diverse formazioni politiche, che apre la conversazione di C. Castiglione con L. Pirillo, a mio avviso sulla base anche della presenza silenziosa e subordinata al capo di cattolici in aggregazioni partitiche o elettorali si avverte l’esigenza di una ricomposizione o di convenire su alcune modalità politiche di risposta ai problemi, da quelli della vita a quelli della sicurezza, dell’accoglienza ed integrazione degli immigrati per animare le “politiche” delle diverse formazioni.
E conseguentemente di promuovere sedi di elaborazione politico-culturali specialmente nel Mezzogiorno, che rompa una buona volta il silenzio e l’invisibilità del laicato cattolico che voglia essere fedele ad una fede che fecondi la convivenza umana.
NAPOLI ANNO ZERO….
Dunque ,amici lettori,“vorrei ..parlare con voi tra dieci anni..
Se allora,come purtroppo devo temere per tutta una serie di motivi,sarà sopravvenuta da lungo tempo l’epoca della reazione;se di ciò che certamente molti di voi e anch’io,come dichiaro apertamente,abbiamo desiderato e sperato,si sarà realizzato poco,forse non proprio nulla,ma almeno apparentemente qualcosa – è assai probabile che ciò non mi lascerà affranto,ma saperlo costituisce certamente un peso interiore - allora mi piacerebbe davvero vedere che cosa ne è stato di quelli di voi che adesso si sentono autentici “politici…” e partecipano all’ubriacatura che questa rivoluzione rappresenta.
Vorrei davvero vedere che cosa è “ divenuto “ di costoro nel senso interiore della parola:sarebbe di certo bello se si potesse allora dire con i versetti del sonetto 102 di Shakespeare:
il nostro amore era giovane,appena nella sua primavera,
allor ch’io solevo salutarlo co’mieicanti,
simile a Filomena che in sul cominciare dell’estate canta
ma tace al sopraggiungere della stagione inoltrata.
Ma le cose non stanno così. Non abbiamo davanti a noi la fioritura dell’estate,ma in primo luogo una notte polare di gelida tenebra e di stenti,quale che sia il gruppo che ora risulterà esteriormente vittorioso….E infatti,dove vi è il nulla,non soltanto l’imperatore ma anche il proletario ha perduto i suoi diritti.
Quando questa notte sarà lentamente trascorsa chi sarà ancora vivo di coloro la cui primavera ha ora avuto una fioritura apparentemente cosi rigogliosa? E che cosa sarà allora divenuto interiormente di tutti loro? Amarezza o filisteismo …?….In ognuno di questi casi io trarrò questa conseguenza: costoro non sono stati all’altezza del proprio agire,non sono stati all’altezza nemmeno del mondo quale è realmente né della sua quotidianità:non hanno avuto,oggettivamente e di fatto,nel senso più intimo la vocazione per la politica che ritenevano invece di avere in se stessi .
( Max Weber La politica come professione )
Da “NAPOLI ANNO ZERO”
NAPOLI ANNO ZERO…….
Germania,Anno Zero….
Dunque ,amici lettori,“vorrei ..parlare con voi tra dieci anni.. Se allora,come purtroppo devo temere per tutta una serie di motivi,sarà sopravvenuta da lungo tempo l’epoca della reazione;se di ciò che certamente molti di voi e anch’io,come dichiaro apertamente,abbiamo desiderato e sperato,si sarà realizzato poco,forse non proprio nulla,ma almeno apparentemente qualcosa – è assai probabile che ciò non mi lascerà affranto,ma saperlo costituisce certamente un peso interiore - allora mi piacerebbe davvero vedere che cosa ne è stato di quelli di voi che adesso si sentono autentici “politici…” e partecipano all’ubriacatura che questa rivoluzione rappresenta.
(NAPOLI ANNO ZERO,Edizioni Intramoenia)
NAPOLI ANNO ZERO :Avviso ai naviganti
Dunque ,amici lettori,“vorrei ..parlare con voi tra dieci anni.. Se allora,come purtroppo devo temere per tutta una serie di motivi,sarà sopravvenuta da lungo tempo l’epoca della reazione;se di ciò che certamente molti di voi e anch’io,come dichiaro apertamente,abbiamo desiderato e sperato,si sarà realizzato poco,forse non proprio nulla,ma almeno apparentemente qualcosa – è assai probabile che ciò non mi lascerà affranto,ma saperlo costituisce certamente un peso interiore - allora mi piacerebbe davvero vedere che cosa ne è stato di quelli di voi che adesso si sentono autentici “politici…” e partecipano all’ubriacatura che questa rivoluzione rappresenta.
