BOLLETTINO DI VIGILANZA CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI VIA CUPA PERILLO.E’ LA DENUNCIA N. 31 DELL’ ANNO DI GRAZIA (PER CHI?) 2012 ED I “MONTONI” DEI RIFIUTI CRESCONO ED ENTRANO NELL’ANNO 2013.
SOS SOS SOS DISCARICA A
CIELO APERTO
A: raffaele.delgiudice@asianapoli.it
In riferimento alla sua risposta in data 4 novembre
c.a. alla mia indignata esternazione in merito al degrado del campo
Rom di via Cupa Perillo con il BOLLETTINO DI VIGILANZA
CIVILE DEGRADO CAMPO NOMADI DI VIA CUPA PERILLIO n. 30
in data 3 novembre c.a., in cui faceva riferimento al suo
impegno di vita ambientalista ed alle difficoltà incontrate per la
rimozione dei rifiuti accumulatisi nella via di accesso al
campo nomadi e da anni sulla versante destra, devo far presente
che questa sera alle ore 18.00 dopo la celebrazione della
S. Messa nella Rettoria “S.Maria della Speranza”, mi sono recato
per un ispezione volontaria sullo stato della raccolta dei
rifiuti nel predetto campo nomadi. Nella via di accesso, eccetto
un ristrettissimo spazio pulito in corrispondenza della
Ludoteca condotta dalle Suore della Provvidenza, sono stati solo
messi da parte sulla destra i rifiuti speciali di ogni
specie che assumono progressivamente la forma di montagne o
“montoni” che nella vicinanza del c. Bar Nino impediscono quasi il
passaggio. Per non dire del mare di rifiuti accumulatisi da anni
sul versante destro che incombono sulle baracche, su cui
qualche pulizia è stata effettuata da abitanti del c.d. “Campo
rosa”.
Quid faciendum? Giustamente nella citata sua risposta
distingue le difficoltà della raccolta dei rifiuti speciali che
necessitano di certificazione della Provincia (sono
pervenute?) e le misure di prevenzione e repressione dei reati di
sversamenti illeciti, facendo anche appello ad una vigilanza
volontaria dei cittadini, i cui Comitati si sono già spesi
nel passato con documenti e proposte che non hanno avuto
esito. In vista del proposto incontro operativo presso il nuovo
prefetto di Napoli per affrontare la questione dei permessi,
della prevenzione, vedasi telecamere, per la repressione dei reati,
di cui sono disposto a farmi promotore con il Comitato, può
essere utile un primo passaggio con Lei per fare il punto della
situazione. Perchè le proposte non passino nel
dimenticatoio, dopo il 2 gennaio 2013 mi farò sentire per fissare un
appuntamento per questo incontro con alcuni componenti del
Comitato.
Non me voglia per questo disturbo nel tempo natalizio, ma
al di là delle attività sociali e culturali delle varie
Associazioni occorre certo coinvolgere anche la cittadinanza.
Con auguri di un miglior anno 2013
P. Domenico Pizzuti s,j,, Comitato Cittadini e Rom in insieme
NAPOLI,Preghiera sacerdoti di Scampia in questo preoccupante frangente
Carissimi/e,
noi sacerdoti di Scampia sentiamo forte il desiderio di luce. Dov’è il buio, che io doni la luce; dov’è l’odio, che io doni l’amore; dov’è guerra, che io doni la pace. Chiediamo al Signore, che chiamò Matteo dal banco di coloro che opprimevano i poveri ad essere Suo discepolo, di vivere una vita onesta e attenta alle sofferenze degli ultimi.
Chiediamo al Signore, che perdonò sulla croce i Suoi uccisori perché non sapevano cosa facessero, di aiutarci a sperare nella conversione dei camorristi.
Chiediamo al Signore, che diede luce agli occhi dei ciechi, di mostrare agli amministratori e ai politici che ci rappresentano quanto sia bello e affascinate adoperarsi per un mondo più giusto e sano, anche a costo di sacrifici non piccoli.
Tutto questo noi ti chiediamo, in un momento di buio per gli abitanti di Scampia. Ti chiediamo luce per accorgerci delle storture in una vita, la nostra, che non riesce più ad essere normale, per prendere distanza da ogni forma oscura che mina la nostra libertà: ad esempio confidare troppo nella magia del denaro che può far perdere la dignità quando si cede all’illegalità o al gioco d’azzardo; o al contrario conservare le proprie sostanze senza investire in modo intelligente nemmeno un centesimo per coprire le nudità dei più poveri.
