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la tenerezza di Dio
X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 9 giugno 2013


Domanda di perdono
Molti di noi hanno sentito il vuoto delle “condoglianze verbali” che si rivolgono a chi è stato
colpito dalla morte, negli affetti più cari. Una parola “umana”, specie quando si avverte non
sincera, non può addolcire il dolore, calmare l’angoscia, dare una spiegazione a quanto è accaduto.
Chiediamo perdono al Signore, se di fronte allo “scandalo “ della morte, non siamo stati
capaci di dire le parole della nostra fede.

Preghiera collettiva della Comunità
Padre, Dio della vita che non tramonta, aumenta la nostra fede nella vera Risurrezione alla
quale crediamo, che non è il semplice recupero di una vita fisica,ma è la partecipazione definitiva
alla tua stessa vita divina, propiziataci dalla morte e Risurrezione di Gesù.

Spunti dall’omelia per la riflessione in preghiera personale e collettiva
La morte ha per noi credenti 2 volti: quello mostruoso e quello angelico, quello della
separazione dalla terra e quello dell’ incontro nella realtà del cielo.
Questi due volti si riflettono anche nella prima lettura e nel vangelo di questa liturgia
domenicale, che ci presentano la morte tragica di due figli di due madri rimaste anche vedove.
La nostra meditazione si fermerà in modo particolare sull’episodio evangelico, avvenuto in un
piccolo villaggio della Galilea, di circa 200 anime e che esiste ancora.
Gesù vi arriva dopo un cammino di 8-9 ore con i suoi apostoli e con un gruppo di discepoli e di
ascoltatori della Sua Parola. E incrocia un funerale di un giovane, figlio unico di madre
vedova, accompagnato da una corteo a cui partecipa tutto il villaggio con sincero dolore.
Gesù si commuove, e l’evangelista, per descriverci la sua profonda emozione, usa un verbo
greco particolare, che allude alle viscere materne che si commuovono per il figlio. Gesù
partecipa non solo spiritualmente ma anche fisicamente al dramma di quella madre.
Ma non è solo la compassione che si manifesta in Gesù. E’ la Sua Potenza Divina che risalta
in Lui.
Nel libro biblico della Genesi, Dio crea il mondo e la vita con una parola: Fiat. Gesù risuscita
la vita al ragazzo con una parola: Alzati. Elia per ottenere la risurrezione del figlio della
vedova di Zarepta (prima lettura) deve invocare Dio. Gesù comanda: Io te lo dico, alzati.
E il corteo funebre si ferma, inverte la marcia e si trasforma in un corteo di festa!
L’impero di Gesù sulla vita e sulla morte si attua in pienezza, perché Egli è il Figlio di Dio, Dio
come il Creatore dell’universo, inviato sulla terra a portare la salvezza.
L’interpretazione dell’episodio deve essere cercata nel commento che fa l’Evangelista,
riportando la commossa ammirazione del popolo: “Tutti furono presi da timore e glorificavano
Dio dicendo: Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo”.
Gesù è al centro dell’episodio, non solo per la sua compassione e il suo amore, né solo perché è
un profeta, pur grande, ma perché ha visitato in maniera reale la nostra umanità. E’ passato in
mezzo a noi, provando la nostra fragilità, toccando la nostra miseria, vedendo le nostre
debolezze e seminando contemporaneamente semi di speranza, germi di vita e soprattutto di
risurrezione, con cui ci strapperà dalla morte e ci trasferirà nel regno della definitiva felicità.
Questa pagina evangelica è una pagina di luce, in un mondo circondato da paure che
attanagliano l’esistenza dell’uomo, destinato infine alla morte.
Nonostante le filosofie, i narcotici, i piaceri, la superficialità, le illusioni, il girare altrove la
testa, l’uomo rabbrividisce davanti al suo destino di morte. Da questa ossessione non è facile
liberarsi, specie quando i sintomi della sua vicinanza si fanno sentire.
Ecco allora la via ardua ma nitida della fede. Ecco allora la speranza che quel Gesù appaia
anche per noi al termine della nostra esistenza, fermi la marcia della morte, tocchi il nostro
povero corpo, e ci dica di non piangere più, perché si spalancano ormai le porte della felicità.

Preghiera dei fedeli
(inizio) Fratelli e sorelle, la morte conserva anche per noi cristiani una densità drammatica. Ma
noi no ci abbandoniamo alla disperazione, perché crediamo che la morte, se pone fine alla vita
terrena, permette l’inizio di una vita nuova,in un abisso di eterna luce.

(preghiere personali)
(fine) Signore Gesù, Tu sei il solo che hai una sincera compassione per l’uomo, che sia veramente
efficace. Nel tuo amore per noi, hai subito sofferenze e morte, per renderle innocue nella sicurezza
di fede, che esse ci condurranno ad una esistenza senza più sofferenze e morte

Preghiera sulle offerte
Ti rendiamo grazie, Signore, di scendere qui nell’altare. Tu sei per noi la Risurrezione e la
vita. Chi crede in Te seminerà gioia e coraggio, speranza e risurrezioni in questa vita e non morirà
mai nel suo eterno futuro.

Preghiera dopo la Comunione
Padre, sappiamo che la nostra patria è nei cieli, “da dove attenderemo il Salvatore e Signore
Gesù Cristo, che trasfigurerà il nostro corpo di miseria mortale per conformarlo al Suo corpo
glorioso ( Fil 3, 20 ss ). Aumentaci questa fede.
 
 
- CVX “IMMACOLATA AL GESÙ NUOVO” – NAPOLI www.cvxgesunuovo.it


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