Vorrei davvero vedere che cosa è “ divenuto “ di costoro nel senso interiore della parola:sarebbe di certo bello se si potesse allora dire con i versetti del sonetto 102 di Shakespeare:
il nostro amore era giovane,appena nella sua primavera,
allor ch’io solevo salutarlo co’mieicanti,
simile a Filomena che in sul cominciare dell’estate canta
ma tace al sopraggiungere della stagione inoltrata.
Ma le cose non stanno così. Non abbiamo davanti a noi la fioritura dell’estate,ma in primo luogo una notte polare di gelida tenebra e di stenti,quale che sia il gruppo che ora risulterà esteriormente vittorioso….E infatti,dove vi è il nulla,non soltanto l’imperatore ma anche il proletario ha perduto i suoi diritti.
Quando questa notte sarà lentamente trascorsa chi sarà ancora vivo di coloro la cui primavera ha ora avuto una fioritura apparentemente cosi rigogliosa? E che cosa sarà allora divenuto interiormente di tutti loro? Amarezza o filisteismo …?….In ognuno di questi casi io trarrò questa conseguenza: costoro non sono stati all’altezza del proprio agire,non sono stati all’altezza nemmeno del mondo quale è realmente né della sua quotidianità:non hanno avuto,oggettivamente e di fatto,nel senso più intimo la vocazione per la politica che ritenevano invece di avere in se stessi .
( Max Weber La politica come professione )
Da “NAPOLI ANNO ZERO”
Conversazione metropolitana con Lucio Pirillo
Cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura
a cura di Corrado Castiglione – prefazione di Leoluca Orlando
Edizioni Intramoenia
pp. 216 – € 12,00 - / ISBN 978-88-95178-60-8
NAPOLI ANNO ZERO : Martedi 23 giugno ore 18,00-Cappella Palatina -Maschio Angioino
Filed under: napoli anno zero, prersentazione del libro "napoli anno zero"
NAPOLI ANNO ZERO : Martedi 23 giugno ore 18,00-Cappella Palatina -Maschio Angioino–
Per il primo cinquantenario dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI),
L’ucsi Campania,in collaborazione con il Comune di Napoli
promuove il Forum
L’impegno dei cattolici
nella capitale del Mezzogiorno
stampa,società,politica
la questione cattolica e il “caso” Napoli:alcuni testimoni si confrontano in occasione
della pubblicazione dei libri
il cattolicesimo politico napoletano dall’età giolittania all’Italia repubblicana Vol I
1898-1920: dal clerico-moderatismo al Partito popolare,di Giuseppe Palmisciano
(Edizione La città sel sole)
e di Napoli Anno Zero,conversazione metropolitana con Lucio Pirillo
a cura di Corrado Castiglione ( Edizione INTRAMOENIA)
Con gli autori dialogheranno:
Don Tonino Palmese,consulente ecclesiastico Ucsi Campania
Giuseppe Cacciatore,ordinario di Storia della Filosofia,Università “Federico II”
Franco Miano.presidente nazionale Azione Cattolica
Giuliana Martirana,Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Napoli “Federico II”
Introduce Donatella Trotta, presidente Ucsi Campania
Coordina Massimo Milone,capo dei servizi giornalistici della Rai Campania
Conclude Pino Nardi,vice-presidente nazionale Ucsi
E’ prevista la partecipazione di S.E.cardinale Crescenzio Sepe,Arcivescovo di Napoli
IL DEGRADO DELLA POLITICA A NAPOLI: IL RUOLO DEI CATTOLICI E DELLA SINISTRA PER IL RINNOVAMENTO DELLA CITTA’.
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Venerdì 19/ 06/2009 ore 17.30 Sala Multimediale Consiglio Comunale, Via Verdi 35, IV piano.
MONDOPERAIO Rivista politico-culturale fondata da Pietro Nenni
ASCI Associazione Socialisti Cattolici Italiani
PORTALE MONDOCATTOLICONAPOLI.IT
Presentano il volume: NAPOLI ANNO ZERO
I CATTOLICI NAPOLETANI IN POLITICA DAL ’68 AGLI ANNI DELLA SPAZZATURA.
CONVERSAZIONE METROPOLITANA CON LUCIO PIRILLO A CURA DI CORRADO CASTIGLIONE.