Vogliamo una vita alla luce del sole, senza nubi pregne di sostanze tossiche; vogliamo una vita in cui si respiri aria nuova, che spazzi via ogni ricordo che toglie la speranza e l’amicizia sincera.
Basta con i morti ammazzati che oscurano le strade di Scampia fino ad arrivare addirittura nelle scuole; basta con le complicità ai sistemi che finanziano le realtà di morte.
“Tu, Madre della Speranza prega per noi!
Aiutaci a diventare veri discepoli del Signore.
Veglia sulle nostre persone e sul nostro quartiere,
non permettere che il male si radichi tra noi,
fa’ che crediamo sempre nella forza del bene,
accompagnaci ogni giorno fino alla meta definitiva
dove speriamo di trovarti
ed essere per sempre con te”.
(Stralcio dell’Atto di affidamento a Maria del rione Scampia di Giovanni Paolo II, il 10 novembre 1990).
Missione Scampia di Fabrizio Valletti
Gesuita della comunità di Scampia (Na)
La scommessa del Concilio (e di Napoli)
rassegna stampa-fonte-www.popoli
Rivivere la gioia del Concilio.
Per chi ha vissuto quegli anni di fermento e di ricerca, la ricorrenza significa riaccendere la speranza. I 50 anni di distanza nella vita del mondo e della «Chiesa nel mondo» significano profondi cambiamenti ed è su questa scommessa che ritroviamo l’attualità di quando i padri conciliari e gli esperti convenuti a Roma si sono confrontati, scontrati, intesi.
La lettura dei documenti conciliari è un’esperienza che ancora e sempre di più può illuminare l’odierno cammino. Molto importante è cogliere il lavoro difficile e tormentato che durante le sessioni, prima sotto la guida di Giovanni XXIII e poi di Paolo VI, ha portato a ribaltare quanto proposto nella preparazione dei lavori conciliari. Il carattere «pastorale» della ricerca e i messaggi che i documenti propongono sono motivo di perplessità per chi attende dalla Chiesa definizioni e certezze.
Per chi è immerso nell’evolversi rapido delle vicende culturali e sociali, le indicazioni che emergono dal dibattito dei padri conciliari sono piste da percorrere con coraggio, nell’esperienza del dialogo, nella condivisione di responsabilità, nella scoperta dei «segni dei tempi» lungo il cammino che accomuna persone e popoli interi alla ricerca di libertà e di un nuovo umanesimo fondato sul diritto e sulla pace.
È una provocazione anche per la nostra Chiesa e per le comunità di Scampia, sofferenti per le tante contraddizioni e ingiustizie. Lo spirito del Concilio, ripreso dall’anno giubilare della Chiesa napoletana, risuona comunque e fra le tante sollecitazioni sembra esemplare l’invito a una nuova «missionarietà» che il cardinale Crescenzio Sepe rivolge ai cristiani nella recente lettera pastorale:
«Non serve una fede che sa di sagrestia, che si chiude in un ristretto orizzonte esistenziale, che si tinge di devozionismo e di ritualità ripetitiva».
E fra le vicende della vita in cui «rinascere» indica l’attenzione al bene comune, che «non riguarda ovviamente il bene particolare di qualcuno e non coincide neppure con i soli interessi della comunità ecclesiale, ma è un bene che non esclude alcuna persona (…) perché tutti, senza alcuna preclusione in ragione della religione, della razza e della cultura, hanno il diritto di sentirsi ed essere protagonisti e beneficiari del bene comune realizzato».
Una prospettiva che dona speranza e sollecita la creatività culturale, sociale e anche apostolica!
Protesta degli Istituti religiosi e laici.Per un Welfare equo e solidale
L’azione di lotta è stata decisa dopo i ripetuti appelli e sollecitazioni inviati al sindaco De Magistris chiedendo lo sblocco dei crediti che gli istituti hanno maturato negli anni per il servizio prestato alle fasce sociali bisognose.
Politiche sociali
ISTITUTI RELIGIOSI: subito i soldi o chiudiamo
I tagli al welfare innescano la protesta delle vittime della stretta imposta dal governo con i vari decreti per mettere sotto controllo la spesa destinata alle politiche sociali.
Minori e famiglie assistite dagli istituti religiosi e laici dell’UNEBA(Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale) di Napoli; è in programma alle 14 di oggi in piazza Municipio, davanti alla sede di Palazzo San Giacomo.
La protesta è stata decisa, denunciano gli organizzatori per il rischio chiusura degli Istituti in tutta la città, che a Napoli sono più di 50 per mancati pagamenti pari a 40 milioni di euro.
