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napoli chiama napoli
San Gennaro non si scorda Alfano

 San Gennaro esiste da sempre giacché nei disegni della Provvidenza ab aeterno il potentissimo
intercessore e salvifico consolatore doveva proteggere Napoli, i suoi devoti e tutti coloro che
gl’indirizzano preci. Io sono una testimonianza perfetta di quanto la sua protezione sia efficace,
giacché debbo a lui una vita straordinariamente fortunata e persino felice. Il miracolo dello
scioglimento del sangue è di continuo contestato dai positivisti ma torna ogni volta con prepotente
attualità. 
Solo chi abbia assistito da vicino al gonfiarsi di quella polvere nera, al suo rendersi una
sorta di emulsione divenuta color ruggine, poi un liquido ribollente rosso vivo, può comprendere
che non tutto la ragione spiega. Divenire adepti di San Gennaro non è possibile per propria
elezione; occorre che il Santo elegga. Ma San Gennaro soccorre a tutti ed è infinitamente paziente.
 
Lo è tanto da tollerare, oltre un popolo che in parte s’è trasformato in un sottoproletariato senza
identità che crede ai maghi televisivi, alle cartomanti, ai Testimoni di Geova, o non crede affatto,
una Chiesa locale che non ha quasi mai fatto altro se non i suoi giuochi di potere e i suoi interessi
economici. La Chiesa di Roma, a sua volta, non ha nominato negli ultimi decenni che figure
scadenti, sul piano umano e culturale, a reggere la diocesi partenopea e anche a sovraintendere al
culto del Santo.
 
Voglio proprio vedere il Papa che cosa farà quando l’attuale presule, Crescenzio Sepe, dovrà andare
in pensione: anche dalla prossima nomina si valuterà che cosa pensare di lui. Di Sepe e del suo
passato di curiale basta ricordare le cronache, anche giudiziarie: quale segretario del Giubileo e
prefetto della congregazione De propaganda Fide. 
 
Il Papa può tuttavia subito intervenire. S’è creata una collusione 
di pessimi fra Sepe e il ministro Alfano. Costui, con un decreto fatto per
compiacergli, vuole realizzare un disegno da sempre nel cuore della Curia napoletana. Il culto del
Santo venne istituito nella attuale forma nel 1527 e dal 1601 una Deputazione, composta di membri
della nobiltà (gli antichi Sedili) e del popolo, regge il Tesoro, con continue conferme di Bolle
pontificie. Essa, per una norma che risale (1811) a Gioacchino Murat in quanto sovrano, è
presieduta dal Sindaco di Napoli. 
 
Dunque il culto di San Gennaro è innanzitutto istituzione laica.
Antonio Bassolino fu il primo caso (e di lì incominciò la nostra amicizia, basata anche su molto
altro) di un comunista devoto al Sangue. Or la laicità del culto sta per scomparire. La Curia
vorrebbe esser arbitra anche della Deputazione e il suo disegno sta per compiersi col decreto di
Alfano che di questa dissolve l’autonomia. La ignobile commistione di potere statuale e potere
religioso è la reiterata, costante e ormai intollerabile violazione del Vangelo. Cristo non solo dice
Date a Cesare quel ch’è di Cesare ma per tutta la vita lotta contro il monopolio del Sacro da parte
della casta sacerdotale.
 
La coppia di sepolcri imbiancati Alfano-Sepe mira a consolidare il potere, soprattutto economico,
sul Sacro. Ma a Napoli le reazioni crescenti attraversano gli strati sociali e gli schieramenti politici.
 
Oggi c’è stata una protesta silenziosa e nutrita di nobili, borghesia, popolo, di fronte alla Cattedrale,
ove ha sede la cappella del Tesoro e sono custodite le ampolle col Sangue. La pazienza del Santo ha
pur essa i suoi limiti. Che il governo debba reggersi sui voti di Alfano e che costui, prima della
dissoluzione elettorale, possa fare, senza con ciò riuscire a evitarla, tutto quanto gli conviene, non
può piacergli, come non gli piace la faccia di Sepe. 
 
Noi cattolici continuiamo a credere, sovente a
onta della Chiesa... Se io fossi Alfano non sarei tranquillo. Dice un proverbio antico: San Gennaro è
llungariello ma nnun è scurdariello!, ossia “San Gennaro è lento nel muoversi ma non dimentica
nulla!”. Ciò vale tanto nel concedere grazie quanto nel punire….
 
 
di Paolo Isotta
rassegna stampa - il Fatto Quotidiano del 6 marzo 2016


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