Edizioni INTRAMOENIA
Introduce:
Avv. Enrico Ricciuto
Direzione Nazionale ASCI
Intervengono:
Salvatore Arnese
Consigliere Nazionale Partito Socialista
Sen. Luigi Covatta
Direttore MONDOPERAIO
Saranno presenti gli autori Lucio Pirillo e Corrado Castiglione.
Venerdì 19/ 06/2009 ore 17.30 Sala Multimediale Consiglio Comunale, Via Verdi 35, IV piano.
www.mondoperaio.it www.mondocattoliconapoli.it
Santa Di Salvo -Rassegna Stampa - Cattolici e politica l’anno zero della metropoli
clicca qui
-Dal ’68 all’emergenza rifiuti-
-Un dialogo con Lucio Pirillo per ridefinire la questione-
————-
-fonte-
Il Mattino-
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In parte intervista, in parte riflessione speculare, in parte autobiografia che, come ricordano i due conversatori citando i gesuiti, è una forma secolarizzata di confessione. Il libro di Corrado Castiglione Napoli anno zero (Intramoenia, pagg. 212, euro 12) ha come sottotitolo «Cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura», tanto per chiarire che la materia è vasta e le questioni sollevate da maneggiare con cura.
Castiglione, attento cronista politico e cattolico impegnato nel processo di rinnovamento civile e sociale, ha preferito la forma della conversazione metropolitana (in senso letterale, visto che il testo si snoda in un viaggio di tredici stazioni fino al terminale di Scampia) con Lucio Pirillo, anche lui giornalista, presidente provinciale delle Acli, ex assessore comunale.
Una presenza forte nella città e dunque l’interlocutore ideale di un confronto in cui sollecitare la memoria per ridefinire la questione cattolica a Napoli, visto che proprio le esperienze comuni sono il lievito di un ricordo ricco e molto dettagliato.
Napoli è una città senza sole, ripete Castiglione in premessa. Immemore come una vecchia signora che ricorda la gioventù lontana ma non quello che ha mangiato ieri, la città continua nel suo stanco copione di ex capitale europea, autocitandosi e dimenticando che appena sedici anni fa, nel ’93, la giunta comunale fu sciolta per incapacità amministrativa (prefetto Improta, ministro degli interni Mancino), mentre l’acqua marrone usciva dai rubinetti e la città era in emergenza sanitaria. Non solo «monnezza», dunque.
L’emergenza rifiuti è solo il terminale simbolico di una classe dirigente giunta al collasso. E la città si allontana sempre più dall’Europa. Che ruolo hanno avuto i cattolici in questo sistema altamente imperfetto?
Attraverso gli anni il racconto torna al magistero del cardinale Ursi e della sua pastorale della tenda e della strada, poi si dirige verso l’evangelizzazione della famiglia voluta dal cardinale Giordano, infine alla ri-organizzazione della speranza su cui punta il cardinale Sepe, grande organizzatore e alto prelato della Curia romana.
Napoli senza sole non è una metafora disfattista. È anzi un forte richiamo a una possibile palingenesi che faccia esplodere la bolla di immobilismo del sistema politico, segnato dal malaffare e dall’assenza di ricambio della classe dirigente.
Sfilano, nelle memorie di Lucio Pirillo stimolato da Castiglione, i protagonisti degli anni di piombo e i politici della vecchia Dc, i giovani del mondo cattolico risvegliatosi con il vento innovatore del Concilio e la successiva fase di delusione, con il totale ripiegamento nella Chiesa del silenzio.
E tanta solitudine, rispetto a una realtà ecclesiale lontana dalla vita e dalle responsabilità pubbliche.
Un quadro desolante, quello di un nuovo sistema di potere «molto più chiuso di quello della Prima Repubblica».
Castiglione e Pirillo fanno sempre nomi e cognomi, l’analisi è impietosa e perciò particolarmente efficace.
Nel diluvio di testi su Napoli, questo libro colpisce al cuore perchè riesce ad essere tagliente e persino feroce nell’apparente mitezza di tono.
«Penso che il ceto politico campano debba confessarsi nel senso agostiniano - dice Pirillo - Cioè riconoscere le responsabilità della sua storia di governo, alle quali risale gran parte del mancato sviluppo culturale e civile della città.
C’è un filo che lega destra e sinistra, il notabilato tradizionale e progressista di Gava e Valenzi e il compromesso di sistema costruito da Bassolino e Iervolino».