“Non abbiamo più alternative spiega il presidente di uneba Napoli Lucio Pirillo, o si interviene oppure si sappia che tutti gli istituti di assistenza chiuderanno e Napoli si ritroverà sulla coscienza migliaia di minori a rischio e anziani poveri lasciati soli a se stessi e centinaia di bravi ed onesti professionisti senza più lavoro”
rassegna stampa-fonte il mattino
BartolomeoSorge LO STILE
Sull’ennesimo sgombero di centinaia di Rom dai campi di Giugliano
COMUNICATO STAMPA “COMITATO CAMPANO CON I ROM”
Oggi 4 ottobre, festa liturgica del Poverello di Assisi, alle ore
5 del mattino, 500 poveri Rom sono stati sgomberati da terreni
privati occupati alle spalle del Parco commerciale Auchan - senza
prevedere alcuna alternativa all’abbandono dei terreni in cui si erano
provvisoriamente insediati - dalle forze dell’ordine al comando
dell’ispettore di Lorenzo. Le famiglie rom, con circa 300 minori
infreddoliti e seminudi, svegliate di buon mattino abbandonano
tranquillamente e senza alcuna resistenza le loro baracche e con
roulolotte, camper e auto usati, si dirigono prima verso terreni di
Villa Literno da cui sono subito allontanati da carabinieri e vigili
del fuoco. In un secondo momento si radunanano sulle coste del Lago
Patria, da cui alle ore 18 carabinieri e polizia li invitano a
lasciare anche questi terreni. Ed è notte…
Prima di ogni espressione di indignazione come umani, si tratta
dell’ennesimo episodio di sgombero dei Rom da terreni occupati
nell’area del Comune di Giugliano: il primo sgombero effettuato
dall’area ASI in data 12 aprile 2011 per ordine della Magistratura e
circa un’ altra decina dall’estate di quest’anno. Continua la
peregrinazione di questi esseri umani da un terreno all’altro,
autentici Homeless, senza tetto. E’ quasi incredibile che nel XXI
secolo si verifichino queste espulsioni fuori le porte di una città
meridionale e cattolica disattenta. E ‘ da interrogarsi non sulla
validità formale di questi provvedimenti della Magistratura sotto il
nome di “Sequestro preventivo” (di terreni già occupati?), ma sulla
configurazione di un DILEMMA ETICO: difesa della proprietà privata
secondo le leggi vigenti o rispetto di diritti fondamentali
riconosciuti anche in sedi internazionali alle minoranze etniche
dimoranti nel proprio territorio.
In secondo luogo, non può passare sotto silenzio l’indifferenza
delle popolazioni del giuglianesi di fronte a queste offese alla
dignità umana: forse un giorno dovranno risponderne al Giudice “Ero
rifugiato e senza casa e voi non mi avete procurato un rifugio e dato
un bicchier d’acqua”. E da notare che in questa torrida estate non è
venuto alcun soccorso dalla popolazione circostante, se non una
fornitura di bottiglie di acqua da parte della Protezione civile di
Napoli allertata dal nostro Comitato. Certo l’ammistrazione comunale
con una finanziamento della Provincia di Napoli si vanta di aver
realizzato con 21 moduli prefabbricati - per 5 persone ognuno - un
insediamento più vivibile. In seguito alla nostra interazione con
questa amministrazione, - a cui in questi giorni è stata inviata dalla
Prefettura una Commissione di acceso per verificare eventuali
infiltrazioni camorristiche nelle attività amministrative, - abbiamo
avuto l’impressione che si mettessero ostacoli per ogni ulteriore
sistemazione di Rom sul territorio in nome della difesa delle proprietà
private di terreni e per l’eliminazione dei rom residenti da più di
vent’anni sul territorio.
Last but not least, facciamo proprio il grido di Padre Zanotelli
in un documento in data 3 settembre 2012: <<Il mio è un grido, è un
urlo: non posso accettare che esseri umani siano trattati peggio delle
bestie! MI RIBELLO”.
In questa oscurità e/o barbarie del nostro localismo civile e
religioso, una speranza si intravede. Secondo Fratel Raffaele Lievore
del “Comitato campano con i rom” il Comitato sua sponte si è
prodigato per l’individuazione di un terreno sul quale creare una sorta
di villaggio- campeggio con servizi centralizzati. Nel giro di qualche
mese, dunque, i rom di Giugliano potrebbero trovare una nuova
sistemazione. Si tratta solo di acquistare il terreno anche grazie ad
un contributo economico cospicuo dello stesso Auchan, quando gli
imprenditori locali si sono solo lamentat. Si spera così di poter
dare all’intera comunità Rom un nuovo tetto prima di natale.