Piacerebbe ache a noi, come conclude l’intervistato, che in questa specie di notte artificiale si intravedesse un’aurora dalla quale ripartire.
ELEZIONI EUROPEE:NAPOLI ANNO ZERO.Le ragioni di una sconfitta
Filed under: Politica, napoli anno zero, prersentazione del libro "napoli anno zero"
NAPOLI :i risultati……
Pdl 41%
Pd 27,4%
Italia dei valori 10%
Rifondazione+Pdci 5,1%
Udc 5,1%
Sinistra e libertà 4,4%
L’Autonomia 3,5%
Radicali 2,2%
Fiamma tricolore 0,6%
Lega Nord 0,4%
Liberaldemocratici 0,2%
Forza Nuova 0,2%
LA TRAIETTORIA DI UN VIAGGIO METROPOLITANO
Di Domenico Pizzuti
La conversazione metropolitana con L. Pirillo in Napoli anno zero. Cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura è certo ricco di metafore - dal viaggio sotterraneo alla città senza sole - evocative di un viaggio nella memoria, scandito in vari frammenti di periodi storici lungo le stazioni della nuova metropolitana di Napoli per uscire finalmente alla luce del sole sul viadotto che da Colli Aminei porta a Piscinola-Secondigliano. Ma la conversazione su cattolici e politica a Napoli soprattutto negli ultimi quindici anni è anche oggettivazione di un percorso non puramente autobiografico per i riferimenti alla vicende politico-sociali ed ecclesiali napoletane che affondano le loro radici ben prima della rottura dell’unità politica dei cattolici evocata all’inizio dell’intervista.
Volendo offrire qualche elemento interpretativo della vicenda non puramente autobiografica evocata lungo il cammino che si snoda nella conversazione, soccorre in primo luogo il riferimento alla “traiettoria” come intesa dal sociologo francese Pierre Bourdieu. L’analisi critica dei processi sociali scarsamente analizzati che agiscono nella costruzione di quell’artificio retorico che è la “storia di vita”, porta a evidenziare il concetto di traiettoria come serie di posizioni occupate successivamente da un stesso agente in uno spazio che è in divenire e soggetto a trasformazioni incessanti. Appare perciò appropriato, sotto il profilo denotativo del genere della conversazione metropolitana nel volume analizzato, quanto scrive il Bourdieu: <
Nello stesso tempo l’esperienza evocata di cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura, a Napoli naturalmente, richiama una “generazione politica” modellata dagli eventi politico-culturali del ’68 ed ecclesiali del Concilio Vaticano II, una pelle che non si può scrollare di dosso. Ma non altrettanto per le generazioni dei decenni successivi fino ai nostri giorni di indifferenza diffusa nei confronti della politica da parte di giovani generazioni. Si può anche individuare una “subcultura politica”, per intendersi quella del cattolicesimo sociale e democratico, quasi un’eredità di persone e gruppi non spenta ma neanche egemone per profondi cambiamenti economici, sociali e culturali, ma anche religiosi nelle società occidentali che richiede nuovi paradigmi di analisi per capire il presente. Insieme ad altre analisi sociologiche il riferimento può essere al sociologo francese Alain Touraine, La globalizzazione e la fine del sociale. Per comprendere il mondo contemporaneo, Il Saggiatore, Milano 2008, che ipotizza un nuovo paradigma, fondato sul soggetto e sui <
Infine il “rapporto fede-politica”, come incarnazione del dono della fede nelle vicende della convivenza umana a livello locale, nazionale, planetario o globale nell’assunzione dei problemi delle folle e generazioni umane che costituiscono la nostra umanità.
Dopo quindici anni dalla fine della rottura dell’unità politica dei cattolici, che sotto il profilo partitico hanno approdato a diverse formazioni politiche, che apre la conversazione di C. Castiglione con L. Pirillo, a mio avviso sulla base anche della presenza silenziosa e subordinata al capo di cattolici in aggregazioni partitiche o elettorali si avverte l’esigenza di una ricomposizione o di convenire su alcune modalità politiche di risposta ai problemi, da quelli della vita a quelli della sicurezza, dell’accoglienza ed integrazione degli immigrati per animare le “politiche” delle diverse formazioni. E conseguentemente di promuovere sedi di elaborazione politico-culturali specialmente nel Mezzogiorno, che rompa una buona volta il silenzio e l’invisibilità del laicato cattolico che voglia essere fedele ad una fede che fecondi la convivenza umana.